Viaggiare è una delle mie più grandi passioni, anche se effettivamente non ho visitato moltissimi Paesi durante la mia giovane carriera di "Marco Polo" e sicuramente molti di essi rappresentino ancora un mio punto di riferimento ed una meta che almeno una volta nella vita vorrei conoscere e raggiungere.
In passato scrissi due post in cui raccontavo quelli che erano a mio avviso i migliori 5 luoghi che avevo visitato ed una piccola TOP 5 degli Stati che invece voglio visitare, se possibile, più di una volta nella mia vita!
Come ho potuto raccontare in altri post, viaggiare è forse uno dei migliori modi per conoscere ed ampliare il proprio bagaglio culturale: incontrare nuovi usi e costumi rappresenta per ognuno di noi la possibilità di arricchire il nostro essere. Confrontarsi con la povertà tipica di alcuni Stati, conoscere l'opposta ricchezza smodata di altri Paesi, la spiritualità e la religioni di continenti le cui tradizioni sono completamente diverse da quelle che siamo abituati a vedere, rappresentano percorsi unici nella "creazione spirituale" di une persona.
Alcuni giorni fa, parlando con un mio amico, egli mi ha raccontato del suo ultimo viaggio: il CILE. Paese del Sud-America, ricco di tradizioni e di Storia, che nel post di oggi vorrei raccontarvi con 6 curiosità che lui stesso mi ha descritto e che io con il suo aiuto voglio suggerirvi. Potrebbe questo essere un semplice spunto di lettura, ma più in grande una piccola introduzione ad un vostro viaggio proprio in questo Stato.
Buona lettura e, se volete, lasciatemi nei commenti una vostra opinione su questi 6 quesiti.
Chi è stato il primo esploratore a mettere piede in Cile?
Il portoghese Ferdinando Magellano, il quale nel 1520 fu il primo esploratore europeo a toccare il territorio cileno, attraversando lo stretto che oggi porta il suo nome. La vera colonizzazione però iniziò soltanto nel 1535, quando un piccolo esercito spagnolo, guidato da Diego de Almagro, entrò dal Perù per provare a conquistare le terre della "valle del Cile", dopo aver abbattuto l'impero inca.
Monumento ai grandi navigatori a Lisbona. Tra questi anche lo stesso Magellano
CC0 Creative Commons
Per quale motivo in Cile ci sono i più importanti osservatori astronomici?
Le straordinarie condizioni meteo del Cile e del deserto di Atacama in particolare, rendono questa zona privilegiata per l'installazione di strumentazioni astronomiche: pochissime precipitazioni, umidità relativa molto bassa, quasi l'80% delle notti perfettamente limpide, assenza di inquinamento luminoso. In Cile si trovano gli osservatori di Cerro Paranal (dove è installato il Very Large Telescope), di La Silla e di Cerro Tololo. In questi luoghi sono concentrati decine di telescopi di grandi dimensioni appartenenti a diversi Paesi, dall'Europa agli USA, al Giappone. Ma il deserto di Atacama è adatto anche per altre tipologie di strumenti, che operano con lunghezze d'onda differenti. l'ALMA sono una serie di antenne per osservazioni submillimetriche (in pratica una sorta di radiotelescopio); sempre in campo radio sono operativi anche Apex (osservatorio europeo a 5100 metri di quota), Sest, Aste (giapponese) ed altri.
CC2 Creative Commons
Come mai non c'è stata una grande civiltà in Cile come in altri Paesi dell'America Latina?
A differenza del Messico, dell'America Centrale e del Perù, il Cile era popolato (scarsamente) da un insieme di tribù eterogenee, autonome ed isolate. Non furono mai unite né politicamente, né fisicamente e neppure culturalmente. Così sparirono a poco a poco senza lasciare grandi testimonianze, come invece fecero altre civiltà preispaniche: Maya, Aztechi ed Inca.
Un discorso a parte meritano i Mapuche: anche loro non avevano un'organizzazione politico-militare centralizzata e solida, tuttavia riuscirono ad opporre una fiera resistenza agli Inca prima e poi agli Spagnoli, passando così alla storia come l'unica popolazione nativa riuscita a resistere alla dominazione spagnola per oltre 300 anni.
Il deserto di Atacama è il luogo più arido del mondo?
Sì, la regione di Antofagasta, di cui Atacama fa parte, è considerata la regione più arida della Terra. Le precipitazioni medie sono infatti di 1 mm l'anno; confrontare questi numeri con quelli del Sahara, probabilmente il deserto più famoso al mondo, rende l'idea: nel deserto africano infatti i millimetri anni sono mediamente 75!
L'estrema aridità è data dalla posizione: il deserto di Atacama, infatti, è stretto tra le Ande e la Cordigliera della costa. Le vette impediscono a nubi ed umidità di raggiungere quest'area, che però è raggiunta dalla brezza marina, che consente la sopravvivenza di alghe, licheni e cactus.
CC4 Creative Commons
Perché Pinochet non ha mai pagato per i propri crimini?
Il motivo è semplice e triste: perché la democrazia cilena non ha mai avuto sufficiente forza necessaria per pareggiare i conti con il proprio passato. Da quando, in seguito al referendum popolare del 1988, lasciò la Moneda (il palazzo presidenziale), Pinochet ha subito numerosi procedimenti giudiziari, ma se l'è sempre cavata. Anzi, pur avendo perso la presidenza, il dittatore si assicurò il comando delle forze armate ed una nomina a senatore a vita. La prima incrinatura alla sua invulnerabilità si è verificata nel 1998, quando il giudice spagnolo Garzon, "approfittando" di un soggiorno londinese di Pinochet, emise un mandato di cattura internazionale, chiedendo che il generale fosse incriminato per la morte di moltissimi cittadini spagnoli durante la dittatura. L'allora ministro dell'interno inglese, Jack Straw, respinse la richiesta e permise il rientro in Cile del dittatore. Un volta in patria, il Congresso gli revocò l'immunità parlamentare. A quel punto iniziò la lunga avventura giudiziaria fatta di oltre 300 denunce per violazione dei diritti umani, numerose cause e tre arresti domiciliari.
Gli ultimi due anni di vita di Pinochet sono stati trascorsi dall'ex-dittatore in un'alternanza tra libertà ed arresti domiciliari nella sua lussuosa vila di Santiago, una misura coercitiva che non ha certo reso giustizia alle oltre 30 mila vittime della sua dittatura, una delle più spaventose della Storia dell'America Latina.
CC3 Creative Commons
Chi sono gli abitanti originari dell'Isola di Pasqua?
Sono polinesiani. Sbarcarono sull'isola circa 1600 anni fa dopo un lungo viaggio in canoa dalla Polinesia Orientale. Linguisti ed archeologi concordano nello stabilire come data approssimativa di insediamento il 400 d.C.
Lo studio del dialetto parlato sull'isola e degli utensili rinvenuti sull'isola riportano ai modelli dei primi abitanti delle isole Marchesi. Anche il DNA estratto dagli scheletri dell'Isola di Pasqua richiama alla Polinesia.
L'habitat che questi avventurosi navigatori trovarono era molto diverso da quello che troviamo noi oggi: quest'isolato e brullo pezzo di terra nel Pacifico, all'epoca era verde, boscoso e con molte specie di uccelli marini. Ma pochi secoli dopo il loro insediamento, la foresta era già semidistrutta. La gente abbatteva alberi per costruire canoe, per trasportare ed erigere le famose statue moai, per alimentare il fuoco. La devastazione, purtroppo, continuò fino a quando non rimase più nulla da abbattere. Oggi sull'isola vivono quasi 2000 persone.
CC0 Creative Commons