Lo Stadio Stadio Città dello sport Re Abd Allah di Jeddah, saudipics, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
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UNA MISSIONE: RENDERE IL FAVORE A CEFERIN |
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Ci siamo già occupati ieri dell'esclusione per un anno della Juventus dalle competizioni UEFA, ricevuta in seguito ad un'annata surreale, nella quale il club ha giocato praticamente per tutta la passata stagione senza alcuna possibilità di veder riconosciuti i propri risultati ottenuti sul campo. Prima, quinta o settima, penalizzata o meno, per Madama sarebbe stata la stessa cosa, alla faccia del calcio del popolo.
L'ultima società italiana ad iscriversi così al club degli avvoltoi, dopo la "regina del mercato" Milan (con i soldi di una qualificazione in Champions League letteralmente regalata da Santoriello, Gravina e Chiné) e la Roma del "mago" José Mourinho, promosso come sesto, ma in realtà capace sul campo di guadagnare solo un ennesimo settimo posto, sarà la Fiorentina di Rocco Commisso.
Per i viola si apriranno insperatamente le porte della Conference League, competizione persa in finale qualche settimana fa in favore degli inglesi del West Ham, nonostante l'ottavo posto in graduatoria e la finale (anch'essa persa) di Coppa Italia non consentissero loro un'ulteriore avventura europea.
Il presidente della Fiorentina, Rocco Commisso, mediacom communications corporation, CC BY-SA 3.0, attraverso Wikimedia Commons
Da un uomo e imprenditore di successo, come Rocco Commisso, che più volte ha dichiarato di mettere davanti i veri valori al vile denaro, ci si poteva aspettare una rinuncia alla competizione, la cui partecipazione non è obbligatoria. Quale migliore occasione infatti per dimostrare con i fatti l'adesione, della Fiorentina e di tutta la città , ai dettami dello sport, tanto sbandierati in questi anni di presidenza proprio in contrapposizione con l'arroganza torinese?
Evidentemente tuttavia, il buon patron viola, da affarista navigato e vecchio volpone nostrano, ha ben compreso quali siano i punti del ferro su cui battere per ottenere visibilità e, un po' come successo al momento di intascare i soldi delle cessioni di Vlahovic e Chiesa, anche i veri valori possono momentaneamente essere riposti nel cassetto, se in conflitto con gli affari.
Naturalmente tutte le squadre italiane, in particolar modo le "necrofaghe", riceveranno il mio caloroso tifo durante la prossima stagione europea, insieme a spassionati auguri di un brillante percorso, un po' come fatto per le tre finaliste dell'anno passato, ma per tutte le grandi escluse dei cinque campionati europei maggiori, potrebbero comunque aprirsi scenari interessanti.
Innanzitutto i nomi, dato che la Juventus è in ottima compagnia se si considerano le squadre prive l'anno prossimo di impegni europei. Oltre ai bianconeri infatti, da martedì a giovedì si siederanno rigorosamente davanti alla TV anche giocatori e tifosi di Monaco, Lione, Tottenham, Chelsea, Athletic Bilbao, Werder Brema e Wolfsburg.
Otto squadre, potenzialmente elevabili anche a dodici, se si vogliono includere rappresentanti di altre nazioni europee o club con una certa esperienza continentale, come Boavista, Twente e Trabzonspor, da affiancare a squadre locali, per realizzare una competizione dal carattere alternativo a quelle dell'UEFA, ma probabilmente molto più ricca. Dove? Naturalmente in Arabia Saudita.
Prime Minister's Office (GODL-India), GODL-India, attraverso Wikimedia Commons
Il torneo ideale comprenderebbe sedici partecipanti, da dividere in quattro gironi da altrettante squadre dei vari campionati coinvolti, in grado di promuovere le prime due ai quarti di finale. Tutte le partite si disputerebbero negli stadi arabi, e fungerebbero da incredibile ulteriore volano per il calcio del luogo.
Del resto, oltre ai calciatori, la cui prima migrazione è cominciata già questa estate, ai rappresentanti del calcio saudita non resterebbe che portare da quelle parti le più famose squadre del Vecchio Continente, a cominciare dalle grandi escluse dall'UEFA, in un torneo dal carattere ufficialmente amichevole.
Ipotesi irrealizzabile? Forse, anche se una competizione ad inviti, con le squadre non qualificate ufficialmente per le coppe, potrebbe essere più difficilmente contrastabile di un progetto in pianta stabile come la Superlega. Del resto, è altamente probabile che gli arabi dispongano di molta più forza contrattuale e capacità di convincimento in quel di Nyon, rispetto ai carbonari del pallone.
Chiuso il post, scriverò ai responsabili del calcio saudita, lanciando la mia proposta, anche se sono certo che ad un qualcosa del genere abbiano già pensato. E a dire la verità , sarebbe bellissimo.
Statemi bene, alla prossima!
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