The English Game


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Locandina della serie


Ciao Amici!


Se amate o meno il calcio poco importa, se vi piacciono le serie British, veloci nello svolgimento che cercano di arrivare dritte al punto, questa farà sicuramente per voi.

Se invece, come me, amate il calcio e ne sentite la mancanza, potete in parte sopperire a questo vuoto guardandola e ammirando la ricostruzione storica di uno sport che all'epoca annoverava tra i propri moduli il 2-2-6, una cosa per noi quasi inconcepibile.

Ambientata nella fine dell'800, creata da Julian Fellowes, creatore di Downtown Abbey, è composta da sei puntate della durata di circa 45 minuti l'una che raccontano la nascita del calcio professionistico inglese, ma non soltanto, il calcio sembra essere soltanto un contorno alla raffigurazione di un periodo storico molto complicato, soprattutto per quanto riguarda lo stile di vita della classe operaia.

Vengono messi a confronto, da una parte la borghesia e la bella vita, dall'altra coloro che guadagnavano un miseria, costretti a sottostare a soprusi per mantenere un lavoro che riusciva a malapena ad farli arrivare a fine mese.

Il calcio era per questi ultimi uno sfogo e rappresentava una sorta di rivincita contro coloro che erano nati nel benessere e potevano decidere le sorti del paese e dello sport stesso.

Il protagonista è Fergus Suter, calciatore realmente esistito, considerato da molti il primo professionista di tutti i tempi, l'antagonista è Arthur Kinnaird, anch'esso ex-calciatore vissuto in quel periodo, il quale era anche preside britannico della Football Association.

D'ora in poi occhio agli Spoiler!

I due inizialmente si scontreranno in campo e fuori per raggiungere la conquista dell'FA Cup, ancora oggi ambitissima competizione del campionato Inglese.

Pian piano il loro rapporto cambierà radicalmente fino a raggiungere la stima reciproca. I conflitti di interesse non mancheranno, la squadra degli Old Etonians, capitanata da Arthur, era formata dagli stessi membri della federazione calcistica, la quale cercherà di mettere i bastoni tra le ruote a Fergus ed il suo Darwen FC.

Arthur e l'amico Jimmy Love sono arrivati dalla Scozia per aiutare la piccola squadra proletaria a vincere. I due vengono ricompensati dal proprietario della fabbrica tessile nella quale lavorano per giocare nella sua squadra, il che all'epoca era severamente vietato dal regolamento calcistico, questo farà sì che si attirino le antipatie dei ricchi rivali.



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Kevin Guthrie interpreta Fergus Suter


Fergus a causa di burrascose questioni personali cambierà squadra per ricevere un maggior compenso, si aggregherà al Blackburn, dove il presidente sta cercando di formare una selezione dei migliori giocatori in circolazione per raggiungere la vittoria.

Il suo acquisto farà rivoltare una parte degli abitanti contro tifosi rivali e padroni, questo sarà il pretesto per la lega per poter escludere la sua squadra attuale e la sue ex dalla competizione, una volta giunti al nodo del nocciolo verrà fatta chiarezza e una squadra dilettantistica arriverà a vincere la coppa per la prima ed ultima volta nella storia fino ai giorni nostri.

Tra inesattezze storiche, riguardanti soprattutto i nomi delle squadre coinvolte, e somiglianze abbastanza sconvolgenti, basti guardare come l'attore Kevin Guthrie sia davvero molto simile a Suter the Shooter, le puntate scorrono veloci e trattano varie tematiche delle differenti relazioni personali dei personaggi coinvolti, dedicando al calcio e le sue partite una parte molto marginale e contenuta, senza mai esagerare e ricostruendo in modo quasi eccellente gli ambienti ed i costumi dell'epoca.

A me è piaciuta parecchio, me la sono goduta tutta in una giornata, ho sempre amato le serie inglesi, ben fatte e che non si perdono in fronzoli con inutili scene per riempire il minutaggio o per raggiungere un prestabilito numero di puntate.

Belli i personaggi e le ambientazioni, curati nei minimi dettagli e che, soprattutto, riescono a trasmettere emozioni reali e fare riflettere su eventi passati che, nonostante sia passato più di un secolo, riflettono in parte l'attualità.

Meritano i giocatori di un qualunque sport di essere retribuiti per i loro sforzi a tempo pieno per regalare a se stessi ed agli appassionati emozioni uniche o dovrebbero lavorare come tutti e nel tempo a disposizione allenarsi e giocare a bassi livelli per favorire i benestanti ed il loro tanto tempo libero a disposizione?

Queste sono domande che mi sono posto alla fine della visione ed alle quali non trovo affatto semplice dare una risposta definitiva.


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Il vero Fergus


Grazie per aver letto, un abbraccio ed a presto!


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