🇮🇹
Credo di non sbagliarmi affermando che questo e' uno dei momenti piu' brutti che il nostro paese attraversa negli ultimi 20 anni.
Un governo inguardabile, una opposizione imbarazzante, promesse non mantenute, gli ultimi lasciati per strada, faccio
fatica a ricordare un periodo peggiore e non ho citato la pandemia, la guerra e il caro bollette....ora c'e' pure il problema dell'acqua.
Parlando di Cuba cerco di non indulgere troppo in paragoni col nostro paese, sempre per il discorso di non buttare la palla in tribuna, ma ci sono inevitabilmente punti in comune che e' difficile ignorare.
Uno di questi e' la disaffezione, la disillusione che quelli della mia eta' o giu' di li', provano per come sono andate le cose negli ultimi decenni e di come certi ideali, certe speranza siano andate deluse.
Quelli come me non dico che aspettavano il sol dell'avvenire, ma un po' ci speravano.
Recentemente Eugenio Finardi, che adoro da sempre, in una
intervista al corriere commentando gli anni in cui era iscritto al PCI ha detto che la sua generazione non sognava certo l'Unione Sovietica ma al limite la Svezia o la Norvegia, le grandi social democrazie nord europee.
Condivido in pieno perche' l'ho sempre pensata in quel modo ,il mio essere di sinistra ha sempre voluto dire cercare di vivere bene ma a patto che potessero farlo anche gli altri.
Le cose sono andate come sono andate, nessun rimpianto si e' fatto quel che si poteva fare, forse anche qualcosa di piu'.
Un altra disillusione e' figlia di un patto che, quando abbiamo iniziato a lavorare abbiamo fatto col nostro paese, “Io lavoro tot
anni e poi gli altri me li godo grazie alla pensione che mi sono guadagnato”.
Noi abbiamo rispettato in pieno gli accordi, lo stato invece ci ha preso (e ci prende) per il culo spostando sempre piu' avanti la data in modo che il lasso di tempo fra la pensione e tirare l'ala sia il piu' breve possibile.
Ho citato soltanto 2 fonti di disillusione ma potrebbero essercene delle altre.
A Cuba prendo come esempio il boss della mia famiglia di riferimento, 40 anni di lavoro, molti dei quali come jefe de
empresa per una pensione con cui oggi, se va bene, comperi 2 pomos de aceite.
Ad aggravare la cosa e ad accentuare la disillusione c'e' anche il fatto che dietro tanti anni di lavoro c'era anche una matrice ideologica, lo sforzo per appoggiare come possibile la Rivoluzione, ad ognuno secondo il suo bisogno da ognuno secondo le sue capacita', la consapevolezza che tutti insieme si stava lottando per il bene collettivo, per la salvezza e la salvaguardia del paese contro tutto e tutti.
Se dopo 40 anni tutto quello che resta sono 2 bottiglie di olio per friggere capisco come il tipo possa aver davvero perso ogni
speranza.
Quando lo vedo peleare gli ricordo che e' sempre un “Jefe de la Avanguardia”, ma lui mi risponde che la sua Avanguardia e' quella di Fidel, non dei governanti di adesso.
Un po' come da noi essere stati Comunisti con Berlinguer e poi
essersi beccati Letta.
Forse la disillusione, in ogni parte del mondo, e' figlia dell'eta', da giovane hai sogni e speranze, poi ti imbatti nella vita e nel destino che e' quello che ti capita mentre fai progetti.
Cosa ci resta?
Quello che abbiamo saputo guadagnarci negli anni, non soltanto dal punto di vista economico ma anche per gli affetti, gli amici, la vita che abbiamo saputo costruirci.
In questo siamo favoriti rispetto ai cubani dove ogni famiglia e' sparsa nel mondo, gli amici se ne sono andati via e tutto e' cosi'
provvisorio.
Avete mai visto una tavolata di coscritti a Cuba? Io mai.
Concludo con l'immagine finale di Mediterraneo, Abatantuono che, vecchio, ritorna nell'isola perche' “volevamo cambiare l'Italia e non ce lo hanno fatto fare”.
Come lui, anche io ho la mia isola a cui tornare.
🇬🇧
DISILLUSION
I think I'm not wrong in saying that this is one of the worst moments that our country has gone through in the last 20 years.
An unwatchable government, an embarrassing opposition, broken promises, the last ones left on the street, I do
it's hard to remember a worse time and I didn't mention the pandemic, the war and the expensive bills .... now there's also the water problem.
Speaking of Cuba I try not to indulge too much in comparisons with our country, always for the purpose of not throwing the ball in the stands, but there are inevitably points in common that are difficult to ignore.
One of these is the disaffection, the disillusionment that those of my age or so feel about how things have gone in recent decades and how certain ideals, certain hopes have been disappointed.
People like me I'm not saying that they were waiting for the sun of the future, but they were kind of hoping for it.
Recently Eugenio Finardi, whom I have always adored, in one
interview with the courier, commenting on the years in which he was a member of the PCI, he said that his generation certainly did not dream of the Soviet Union but, at the very least, of Sweden or Norway, the great northern European social democracies.
I fully agree because I've always thought of it that way, my being on the left has always meant trying to live well but on the condition that others could do it too.
Things went the way they did, no regrets, we did what could have been done, maybe even something more.
Another disillusionment is the daughter of a pact that, when we started working, we made with our country, "I work tot
years and then I enjoy the others thanks to the pension I've earned”.
We have fully complied with the agreements, the state instead took us (and takes us) for the piss by moving the date further and further forward so that the period of time between retirement and pulling the wing is as short as possible .
I have mentioned only 2 sources of disillusionment but there could be more.
In Cuba I take as an example the boss of my reference family, 40 years of work, many of them as jefe de
business for a pension with which today, hopefully, you can buy 2 pomos de aceite.
To aggravate the matter and accentuate the disillusionment there is also the fact that behind so many years of work there was also an ideological matrix, the effort to support the Revolution as possible, to each according to his need, from each according to his ability, the awareness that all together we were fighting for the collective good, for the salvation and protection of the country against everything and everyone.
If after 40 years all that's left are 2 bottles of frying oil I understand how the guy could have really lost all
hope.
When I see him peleare I remind him that he is always a "Jefe de la Avant-garde", but he replies that his Avant-garde is that of Fidel, not of today's rulers.
A bit like having been Communists with Berlinguer and then
having caught Letta.
Perhaps disillusionment, in every part of the world, is the daughter of age, as a young person you have dreams and hopes, then you come across life and destiny which is what happens to you while you are making plans.
What are we left with?
What we have been able to earn over the years, not only from an economic point of view but also for the affections, friends, the life we have been able to build.
In this we are favored over the Cubans where every family is scattered throughout the world, friends have left and everything is like this.
provisional.
Have you ever seen a table of conscripts in Cuba? I never.
I conclude with the final image of the Mediterranean, Abatantuono who, old, returns to the island because "we wanted to change Italy and they didn't let us do it".
Like him, I too have my island to go back to.