Rocchi e la toppa peggio del buco - Rocchi and the patch worse than the hole [Multilanguage]

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Il designatore arbitrale, Gianluca Rocchi. Tommaso Fornoni, CC BY 3.0, da Wikimedia Commons

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DICHIARAZIONI PRIVE DI SENSO

Gianluca Rocchi da Firenze, agente di commercio classe 1973, è stato uno dei migliori arbitri della storia del calcio italiano. Occupa il terzo posto nella classifica delle gare dirette in Serie A, dietro al mitico Concetto Lo Bello e ad un altro fischietto piuttosto iconico dei nostri tempi, il vicentino Daniele Orsato.

Nel 2019, penultimo anno prima del ritiro per raggiunti limiti di età, ha occupato il quarto posto nella classifica IFFHS dei migliori arbitri del mondo, arrivando a dirigere la finale di Europa League tra Chelsea ed Arsenal. Dopo aver smesso di calpestare i prati verdi dello Stivale e del resto del Vecchio Continente, ha assunto inizialmente un ruolo di consulente arbitrale, per poi diventare designatore nel 2021.

Oltre ad una carriera notevole, detiene ancora oggi un piccolo record, avendo diretto, nel campionato 2008/2009, due partite appartenenti alla medesima giornata. Inoltre è stato il primo arbitro italiano ad aver interrotto una gara a causa di cori razzisti provenienti dagli spalti. Insomma, un fischietto sul quale si poteva fare affidamento, specialmente in occasione delle sfide più infuocate.

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L'arbitro Daniele Orsato. Werner100359, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

A questo brillante curriculum tuttavia, Rocchi sembra aver deciso di mettere la parola fine da quest'anno, quando nelle attuali vesti di designatore dei due principali campionati italiani ha deciso di diventare opinionista fisso della trasmissione "Open VAR", che sull'emittente DAZN affronta i più spinosi e controversi casi arbitrali delle ultime giornate di campionato.

Se con la presenza del proprio designatore in trasmissione e l'ascolto dei dialoghi originali avvenuti tra arbitri e sala VAR, l'AIA pensava di garantire il massimo della trasparenza sulle decisioni prese dagli arbitri e di evitare così il dilagare delle polemiche, l'effetto ottenuto fin qui è risultato diametralmente opposto.

Probabilmente quella attuale non passerà alla storia come l'edizione della Serie A più discussa di sempre (a meno di, al momento improbabili, ribaltoni in testa alla classifica, nel cui caso lo diverrà senza dubbio), ma il livello delle polemiche è risultato fin qui molto vicino al limite massimo. Non passa domenica senza lamentele, più o meno giustificate, da parte di allenatori o presidenti, in un susseguirsi di fischi e correzioni (o mancate tali) da monitor controverse e al limite dell'incomprensibile.

In tutto questo, il buon Rocchi ci ha messo come dicevamo del suo. Se l'introduzione del VAR, voluto proprio per limitare al massimo la discrezionalità degli arbitri ed uniformare i giudizi, riesce ancora oggi a far esprimere il designatore arbitrale di fronte alla riproposizione di un episodio dubbio con frasi come:

Per me questo è più rigore che no...

Significa che nel calderone la zuppa comincia a puzzare.

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Werner100359, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Ma tra tutte le uscite temerarie degli ultimi tempi piovute dalla bocca dell'ex arbitro, questa non si avvicina nemmeno ad essere la più clamorosa. Facciamo un piccolo passo indietro e spostiamoci alla penultima giornata di campionato, quando l'Inter capolista ha affrontato in casa il Verona: sul risultato di 1-1, al 93° minuto i padroni di casa hanno trovato il goal della vittoria, in un'azione viziata chiaramente dalla gomitata in pieno volto rifilata dall'interista Bastoni ad un avversario.

Nell'audio dell'episodio, reso pubblico su DAZN, l'arbitro Nasca, addetto al VAR, ha commentato davanti al monitor invitando il collega Fabbri in campo a fischiare, per interrompere l'azione; tuttavia, dopo la revisione, ha misteriosamente comunica allo stesso, in un capolavoro di illogicità, che il goal era da considerare regolare.

Rocchi ha ammesso lo sbaglio di entrambi, ma si è difeso asserendo che l'errore dal dischetto di Henry sul successivo calcio di rigore fallito dal Verona e che avrebbe potuto riportare in parità i veneti un minuto dopo...

non è stato colpa di Fabbri o Nasca...

Qualcosa di francamente allucinante, uno spostamento del focus dal problema arbitrale ad una successiva normalissima fase della partita, al quale si fatica ad assegnare anche solo lontanamente una parvenza di logica. Perché i più maliziosi si sono sentiti legittimati a pensare che il penalty per gli ospiti sia stato concesso come una sorta di compensazione a quanto loro tolto prima, cosa che sarebbe infinitamente più grave.

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L'arbitro Piero Ceccarini, circondato dai giocatori dell'Inter dopo il triplice fischio della partita con la Juventus (1998). Immagine di pubblico dominio

Ma non è tutto, perché Rocchi, a nome della classe arbitrale, ha deciso di dire basta alle critiche e alle illazioni, minacciando di adire per vie legali qualora in un prossimo futuro dovessero continuare accuse o supposizioni poco eleganti sui direttori di gara. Che esistono da almeno trent'anni, ma chissà perché sono sempre state tollerate.

Già, perché a questo punto chissà cosa starà pensando il povero arbitro Ceccarini di Livorno, al quale da un quarto di secolo ricordano il contatto Iuliano-Ronaldo come la madre di tutti gli errori arbitrali. E chissà cosa si sarebbe detto allora di un designatore che lo avesse difeso sostenendo:

Non è certo colpa di Ceccarini se l'Inter, anche segnando l'eventuale rigore (cosa non scontata) e pareggiando la partita (cosa ancora meno scontata), non avrebbe comunque fatto i punti necessari nelle successive giornate per superare la Juventus e vincere lo scudetto.

Statemi bene, alla prossima!

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