Dite la verità, avete mai creduto, anche solo per un istante, che una delle grandi Nazionali potesse uscire prematuramente da Euro 2020? E attenzione, non vi sto chiedendo se ci speravate, quello è un altro discorso. Il sottile desiderio di vedere alcuni presunti protagonisti, come Spagna o Germania, abbandonare prematuramente la competizione, è un brivido che ha più volte attraversato anche me, ma la realtà si presenta spesso in forme molto diverse.

Ieri sera, per alcuni minuti, Germania e Portogallo si sono ritrovate all'ultimo posto del girone, con la concreta prospettiva davanti agli occhi di dover fare le valigie prima del tempo. Tuttavia, che l'epilogo della storia avrebbe alla fine penalizzato la coraggiosa Ungheria di Marco Rossi era un sentimento che aleggiava nell'aria come un temporale estivo, e che alla fine si è scatenato con tutta la sua forza.

A far la differenza tra i magiari e il Portogallo ci hanno pensato quegli ultimi sei minuti dello scontro diretto, che hanno permesso ai campioni d'Europa di dilagare e vincere la gara di Budapest. Curioso come il sogno di proseguire l'avventura continentale sia stato strappato ieri alla Nazionale del premier Viktor Orban sempre a sei minuti dal novantesimo, questa volta per opera del teutonico Goretzka.

Se ci occupassimo di numerologia potremmo tranquillamente affermare che il numero 84 non porta benissimo all'Ungheria, ma si è rivelato fortunato per le sue avversarie. E così dietro il primo posto dei francesi, anche ieri apparsi piuttosto svogliati e non all'altezza della prima prestazione contro la Germania, si è collocata proprio la Nazionale di Joachim Löw, apparsa una volta ancora iper vulnerabile in difesa.

Negli ottavi i tedeschi dovranno incrociare i guantoni con un'altra delle favorite della vigilia, l'Inghilterra di Gareth Southgate, prima nel proprio girone con appena due reti segnate, ma con la porta ancora inviolata. Una delle due abbandonerà per forza di cose la scena, ed è comunque un'ottima notizia per qulle Nazionali che puntano a vincere il trofeo e succedere al Portogallo.

Portogallo che dal canto suo sta replicando il cammino di Euro 2016, e anche questa volta andrà avanti come terza qualificata. Anche per Cristiano Ronaldo (che ha già messo a segno cinque reti in tre partite) e soci ci sarà l'incrocio con una delle avversarie peggiori possibili, il Belgio di Romelu Lukaku, riproponendo così una sorta di derby di Serie A tra i due attaccanti di Juventus e Inter.

Alla fine se la cava anche la Spagna, che sommergendo di reti la Slovacchia è riuscita in un colpo solo ad agguantare il secondo posto e ad estromettere proprio la Nazionale dell'ex giocatore del Napoli, Marek Hamsik. Luis Enrique e i suoi giocatori proveranno a chiedere strada alla Croazia, altra mezza delusione di questa fase iniziale, che con i colleghi iberici condividono lo stesso trascorso: una partita sopra le righe (l'ultima) a fronte di due delusioni inziali, più che sufficiente per andare avanti nell'Europeo itinerante.

Tirando le somme, non è difficile notare come siano poche le squadre che hanno spinto sull'acceleratore per tutte e tre le partite: una formula che manda avanti tre compagini su quattro in quasi tutti i gioni non invoglia certamente a sputare sangue nelle prime partite, consigliando magari ai protagonisti di conservare le energie per la fase calda del torneo.

Oggi si riposa, ma da domani non sarà più possibile nascondersi. Vedremo se le difficoltà viste inizialmente in relazione ad alcune delle favorite verranno improvvisamente superate dal brivido dell'eliminazione, ma in ogni caso auspico che questa formula possa essere rivista in futuro per non svilire troppo il senso dei gironi eliminatori.