Scollamento dalla realtà [#steemexclusive - #multilanguage]

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Andrea Agnelli, photo by Quirinale.it, Attribution, via Wikimedia Commons
John Elkann, photo by Marco Alfa, CC BY-SA 2.0, attraverso Wikimedia Commons


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Questo non sarà il solito post nel quale mi scaglierò contro la dirigenza della Juventus, almeno non per i soliti motivi. Non l'accuserò di aver sbagliato praticamente ogni mossa da tre anni a questa parte, né citerò nuovamente il folle ingaggio di Massimiliano Allegri, il peggior allenatore della Serie A, richiamato quando la pancetta da pensionato stava già facendo bella mostra di sé al Gabbione di Livorno, o ritornerò, a mo' di disco rotto, sull'incapacità di costruire un mercato sensato da parte dei vari successori di Beppe Marotta.

Non intendo tuttavia risparmiare ulteriori frecciate a chi, come il pittore di inizio novecento, Claude Monet, si è rivelato capace di distruggere il proprio capolavoro in pochissimo tempo, ma l'argomento di queste righe lascerà per un attimo da parte i tormentoni delle passate stagioni, per concentrarsi esclusivamente sull'ultima follia di chi tira le fila in casa bianconera, e sull'ulteriore spaccatura in vista con la base dei tifosi.

Sebbene non esistano ancora comunicazioni ufficiali in merito, pare infatti che alcuni club ufficiali di sostenitori bianconeri abbiano ricevuto una lettera da parte della società circa i prezzi relativi agli abbonamenti per la prossima stagione. Se pensate che la Juventus, reduce da annate che definire deludenti appare un eufemismo, abbia scelto di ripartire dal calore del proprio pubblico, vi sbagliate di grosso, perché nemmeno il peggior campionato dai tempi di Del Neri ha indotto la società a rivedere la propria politica.

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Photo by Gabriele Barberis, CC BY-SA 3.0 IT, via Wikimedia Commons

Se al primo anno di vita dello Juventus Stadium, con l'inizio del ciclo vincente di Antonio Conte, acquistare un abbonamento in Curva Sud costava 270 euro, oggi questa cifra sarebbe più che raddoppiata, arrivando a toccare quota 670. Un incremento del 150% in nemmeno un decennio, che se fino agli anni scorsi era stato giustificato con la costante crescita della società, anche a livello internazionale, poco si sposa con l'ultimo periodo, nel quale i campioni (leggasi Ronaldo e Dybala) stanno iniziando a compiere il percorso inverso, lasciando Torino.

E l'esplosione dei costi relativi all'Allianz Stadium appare ancora meno comprensibile se paragonato con i prezzi applicati dalle due squadre milanesi per i posti più popolari di San Siro, fermi ad un costo decisamente più popolare inferiore ai trecento euro. Inoltre, la graduale scomparsa degli ultras dalla curva, che ha trasformato la casa bianconera da catino infuocato a tetro deserto, in cui si sentono cantare solo i tifosi avversari, sembra delineare una strategia ben chiara dalla proprietà bianconera, quanto mai desiderosa di trasformare il proprio impianto più in una sala concerti che in uno stadio.

Lo stadio "teatro" del resto, è sempre stato un pensiero fisso di Andrea Agnelli e John Elkann, e quale mossa migliore se non un folle innalzamento dei prezzi dei settori più popolari, che elimini buona parte di quei tifosi (i più giovani) che ancora avrebbero voglia di cantare e sgolarsi per la propria squadra del cuore, potrebbe raggiungere l'obiettivo?

Già, perché quei quaranta euro richiesti per guardare dal posto più scomodo ogni partita della squadra, per di più di solito tendente a trasformarsi in una sofferenza contro qualsiasi avversario, gridano vendetta. E i sospetti crescono se si prendono in esame i costi degli altri settori dello stadio, anch'essi aumentati nel periodo preso in esame, ma addirittura più "convenienti" rispetto ai posti VIP acquistabili nelle gare interne di Inter e Milan.

A meno che le voci circolate nelle ultime ore non ricalchino in toto o in parte la strategia del "Governo dei migliori", volta a buttare in giro prime ipotesi piuttosto sconvolgenti solo al fine di testare la reazione dell'opinione pubblica, per poi spesso ritrattare (come nell'ultimo caso delle mascherine ai seggi), continua a risultare strano il motivo di tanto accanimento verso la parte più calda della propria tifoseria.

Dal momento dell'arresto degli ultras dediti alle attività illecite, alcuni gruppi storici del tifo bianconero si sono disciolti, ma nulla è stato fatto per trattenere gli altri, ai quali si è addirittura vietato di portare allo stadio bandiere, tamburi, striscioni e tutto ciò che caratterizzava le varie coreografie. Una distruzione controllata dall'interno che ha creato una frattura mai più risanata negli ultimi tre anni.

Sarà un caso, ma con il passare delle stagioni l'Allianz Stadium si è sempre più trasformato da fortezza inespugnabile a terra di conquista per tutti, medie, piccole e piccolissime squadre comprese. Da quel che riportano i gruppi organizzati, la società rifiuta qualsiasi forma di mediazione e per protesta gli ultras impediscono il lancio, anche sporadico, dei cori, da parte del resto della tifoseria.

Cose che capitano, quando chi comanda vive in un universo parallelo, o quando ha in mente, per un motivo o per un altro, la distruzione della creatura che amministra. Ci tocca sperare che l'ipotesi giusta sia la prima.


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