The Diary Game [08/11/2021] - Recensione film Wiener-dog

Wiener-dog, Todd Solondz, 2016

Quattro condizioni, quattro vite differenti e lontane unite da un wiener-dog, un bassotto.
L’animale domestico diventa un link tra solitudini e vite aride, irrisolte, insoddisfatte. Quattro come fossero una: dall’infanzia, alla giovinezza, all’età adulta e la vecchiaia e la malattia, infine. Quando il tempo alle spalle è consumato e non resta che accettare che ogni scelta che facciamo o non facciamo scrive una storia diversa di noi. E non è detto poi che, dietro la parola fine, non si nasconda magari un nuovo inizio. Chissà come, chissà dove.

image.png

Wiener-dog è un film asciutto, per certi versi glaciale, senza fronzoli. Le inquadrature fisse mostrano una verità schietta, non filtrata. Cinica, scostante, aspra. I dialoghi essenziali rivelano, nel quotidiano, la ricerca di un significato altro e alto, sottile e filosofico, per trovare un senso che sia anche consolatorio. Perché al di là di ciò che si vuol credere, il qui e ora, talvolta, non basta.

Fotografia, regia e interpretazioni inscrivono il film in un triangolo perfetto. Acuto e spigoloso.

H2
H3
H4
3 columns
2 columns
1 column
3 Comments