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Un saluto a tutti,
partiamo da un dato davvero preoccupante: la contraffazione alimentare fa registrare dati davvero allarmanti, al punto che molto spesso non è ben chiara la provenienza di quanto mettiamo sulle nostre tavole, la reale composizione e l'aderenza alla realtà di quanto descritto nelle etichette.
Se parliamo poi di prodotti Made in Italy, i dati sono ancora più inquietanti.
Abbiamo un parterre di prodotti registrati come DOP (Denominazione di Origine Protetta), IGP(Identificazione Geografica Protetta) ed STG (Specialità Tradizionale Garantita) davvero unico al mondo: ben 1000 alimenti che possono fregiarsi di questi ambiti marchi.
Così spesso sulle nostre tavole, ma molto più verosimilmente su quelle al di fuori dei nostri confini, arrivano prodotti spacciati per quello che realmente non sono.
Con enormi danni sia per i produttori dei prodotti che poi vengono contraffati, sia per la salute dei consumatori che spesso ingeriscono prodotti adulterati o non conformi a quanto promesso.
Ma qual è realmente la situazione attuale in questo settore? Andiamo a scoprirlo insieme in questo approfondimento.
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Per spiegare come la blockchain potrebbe aiutare il settore alimentare e ripulirlo dalle truffe che lo attanagliano, restituendo fiducia nella sua filiera, occorre fare un passo indietro e vedere quali sono questi comportamenti scorretti alla base di questi raggiri.
Principalmente potremmo individuare in cinque macro categorie le principali truffe alimentari:
- prodotti con falsi marchi di qualità (DOP, IGP, STG);
- prodotti certificati come biologici ma che in realtà non lo sono;
- prodotti senza alcuna tracciabilità e di dubbia provenienza;
- prodotti in cattivo stato di conservazione (anche igieniche)
- contraffazione dei cibi (agro-pirateria)
In più per noi italiani esiste un'ulteriore truffa che funziona soprattutto all'estero e cioè l'italian sounding, ovvero utilizzare nomi similari o assonanti con quelli dei prodotti italiani, magari con una sola lettera di differenza e che per un non italiano non fanno suonare nessun campanello d'allarme come Parmesan (nelle varianti parmesao, reggianito, parmesano, parmeson), Buffala Cheese, Prisecco, Ravvioli e imitazioni similari.
In tutti i casi la truffa propone un prodotto diverso dall'originale sia per qualità che per provenienza, in quanto i prodotti non arrivano dallo stesso paese di cui l'alimento è originario.
Ma in questo quadro generale, in che modo la blockchain potrebbe aiutare a controllare i prodotti alimentari evitando la contraffazione ma anche tutti i crimini elencati poche righe fa?
Il settore agroalimentare si sta interessando in maniera sempre crescente alla tecnologià blockchain in quanto potrebbe portare enormi benefici per garantire che quello che arriva sulle tavole del consumatore finale segua una determinata filiera.
Sottolineo che sto parlando di filiera e non di prodotto, in quanto va fatta una doverosa precisazione.
Infatti la blockchain non può garantire che il prodotto iniziale sia qualitativamente corrispondente a quanto immesso nella blockchain originariamente e quindi non può essere intesa ne come certificazione ne come sigillo di qualità del prodotto.
La blockchain può solo garantire i successivi passaggi e quindi l'immissione di un dato non veritiero verrà mantenuto durante tutta la filiera del prodotto, cosa di per se garantita dai registri distribuiti.
Però va anche detto che la trasparenza di una blockchain è una delle caratteristiche che ho sempre sottolineato in tutte le puntate precedenti di questa serie e quindi chiunque può tutelarsi andando a controllare il dato di origine o il prodotto nei passaggi successivi per verificare se quanto inserito nella blockchain originariamente sia corrispondente al vero ed eventualmente porre delle correzioni nei vari passaggi che il prodotto affronta nella sua filiera.
In sostanza i registri distribuiti possono garantire che i vari passaggi siano certificati e immutabili ma non che il prodotto originario rispetti gli standard qualitativi che promette, fatto salvo l'intervento successivo nella blockchain per porre dei correttivi verso coloro che lo hanno messo in produzione.
Quindi la blockchain da sola non può garantire null'altro se non i passaggi che un determinato prodotto segue (quindi la filiera), mentre potrebbe essere coaudivata da misure che ne garantiscano anche la qualità e la certificazione.
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In un settore che è largamente invaso da contraffazioni e imitazioni, la blockchain potrebbe avere un ruolo davvero importante per restituire la fiducia nei confronti dei prodotto non solo da parte dei consumatori finali ma anche da parte degli attori che fanno parte della filiera.
L'importanza è di per se anche accentuata dal fatto che si potrebbe evitare che cibi adulterati vengano immessi sul mercato con conseguenze negative anche per la salute di chi li consuma; ma anche dal fatto che si tutelerebbero le eccellenze mondiali nel settore agroalimentare e si salvaguarderebbe il lavoro di chi cerca di fornire al mercato prodotti controllati e garantiti a discapito di chi cerca scorciatoie per ottenere facili guadagni sulle spalle dei consumatori e di chi si impegna a rispettare le regole.
Anche in questo caso l'impiego della blockchain in questo settore permetterebbe dei sicuri vantaggi a tutti i livelli: produttori, filiera, consumatore finale.
Tutelare la nostra salute è importante così come lo è salvaguardare le economie locali nel settore agroalimentare. La blockchain in questo potrebbe aiutarci in entrambi i casi.
Pensate che la blockchain possa davvero rappresentare una svolta nella gestione della filiera alimentare?
Come sempre fatemi sapere il vostro punto di vista in un commento!
Un saluto, Carlo
Fonte: blockchain4innovation.it