Cosa si nasconde dietro alla frettolosa cessione del Milan? [#steemexclusive - #multilanguage]

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Un paio di settimane fa, l'agenzia di stampa Reuters, se ne usciva con una succulenta indiscrezione: il Milan, squadra capolista del campionato di Serie A e che può vantare uno dei pedigrees europei più importanti in assoluto, starebbe improvvisamente per cambiare proprietario, passando dal fondo Elliot ad Investcorp, gestore globale di prodotti di investimento alternativi con alle spalle il fondo del Bahrain (da 40 miliardi di dollari), Mubadala Investment Co.

Una di quelle notizie che di solito, per gli ingenti capitali tirati in ballo, quando sparate nell'etere attendono diversi strappi di calendario prima di poter concretizzarsi in un affare fatto e finito, ma che improvvisamente sembra più vicina a diventare realtà di quanto fosse lecito immaginarsi. I periodisti dei diversi quotidiani, sportivi e non, sembrano concordare che, anche se informalmente, già la prossima gara disputata dai rossoneri, contro la Fiorentina, possa considerarsi la prima sotto l'ala della nuova proprietà.

Sulle cifre per le quali l'accordo tra venditore e acquirente darebbe il via all'ultima firma, manca ancora l'ufficialità, ma dalle prime indiscrezioni pare che il Milan sia stato valutato poco meno di un miliardo e duecento milioni di euro, cifra che coprirebbe tutti i debiti della società e lascerebbe presupporre un impegno almeno decennale della nuova proprietà, al fine di far crescere costantemente i ricavi e riportare la squadra nel gotha del calcio continentale.

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A chi storce il naso di fronte a questa strana voglia di investire nel calcio da parte di Investcorp, viene ricordato come il Milan possa considerarsi ad oggi uno dei pochi club scalabili con una importante prospettiva di crescita: il club ha avviato già da qualche anno un risanamento economico che non prevede debiti obbligazionari, possiede una delle rose più giovani dell'intera Serie A ed ha in ballo con il comune di Milano il discorso sul rifacimento di un nuovo stadio, che darebbe ancora più prestigio al marchio.

Del resto, la stessa Investcorp ci viene descritta come desiderosa di espandere i propri affari fino alla strabiliante quota di 100 miliardi di euro, motivo che l'avrebbe portata, secondo i ben informati, ad abbandonare lacci e lacciuoli della borsa del Bahrein; il fondo ha già allargato i suoi orizzonti in Italia, investendo in alcune delle aziende più importanti del Belpaese, come Gucci e Dainese, ed è da poco diventata proprietaria della sede di Roma dell’International Fund for agricultural development.

Anche se il calcio non sembra rappresentare ad oggi uno degli investimenti più redditizi, il tutto potrebbe anche disporre della propria logica, se osservato dall'ottica di chi compra, ma perché Elliot sembra avere improvvisamente così fretta di vendere proprio ora un club che pareva avviato verso un risanamento economico e un futuro sportivo di livello, ben consapevole di come il brand sia probabilmente destinato a crescere di valore nei prossimi anni?

La risposta pare giungere dai cugini d'Oltralpe e dallo strano fil rouge che legherebbe i destini del Milan, del Gruppo Elliot e dei campioni di Francia 2020/21 del Lille. Il quotidiano transalpino L'Equipe ha infatti rilanciato negli ultimi giorni un'indiscrezione secondo la quale all'UEFA stiano indagando sulla misteriosa proprietà del Lille, sospettata di collegamenti diretti proprio con il fondo Elliot.

Una multiproprietà che, se accertata dalle indagini, metterebbe nei guai i club e il loro proprietario. La cosa non è consentita dagli attuali regolamenti e come se non bastasse Milan e Lille sono state avversarie in Europa League due stagioni fa oltre ad aver intrapreso alcuni affari recenti, come il passaggio in rossonero del portiere Mike Maignan, o quello in via di definizione dell'olandese Sven Botman.

Ma bastano due o tre movimenti di mercato (si parla anche di un probabile approdo a Milano di Renato Sanches) per scatenare i sospetti? Probabilmente no, ma seguendo la lunga catena di scatole cinesi che parte dalla Merlyn, società che attraverso alcuni fondi propri detenuti alle Cayman, detiene il debito del Lille, ed arriva agli uffici della controllata Birch International e Associates, con sede negli uffici statunitensi di Elliot, la matassa pare destinata ad essere dipanata.

Secondo i sospetti, Elliot rischierebbe una forte stangata dall'UEFA e pertanto avrebbe deciso di liberarsi del club in tempi record. Nei prossimi giorni, quando gli accordi diventeranno ufficiali, è probabile che ne sapremo di più, concentrandoci soprattutto sul prezzo di vendita, che se si rivelerà sensibilmente più basso delle cifre annunciate non lascerà più spazio ad alcun dubbio.

Dopo il misterioso cinese Yonghong Li, che rilevò il Milan dalla famiglia Berlusconi sebbene ufficialmente non disponesse del becco di un quattrino, questo nuovo passaggio di proprietà parrebbe portar con sé altre ombre attorno al club meneghino. Ma alla stampa italiana, oggi come allora, a differenza di quanto accaduto in Francia, sembra andar bene così: meglio parlare del fallo di Morata, del valore di Rovella o dell'esame di italiano di Suarez, argomenti che in fondo non annoiano mai.


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