Italo Svevo

Vita e Opere

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Nel 1914 si ha lo scoppio della Grande Guerra, la ditta presso cui Svevo lavora chiude e lui approfitta della situazione creatasi per approfondire gli studi.
Nel 1923 viene pubblicata La coscienza di Zeno, l'ultimo dei 3 romanzi di Svevo che lo porta poi finalmente ad essere oggetto di attenzione della letteratura europea. Italo Svevo raggiungerà il successo in età matura (morirà nel 1928 a causa di un incidente stradale, quindi non di una morte naturale - non ha la longevità di altri autori). Con Svevo parliamo di letteratura europea, già il nome traduce la sua propensione verso una letteratura più ampia, di largo respiro. I suoi tre romanzi hanno un forte sviluppo, tanto che ne La coscienza di Zeno tutto si concentra proprio sulla capacità dell'autore di analizzare se stesso (ci sono dei capitoli molto profondi, analitici che mettono in evidenza questo suo percorso psicoanalitico).
Altro autore che con le sue opere va ad insegnare qualcosa a Svevo è
Schopenhauer (forte parallelo con Leopardi). Un'altra cosa che Svevo porta all'attenzione del pubblico più ampio è l'analisi psicologica del medio-borghese.

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Tutti i protagonisti dei romanzi di Svevo sono uomini normali appartenenti alla media borghesia, i quali altro non fanno che mettersi a disposizione della condizione che stanno vivendo, mettendo anche in evidenza che spesso evolentieri hanno delle difficoltà comportamentali che li portano a sentirsi privi, in
alcune situazioni, di quella capacità di intervento nelle cose. Vengono schiacciati dagli eventi e quindi un elemento che emerge è proprio la figura dell'inetto, ossia colui che viene visto come un fallito (consequenziale ad un fallimento di vita generale). Ad esempio, proprio Una Vita aveva come titolo originario Un Inetto.
Viene pubblicato nel 1892 a spese dell'autore e tutta la narrazione viene fatta in terza persona: cerca di suscitare una forte impersonalità, di fare un'analisi quasi oggettiva in cui si mete in evidenza il fallimento - soprattutto intellettuale - del protagonista (Alfonso Nitti): non riesce a superare le sue problematiche. Alfonso è un uomo cresciuto in campagna, che arriverà al suicidio dopo molti tentativi attraverso cui cerca di superare la sua condizione e di affermarsi nel mondo.
Difficilmente nei romanzi italiani precedenti parliamo di suicidio, questo significa che la condizione psicoanalitica ha un ruolo molto importante. Quando scrive Una Vita però ancora tutta la situazione della psicoanalisi non gli era ben chiara, però Italo Svevo sicuramente era già predisposto, affascinato da questo (e già lo si capisce dal primo libro). Le sue opere sono un po' fiacche da leggere, non è il classico libro che da una forte emozione improvvisa: tutto si svolge in maniera abbastanza lenta, profonda e questo non agevola la lettura. Per questo motivo non ha avuto subito un grande successo, perché anche gli stessi intellettuali lo avevano visto indugiare un po' nel racconto.

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testo di @elikast, appunti delle mie lezioni frontali

foto, libere da copyright, prese dal web https://it.m.wikipedia.org/wiki/Italo_Svevo#

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