Da Giaveno a Cuba - Steemexclusive

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Tempo fa e' uscito un libro che parlava di Cuba; “Dove cresce la palma”, scritto da Luca Calcagno, scrittore di Giaveno. Non lo conosco, vivo in una borgata ad 8 km sopra il paese, sono comunque un torinese trapiantato che vive poco il territorio anche se mia nonna era di Selvaggio, a pochi km da Giaveno lungo la strada per Coazze. Quindi non so chi sia lo scrittore ma e' indubbio che esista un antico rapporto fra la capitale della bassa Val Susa e Cuba.

Tutto inizia con Dino Pogolotti.

Nasce a Giaveno nel 1879, studia in seminario senza prendere i voti, emigra negli Usa dove trova impiego da maestro presso una ricca famiglia americana, sposa la sua allieva Grace Joyce. Arriva a Cuba come segretario del console americano dopo la fine della guerra di indipendenza e una epidemia di febbre gialla. Percepisce subito, con l'occhio dello scaltro piemontese, che sull'isola ci sono enormi possibilita' di sviluppo, fonda una impresa di costruzioni vincendo la gara di appalto per la costruzione del primo quartiere operaio dell'isola nel municipio di Marianao.

Siamo nella prima decade del 900',

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Marianao e' un grande polo di sviluppo per la capitale. Le terre venivano via per pochi soldi, grazie ai soldi della moglie (questi piemontesi...i liguri ci fanno un baffo) acquista grandi tenute proprio nella zona di Marianao ed in queste terre realizza grandi progetti urbanistici, promuovendo la nascita di nuovi quartieri. Costruisce il cinema, l'acquedotto, un negozio di alimentari che ancora esiste, il tutto nel Barrio Pogolotti, quartiere che consegna al giavenese la gloria eterna.

Il barrio nasce fra il 1911 ed il 1912 grazie ad un investimento del governo Valdes Carrero che finanzio' la costruzione di 950 case per i lavoratori del nascente settore industriale.
Il barrio catalizzo' molto sviluppo economico tanto che la compagnia ferroviaria Ferrocarriles Unidos costrui' la stazione Pogolotti, nel barrio e' visibile la targa commemorativa della nascita del quartiere.
Il barrio e' vicino al mare e si estende fino alle prime propaggini collinari.

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Pogolotti coi fratelli Giuseppe, Basilio e Luigi realizza anche l'acquedotto di Regla e partecipa alla costruzione di zuccherifici e strade in tutta l'isola.

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Il figlio Marcello diventa una figura di spicco come pittore futurista andando a vivere a Parigi, Barcellona, negli Usa e in Italia...tanto il denaro al padre non mancava.
E' comunque stato l'artista “cubano” piu' conosciuto in Europa negli anni 30', apprezzato come tutti i futuristi in Italia durante lo sciagurato ventennio. Rimase cieco a 38 anni, lo stesso destino tocco' alla figlia Graziella tuttora vivente all'Avana.

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Graziella nasce a Parigi nel 1932, a 7 anni arriva a La Habana dove vive anche se ha sempre viaggiato molto studiando all'universita' de La Habana ma anche alla Sorbona, sostanzialmente si e' sempre occupata di arte, oggi collabora con Juventud Rebelde.
Recentemente e' stata inserita fra i 100 personaggi piu' importanti
dell'universita' Alma Mater della capitale.

Oggi Pogolotti e' un quartiere vivo e pulsante, multietnico, vive con orgoglio la continuita' storica con le sue profonde radici operaie, e' presente una alta complessita' religiosa vista la presenza di sistemi religiosi di origine africana come la Santeria o il Palo Monte.
Barrio con forte presenza di artisti, musicisti e pittori, esiste un ambiente naturale di grande interesse, il bosque di Pogolotti ne e' un esempio.

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Negli ultimi anni a cura della Regione Piemonte e del comitato UniCuba dell'universita' sabauda sono stati realizzati uno spettacolo teatrale, un film documentario e tre pubblicazioni scientifiche e letterarie, esistono poi legami forti fra il barrio ed il Politecnico di Torino.

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