Ieri i capi di governo dei paesi membri dell'Unione Europea si sono riuniti in teleconferenza pr decidere sui metodi sui tempi e sulle modalità degli strumenti finanziari da mettere in campo per sostenere i paesi dell'unione di fronte alla pandemia COVID-19.

Cosa hanno deciso?

Fondamentalmente, ancora una volta, hanno deciso di non decidere, sono stati messi in campo una serie di strumenti e decise delle cifre, in gran parte da mettere a bilancio nei prossimi 7 anni, ma non essendo state decise modalità e vincoli, nonchè a che titolo saranno conferiti questi fondi, la loro ripartizione e nemmeno il peso che questo mostruoso bilancio dell'unione verrà finanziato dai paesi membri, in sostanza, non è stato deciso praticamente nulla.

Dopo l'uscita dell'Inghilterra, i paesi che dovranno maggiormente sopportare il peso del bilancio sono sostanzialmente 5: Germania, Francia, Italia, Spagna e Paesi Bassi.
Questi 5 paesi infatti finanziano il bilancio dell'Unione Europea per circa i 3/4 del budget totale.
I primi 3, in particolare, si fanno carico di quasi il 55% del totale.
Questi cinque paesi sono sostanzialmente divisi, in questo momento, in due blocchi: da una parte Germania e Olanda, dall'altra parte Francia, Italia e Spagna.

Comunque si girino i provvedimenti previsti ieri si possono dividere in due categorie:

• Possibilità per i paesi che ne fanno richiesta di contrarre nuovi debiti
• Aiuti dell'Unione Europea a carico del bilancio dell'Unione

Nel primo caso i debiti sono in carico al singolo stato, nel secondo si ripercuotono su tutti gli stati, ognuno per la sua quota parte.
Essendo l'Italia uno dei primi 3 paesi contributori e, con ogni probabilità, anche uno dei principali paesi percepitori di aiuti presi dal bilancio dell'Unione, per farsi carico del maggior peso del bilancio, con ogni probabilità, dovrebbe comunque fare maggior debito, in misura minore, ma comunque insostenibile.

Insomma, per essere chiari, già prima di questa pandemia era indispensabile emettere nuova moneta senza aumentare il debito dei singoli stati, oppure comprare ed eliminare i debiti dei paesi membri.
Quello che prima sarebbe stata solo una scelta intelligente ora rimane l'unica scelta possibile, in caso contrario, cioè per come si stanno prospettando ad oggi le soluzioni, l'Unione Europea è destinata a disgregarsi nell'arco di pochissimo tempo, essendo la situazione insostenibile sia per i paesi poco indebitati, sia per quelli troppo indebitati, legati come sono ad una momenta non propria che non possono emettere e che non possono nemmeno più permettersi di comprare.

La miopia con cui la Germania e l'Olanda stanno affrontando questa crisi è, purtroppo, intrinseca nel loro modo di ragionare e non credo saranno in grado di uscire dal circolo chiuso dei propri ragionamenti.

Nel secolo scorso per due volte, i paesi di mentalità tedesca, attraverso le due guerre mondiali, ci hanno già dimostrato come siano sempre disposti ad andare a sbattere completamente la testa piuttosto che ragionare, non credo che le lezioni che la storia ha già loro impartito ripetute volte siano state di un qualche insegnamento.

La Germania economicamente vive sostanzialmente di esportazioni, gonfiate a dismisura dal vincolo di una moneta forte e unica anche per paesi come l'Italia e la Spagna, se questi due paesi oggi potessero svalutare la loro moneta in pochi anni in Germania non resterebbe molto del tessuto economico assai fragile perché poco capace di cambiare velocemente.

Ma queste valutazioni in Germania non interessano, andranno dritti a sbattere come fanno periodicamente ormai da più di cento anni.

Versione aggiornata ad oggi della tabella di comparazione tra il tasso di vaccinazione anti-influenzale e la mortalità da COVID-19.

I dati di questa mattina li trovate qui.