Furbetti, ASL e protocolli: un'altra divertente storia italiana [#steemexclusive - #multilanguage]

dubbio.jpg
Immagini prive di diritto d'autore


tenor.gif Read this post in your language with Google Translate! tenor.gif


📢 Attenzione amici: fino a sabato è possibile partecipare alla quarta puntata del mio contest "Sports Duels", che mette in palio per questa settimana un montepremi di 27 Steem + un premio finale di 30 Steem. Il gioco è aperto a tutti, anche a chi non ha partecipato alle precedenti puntate!


Vi ricordate la paradossale vicenda della partita Juventus-Napoli, dello scorso campionato? I partenopei, che avevano tra le loro fila riscontrato un paio di casi di positività al covid-19, si rifiutarono di partire per Torino, nonostante il protocollo firmato da tutte le squadre ad inizio campionato imponesse loro di giocare ugualmente la gara, dopo aver isolato i calciatori indisponibili ed aver testato il resto della rosa.

L'azienda sanitaria campana infatti, aveva ritenuto di dover intervenire per bloccare la partenza della squadra di Aurelio De Laurentiis, sostenendo come il viaggio per Torino rappresentasse un grave rischio per la salute pubblica. La giustizia sportiva, nei primi due gradi di giudizio, aveva dato torto ai campani, proprio in base alle regole sottoscritte da tutti alla ripresa del campionato, e assegnato il 3-0 a tavolino alla Juventus (oltre ad un punto di penalizzazione per il Napoli).

Secondo i giudici federali, così come diverse squadre avevano affrontato alcune trasferte prive anche di nove giocatori positivi, non sussistevano le necessarie premesse per cui il Napoli dovesse sottrarsi all'impegno; anzi, nelle motivazioni veniva chiaramente sospettata la premeditazione da parte della società, che aveva cancellato il volo per il capoluogo piemontese addirittura il giorno antecedente alla gara.

Ma come siamo ormai abituati a riscontrare da alcuni anni, l'incrocio tra Juventus e Napoli è diventata una sorta di partita da "liberi tutti", all'interno della quale anche l'impensabile può accadere. E così, chi in passato ha dovuto digerire l'unico rinvio per maltempo della storia con il sole splendente, deciso unilateralmente delle autorità civili napoletane (guarda caso dopo una partita di Champions League della squadra partenopea) già si aspettava il ribaltamento delle due precedenti sentenze durante il terzo grado di giudizio, di fronte alla commissione di garanzia del CONI.

In buona sostanza, essa stabiliva il principio che le autorità sanitarie dispongono del diritto di scavalcare tutti gli accordi sportivi in essere, e di poter mettere il veto sulla disputa di alcune partite, qualora venga intravisto un rischio per la salute pubblica. L'esultanza per la corretta interpretazione data dal CONI alla vicenda fu, come spesso accade in questi casi, multilaterale: a più colonne si è celebrato il ritorno della giustizia e l'assennatezza delle istituzioni e del presidente De Laurentiis, che aveva così evitato una possibile strage.

Già, perché come come l'avremmo messa, si è chiesto qualche imparzialissimo cronista, se si fosse contagiato, ad esempio, Cristiano Ronaldo, o se nelle grinfie della malattia fossero terminati De Ligt, Bonucci, Morata e altri sei o sette giocatori bianconeri, spegnendo così i sogni di gloria della stagione juventina già alle prime giornate? Insomma un applauso corale fino a spelarsi le mani per il senso civico della società partenopea e la stigmatizzazione del solito comportamento antisportivo da parte della Juventus, che pretendeva addirittura di giocare una partita quando previsto dal calendario e in ossequio degli accordi intrapresi.

Napoli e Juventus rigiocarono quella partita, affrontandosi altre due volte, fino ad arrivare alla sfida dello scorso 6 gennaio. Anche in questo caso i partenopei giungono alla gara più sentita dell'anno con qualche defezione: in particolare, Lobotka, Rrahmani e Zielinski risultano indisponibili, perché colpiti da un provvedimento di quarantena come contatti stretti di casi positivi. Si prova di nuovo la strada del rinvio, ripetendo test diagnostici ogni due o tre ore nei nasi dei poveri calciatori, a caccia di qualche positività, oltre a quella del tecnico Luciano Spalletti, che giustifichi una nuova mancata partenza, ma per fortuna tutto il gruppo gode di una salute di ferro.

A questo punto ci si aspetterebbe, da un presidente che ha dimostrato in passato un così alto grado di filantropia come il buon Aurelio De Laurentiis, il mancato impiego dei membri della rosa colpiti dal provvedimento sanitario: del resto non solo la buona creanza vuole come si debba a tutti i costi evitare il rischio di diffondere la malattia tra compagni e avversari, ma la voce della ASL, predominante solo un anno prima, meriterebbe anche questa volta di prevalere su ogni altra considerazione.

Invece, con grandissima sorpresa, i tre alfieri azzurri partono ugualmente insieme alla squadra, scendendo per di più in campo dal primo minuto. Il Napoli si appellerà proprio al protocollo firmato nel 2020, che prevede la possibilità di far compiere ugualmente ai calciatori in quarantena il percorso casa lavoro, e che un anno prima aveva giudicato di rango inferiore rispetto alle indicazioni dell'autorità sanitaria, ma che questa volta è diventato, in maniera piuttosto comica, l'albero maestro a cui aggrapparsi.

Ieri, in merito alla vicenda, è arrivato l'inevitabile deferimento del presidente De Laurentiis, del responsabile sanitario del club, Raffaele Canonico e, per responsabilità oggettiva, dello stesso club partenopeo, colpevoli (questa è l'accusa) di non aver impedito la partenza dei tre calciatori verso Torino.

Le possibili sanzioni andrebbero dalla sconfitta del Napoli, 0-3 a tavolino, ad una penalizzazione in classifica o, nel caso più favorevole, ad una forte multa. La campagna assolutoria a mezzo stampa tuttavia è già partita, e fa leva sul precedente che ha visto protagonista Ciro Immobile, in campo da positivo contro il Torino, e la Lazio di Lotito, in grado (come di solito accade quando è coinvolto il presidente bianco-celeste) di cavarsela con un buffetto e un giro di colazioni pagate al bar.

Inutile credere che questa volta la vicenda finirà in modo molto diverso: da juventino ho grande familiarità con il temibile Palazzo e posso garantire che ultimamente sembra essersi parecchio addolcito.



frafio gif.gif
Image created on www.canva.com website, free of copyright

H2
H3
H4
3 columns
2 columns
1 column
10 Comments