Il significato simbolico dei cibi consumati durante le festività.

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Ciao amici, oggi vorrei condividere con voi una cosa che ho scoperto leggendo un bel libro che in fondo la pagina vi lascio, tra novembre e febbraio una sequenza di riti conduce attraverso il periodo dell'anno nel quale il buio prevale sulla luce del sole, la vita vegetale è a riposo e in decomposizione e nuovi semi vengono seppelliti sotto terra in attesa di una nuova nascita.
Tra novembre e febbraio una sequenza di riti conduce attraverso il periodo dell'anno nel quale il buio prevale sulla luce del sole, la vita vegetale è a riposo e in decomposizione e nuovi semi vengono seppelliti sotto terra in attesa di una nuova nascita. Secondo antiche credenze comuni in molte culture, inoltre in questo periodo, durante il quale morte e rinascita si mescolano, anche le barriere tra il regno dei vivi e quello dei morti si assottigliano e spiriti e fantasmi vagano sulla terra.

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Le festività natalizie si inseriscono nel contesto di antichi riti che auspicano il rinnovamento della vita e tra questi riti, il cibo occupa un ruolo centrale.

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A Verona, nella notte tra il 12 e il 13 dicembre, i bambini offrono a Santa Lucia, al suo asinello e al fedele Castaldo latte e biscotti, un bicchiere di vino, una carota e della paglia, che sistemano sul tavolo della cucina affinchè questi spiriti benevoli possano ristorarsi e lasciare in cambio i doni tanto desiderati. Babbo Natale, in voga in tutta Italia, ormai, dal secondo dopoguerra, non è esente dal ricevere questo genere di offerte gastronomiche da parte dei bambini che lo attendono.

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A Napoli, è tradizione apparecchiare per il morto, ovvero preparare un piatto con all'interno un mandarino privato della polpa e riempito con dell'olio e uno stoppino al fine di creare un lumino da accendere in ricordo di coloro che sono deceduti durante l'anno appena trascorso, nonché lasciare sulla tavola, terminata la cena, dolci natalizi e frutta secca a disposizione delle anime che potrebbero vagare durante la notte.

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A proposito di frutta secca, l'usanza di consumarla durante le festività invernali, al naturale o inserita all'interno dei dolci, è un richiamo al seme, che in apparenza morto, si conserva a lungo e racchiude in sé la vita: quindi, mangiare semi e frutta secca è un modo per augurarsi la rinascita, la prosperità, l'abbondanza e la fertilità. Ecco, allora, che molte usanze italiane prevedono di mangiare le noci, le fave, le lenticchie, la melagrana, per assicurarsi fortuna denaro l'anno successivo.

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In molte zone d'Italia, inoltre, il cenone natalizio prevede di consumare pesce e frutti di mare; anche questi alimenti sono legati alla fertilità, dal momento che provengono dal mare, nel quale fermenta la vita.

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Solo dopo la mezzanotte della Vigilia di Natale o dell'ultimo dell'anno, è concesso mangiare carni rosse, ma smembrate, quindi nella forma del cotechino, del zampone o della salsiccia: ciò, all'interno di un rito di passaggio, simboleggia la distruzione del tempo passato per lasciare spazio a tutto ciò che il nuovo anno può offrire.

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Fonte: La simbologia del presepe di C.Widmann, edizione Ma.Gi. srl, 2004.


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