Gennaio è finito, facendo registrare il sesto mese consecutivo in perdita per le criptovalute.

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Un saluto a tutti,

sembrano non esserci sprazzi di sereno per il settore delle criptovalute. Gennaio infatti ha fatto registrare ancora un mese con il segno meno per bitcoin ma anche per quasi tutte le monete virtuali; dati alla mano è il sesto consecutivo che viene chiuso in negativo.

Ovviamente è difficile cercare di essere ottimisti in queste situazioni perchè dalla scorsa estate molte criptovalute hanno lasciato per strada almeno il 50% del proprio valore, in alcuni casi anche di più.
Se parliamo di bitcoin, era dal 2010 che non si assisteva a una sequela di mesi in rosso come questa e certamente non se la passano meglio Ripple ed Ethereum (rispettivamente seconda e terza per capitalizzazione) che seguono le stesse sorti di BTC.

E allora perchè dovremmo restare concentrati ed essere ottimisti?

Nei miei precedenti articoli ho affrontato diverse tematiche riguardanti il settore delle criptovalute e delle blockchain e che mettevano alla luce diversi aspetti positivi che avrebbero portato dei benefici globali.
Oggi vorrei sottolineare altri aspetti positivi, che tra l'altro sono emersi anche in qualche commento ai miei articoli precedenti.

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Rosso profondo, da 6 mesi a questa parte. Sembrano non esserci spiragli per intravedere una ripresa eppure ci sono due aspetti che hanno attirato la mia attenzione.

Il primo sono le transazioni sulla rete Bitcoin che, contrariamente all'andamento delle quotazioni, continuano a far registrare numeri sempre più grandi sia in termini di volume che di numero di operazioni.
E' un fattore importante perchè dimostra che nonostante i cali dell'ultimo anno, l'interesse per la tecnologia e per la criptovaluta restano intatti.

Il secondo aspetto che mi ha molto colpito è il record degli scambi di bitcoin in Venezuela, in aumento in concomitanza con la crisi degli ultimi mesi e addirittura a cifre impensabili negli ultimi giorni con il paese sulla soglia della guerra con due presidenti che si sfidano per il comando.
Parliamo di circa 7 milioni di dollari di controvalore in bitcoin che si scambiano ogni giorno in Venezuela solo nell'exchange Localbitcoin che, ricordo, funziona con il meccanismo del peer to peer.

L'utilizzo di bitcoin in Venezuela viene visto come mezzo di pagamento e di trasferimento di moneta "sicuro" proprio in sostituzione del Bolivar, la moneta nazionale che ormai vale come la carta straccia e del Petro, la criptovaluta nazionale voluta dal presidente Maduro ma che si sta rivelando un flop a causa della sua natura estremamente centralizzata e non molto diversa dalla moneta Fiat che voleva sostituire.

Insomma in un momento di crisi e con un Paese sul baratro della guerra civile, con le altre nazioni che si sono schierate chi con il presidente e chi con il suo oppositore e col rischio che il tutto sfoci in una guerra internazionale se il buon senso non prevale, il bitcoin si è dimostrato un mezzo che ha permesso a molte famiglie di salvare i propri risparmi ma anche di sostentarsi.

Non è gradevole per me usare questo esempio per spiegare come bitcoin e le criptovalute possano effettivamente aiutare la gente, quella comune, a trovare un'alternativa in situazioni molto difficili come può essere una grossa crisi economica, ma alla fine quello che sto scrivendo è quello che realmente sta accadendo, con i fatti a dimostrarlo.

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Ovviamente il tutto non si limita a bitcoin. Non dimentichiamo che molti amici Venezuelani hanno potuto sostenersi e trovare un pò di respiro anche grazie a Steem e alla possibilità di scrivere per ricevere dei compensi, anche solo per chiedere aiuto e riceverlo tramite il meccanismo dell'upvote o attraverso delle donazioni.

Certo molto spesso non parliamo di grosse cifre, ma in tempi di crisi anche i centesimi possono fare la differenza e questo posso dirlo con certezza grazie alle testimonianze di diversi amici venezuelani con cui ho intrattenuto delle amicizie virtuali.

Quindi le criptovalute non sono solo una valida alternativa alle monete Fiat ma potrebbero rappresentare uno strumento valido a per porre rimedio ai limiti delle stesse.
I casi pratici, come abbiamo visto, sembrano dimostrarlo e anche i mercati lanciano segnali in tal senso con i volumi e il numero delle transazioni in costante crescita.

Siamo seduti su un missile pronto alla partenza?

Un saluto, Carlo

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