[FUORI CONCORSO] Una storia italiana - La mostra (PREMIO 10 STEEM)

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Immagine di kues1 su Freepik

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Con questo post partecipo, fuori concorso e con intento unicamente promozionale, alla diciassettesima edizione del contest "Una storia italiana", promosso all'interno della rivista DIGITALY.

Per partecipare basta inventare una storia ispirata all'immagine di copertina. E' possibile prendere parte al contest scrivendo in qualsiasi lingua e dando al racconto l'interpretazione preferita, che sia essa, comica, romantica, drammatica, fantasy o altro, rispettando sempre i canoni base per la pubblicazione sulla piattaforma.

C'è tempo per partecipare fino a domenica, ore 18.00 italiane, il premio per il vincitore, scelto dal Team di @italygame, è di 10 Steem.

La mostra

Come spesso accadeva di mercoledì, anche quella settimana Emilio e Martina si erano ritrovati nel bar gestito dai genitori del ragazzo, per bere una cioccolata, leggere i titoli dei giornali e fare quattro chiacchiere. Nonostante le insistenze della madre (il padre ci aveva ormai rinunciato), il giovane non mostrava alcun interesse nell'intraprendere la stessa strada dei genitori: ogni tanto, seppur controvoglia, dava loro una mano nei periodi di maggior affluenza della clientela, ma per lo più si sedeva in uno dei tavoli liberi per sgranocchiare o bere qualcosa, sempre con un occhio al telefono.

Secondo Emilio, il lavoro non doveva in alcun modo coincidere con la fatica o con il perdere tempo con qualcosa che non si apprezzava fare, e preferiva sempre rimanere a caccia di piccoli impieghi telematici che potessero dar sfoggio alla sua creatività. Molti lo definivano un perdigiorno, ma lui si vedeva semplicemente come un artista, una mente alternativa alla ricerca dell'occasione per diventare milionario.

Martina lo conosceva dai tempi delle scuole medie e sebbene non avesse il coraggio di confessarlo nemmeno a sé stessa, nutriva per quello strambo ragazzo una sorta di cotta. Alle amiche raccontava che i suoi mercoledì al bar erano dettati esclusivamente dall'affetto che nutriva da tempo per Enzo e Miriana, i genitori del ragazzo, oltre che dal pomeriggio libero che il lavoro le concedeva, ma il sospetto di tutti era che scegliesse proprio quel particolere giorno della settimana perché convinta di poterlo incontrare.

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Immagine di Kireyonok_Yuliya su Freepik

"Hai visto questo?", le chiese lui sgranando gli occhi dopo aver sfogliato per l'ennesima volta la copia del giornale locale, "Pare che un ragazzo di un paesino qui vicino stia facendo soldi a palate a Milano con una semplice idea: si è seduto in una via centrale con un cartello -Pagatemi per non fare nulla- e tutti quelli che passano, divertiti dall'idea, gli scattano una foto e gli lasciano una mancia..."

Martina sorrise del suo entusiasmo, continuando a sorseggiare la cioccolata mentre girava le pagine di una rivista. Lo aveva visto talmente tante volte esaltarsi per qualche notizia stramba da non farci quasi più caso, ma quella mattina sembrava proprio che Emilio non avesse alcuna intenzione di dimenticarsi in fretta di quanto appena letto.

Si alzò di scatto, facendo dondolare leggermente il tavolo e rovesciare qualche goccia di cioccolata dalla tazza dell'amica, poi corse verso il bancone, dove Miriana era impegnata a preparare alcuni caffè, piegandosi sulle ginocchi alla chiara ricerca di qualcosa. Alcuni clienti scambiarono uno sorriso bonario con la madre del ragazzo, che aveva appena rovesciato gli occhi al cielo e scosso la testa, mentre poco dopo, tra la sorpresa generale, quest'ultimo tornò al suo posto con un paio di grandi forbici in bella vista.

"Di' un po' Miriana," la apostrofò Ruben, un signore di origini sudamericane che passava spesso da quelle parti e che vista la sua lunga permanenza in Italia aveva ormai quasi assunto la cadenza del dialetto locale, "non sarà mica che tuo figlio vuole fare una strage oggi?". La donna fulminò il ragazzo con lo sguardo per l'evidente imbarazzo che aveva portato alla clientela con quel gesto, ma il suo intento si rivelò molto meno macabro.

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Immagine di Freepik

"Vedi, amica mia," confidò colmo di entusiasmo a Martina, che come gli altri clienti del locale aveva smesso di dedicarsi alle proprie attività per seguirlo con lo sguardo, "con questo ritaglio di giornale cambierò una volta per tutte la mia situazione economica. Appiccicherò l'articolo del genio che si fa pagare per stare seduto in mezzo alla strada davanti al mio letto, in modo che possa essere la prima cosa che vedo quando mi sveglio. Penserò e ripenserò a lui, e sono certo che mi verrà in mente un'idea altrettanto valida per fare dei soldi!".

Passò una settimana e il mercoledì successivo, come da abitudine, Martina fece ritorno al bar. Nonostante avesse provato a scambiare con lui qualche messaggio in settimana, come erano soliti fare da sempre, aveva ricevuto da Emilio solo risposte monosillabiche o generiche frasi del tipo "scusa, ora ho da fare", "ci sentiamo più tardi" o "posso scriverti dopo?".

Il locale era molto più pieno del solito. Diversi abitanti della zona, ma anche semplici curiosi di passaggio erano stati attirati all'interno dal grande cartello appiccicato sulla porta: "OGGI MOSTRA D'ARTE IN SALA BILIARDO". Martina si fece largo fino a far spuntare la testa dietro ad un gruppetto di curiosi: al centro della sala, svuotata per l'occasione da tutte le attrazioni normalmente presenti, come il biliardo, il calcio balilla e un paio di vecchi flipper, stava seduto Emilio, con un cartello in mano: "PAGAMI PER GUARDARMI".

Appese alla parete, da un lato, si trovavano una serie di sue fotografie, scattate negli scorsi giorni mentre assumeva espressioni diverse del volto, dall'altra, altre sue immagini prese in vari momenti della vita. Ogni tanto si alzava, per prenderne in mano una e mostrarla con le braccia tese a quell'improvvisato pubblico, per poi andarsi sedere nuovamente, come se nulla fosse.

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Martina chiuse istintivamente gli occhi, non riuscendo a trattenere una risata. Chi lo conosceva più approfonditamente, si fermava a scambiare quattro divertite chiacchiere con lui, per farsi raccontare da cosa fosse nata quell'idea strampalata, mentre gli altri si limitavano a sorridere e spostarsi, dopo una rapida occhiata, verso il bancone del bar.

La cassetta nella quale tuttavia Emilio intendeva raccogliere i proventi di quella giornata, alla fine della serata contò offerte per meno di venti euro. "Ti ricompenserò ordinando qualcosa al bar..." era la frase che si sentiva ripetere più spesso, tanto che l'incasso dei genitori era cresciuto almeno del venti percento rispetto ad un normale mercoledì, ma il sogno di ritrovarsi con le tasche gonfie senza sforzarsi troppo sembrava destinato a non realizzarsi.

E le cose andarono ancora peggio i giorni successivi, quando alla mostra improvvisata di Emilio non si affacciò praticamente più nessuno. Anzi, molti cominciarono a lamentarsi di non trovare il biliardo e gli altri giochi e una settimana dopo lo stesso Enzo confermò con tono deciso che quello sarebbe stato l'ultimo mercoledì in cui avrebbe svuotato temporaneamente la sala per le pazzie del figlio.

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Martina arrivò a pomeriggio inoltrato, trovandolo da solo in sala biliardo, mentre staccava i quadri dalle pareti. La accolse con un sorriso sereno e un'alzatina di spalle: ci aveva provato, ma era andata male. Mostrò all'amica il risultato della settimana indicando la cassetta delle offerte, che conteneva ad occhio e croce una quarantina di euro.

"Un po' poco per chi pensava di aver trovato l'idea della vita, vero? Ma questa settimana trascorsa qui seduto, mi ha dato il tempo di riflettere su un'altra trovata geniale...". Lei lo fermò sul nascere, alzando una mano all'altezza del viso, per poi replicare: "Stanno cercando un portiere nella ditta in cui lavoro e secondo me saresti il candidato ideale!"

Emilio la scrutò perplesso. "Pensaci bene," continuò lei, "in fondo l'esperienza di stare seduto a lungo ad aspettare già l'hai fatta. Parlare con le persone e dare informazioni per te non è un problema, e nei momenti di tranquillità potrai anche dedicarti ai tuoi lavoretti artistici multimediali."

"In realtà con questi quaranta euro io pensavo di iniziare a...". Si bloccò a metà, persuaso dallo sguardo scettico dell'amica. "Forse è meglio che li usi per offrirti una pizza stasera, così potrai parlarmi più approfonditamente del mio nuovo lavoro."

Fine

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