Sebbene anche quelli precedenti si siano difesi egregiamente, l'anno del Signore 2023 passerà alla storia, sotto un punto di vista sportivo, come quello più assurdo di sempre, in cui tutte le regole sono state stravolte e la giustizia sportiva ha dimostrato di poter diventare iniqua ed interpretabile a seconda dei soggetti coinvolti.

Abbiamo assistito a goal regolari di un paio di metri annullati per fuorigioco dal VAR pur senza disporre delle immagini, a squadre penalizzate pesantemente per norme mai inserite nel codice di giustizia sportivo, mentre altre venivano assolte per i medesimi capi di imputazione, ad allenatori squalificati, ma graziati con insolite sospensive della pena giusto per non fargli saltare una determinata partita, a curve chiuse per cori razzisti senza che gli ispettori sul campo si accorgessero di nulla e altre con avvertimenti a far cessare determinati cori certificati dagli speaker dello stadio, sanzionate solo con una leggera multa.

La cosa curiosa di tutta questa follia è che ognuno di questi casi abbia coinvolto sempre la medesima società, la Juventus, terminata nel mezzo di una vera e propria guerra con le istituzioni calcistiche italiane ed europee. Il motivo, confermato da diverse fonti, non è nemmeno troppo difficile da scoprire: Gravina ha bisogno dei soldi dell'UEFA per rifare gli stadi, in vista della candidatura ad Euro 2032, ma in cambio, come il cacciatore di Biancaneve, deve servire a Ceferin la testa della Juventus, una delle ribelli del progetto Super League, su un piatto d'argento.

Qualcuno obietterà che in realtà i piemontesi hanno riavuto indietro i loro punti dal CONI, cosa che dimostrerebbe l'effettiva imparzialità del sistema, ma a ben leggere i dispositivi usciti dal collegio di garanzia, ne emerge la classica soluzione pilatesca. La sentenza emessa dalla Corte d'Appello Federale era troppo sgangherata, illogica e carente di motivazioni per poter essere accettata, ma invece di annullarla in toto, come molti giuristi neutrali si aspettavano, da Roma hanno scelto semplicemente un rinvio delle carte al mittente per instaurare un nuovo processo, in modo da salvare capra e cavoli.

Tradotto in altre parole, alla Juventus verrà concessa un'ultima chance di scendere a patti con Ceferin e Gravina, rinnegando la Superlega e forse anche la causa di risarcimento intentata alla FIGC per Calciopoli, per così ottenere un patteggiamento; in caso contrario, sarà condannata lo stesso ad una sostanziosa penalizzazione, che magari influisca anche sulla prossima stagione, questa volta demandata ad un collegio incaricato di trovare almeno una parvenza di filo logico nel discorso.

Se gli episodi sopra menzionati e tutto l'accaduto degli ultimi mesi non vi bastano per dar credito a quanto sostenuto, forse vi convincerete un pezzetto di più sentendo l'ultima trovata proveniente dalla FIGC, la grazia ricevuta da Romelu Lukaku in merito alla squalifica rimediata in Coppa Italia, che permetterà al centravanti belga di poter prendere parte alla semifinale di ritorno, naturalmente contro la Juventus, nonostante una condotta deprecabile confermata nei due gradi di giudizio sportivo.

Non è mia intenzione scendere nel merito di discorsi di opportunità o meno, di lotta al razzismo (sacrosanta, purché non condotta a maglie alterne, come fatto dalla FIGC e dai media nostrani) o altre cose del genere, ma vi basti sapere che quanto deciso dal presidente federale Gabriele Gravina, in pieno delirio di onnipotenza, rappresenta un unicum in oltre 130 anni della storia del calcio italiano.

Nessun atleta, squalificato dalla giustizia sportiva per condotte di campo, era mai stato riabilitato, motu proprio, dal presidente federale prima d'ora, anche perché, nel farlo, la FIGC ha un'altra volta scavalcato, come se niente fosse, il codice di giustizia sportivo: l'istituto della "grazia" nei confronti di soggetti squalificati, è previsto infatti soltanto nel caso di inibizioni a tempo (ad esempio, 1 o 2 anni), sempre che sia già stata scontata almeno metà della pena.

La credibilità delle istituzioni del pallone italiano, per chi non abbia gli occhi completamente accecati dal tifo, è ormai scesa ampiamente sotto il limite dell'accettabile, ma la cosa più grave è che per andare dietro alla folle battaglia di un dittatore come Ceferin, si sta rischiando di far saltare in aria l'intero sistema.

Si stanno creando pericolosi precedenti che rischiano in futuro di paralizzare il calcio in un'infinità di procedimenti e ricorsi. Con che faccia infatti si potrà d'ora in avanti squalificare un giocatore che provoca una curva, se questo potrà sostenere di essere stato insultato dai tifosi? Si è pronti a sopportare eventuali incidenti che alcuni facinorosi potrebbero provocare? In che modo si potranno evitare sanzioni e penalizzazioni nei confronti della decina di altre squadre coinvolte nei casi plusvalenze paralleli (Napoli e i suoi scambi farlocchi col Lille in testa)?

_{Il centro sportivo Tre Fontane di Roma, foto da Sergio D’Afflitto, CC BY-SA 3.0 IT, via Wikimedia Commons}

Indipendentemente da dove stia la ragione, si è permesso che il veleno dell'UEFA penetrasse in tutti i gangli del nostro calcio, creando un clima di odio e caccia alle streghe sempre più violento. Sono notizia di ieri gli sputi e gli insulti ricevuti dal tecnico bianconero, Joe Montemurro, al centro sportivo Tre Fontane, in occasione della partita scudetto tra le versioni femminili di Roma e Juventus.

E se uno schifo del genere ha raggiunto anche il calcio del gentil sesso, considerato fino a ieri un oasi di rispetto e pace, frequentato esclusivamente da tifosi della domenica e famiglie, significa proprio essere arrivati alla frutta. Sono certo che, come successo con Calciopoli, tra trent'anni o giù di lì, una puntata di una qualche trasmissione di approfondimento ci svelerà tutti gli accordi segreti intercorsi in questo periodo, ma forse per allora il calcio come lo conosciamo oggi non esisterà più.

E io sono il primo ad augurarselo, anzi a consigliare alla Juventus di uscire da un sistema per il quale, in un modo o nell'altro, rappresenta una sorta di anomalia mal digerita. Il calcio non inizia né finisce con l'UEFA e la FIGC, e che si chiami Super League o in un'altra maniera, le alternative sono possibili, sempre a patto di volerle davvero.

Statemi bene, alla prossima!