La produzione di rifiuti in Italia supera la crescita del PIL (by @kork75)

La produzione di rifiuti in Italia supera la crescita del PIL

Ogni anno, gli italiani producono quasi 30 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, con una media di 500 kg pro capite. Questi dati, forniti dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), mostrano che la produzione di rifiuti in Italia non solo supera la crescita del PIL, ma anche quella degli altri Paesi europei. La produzione di rifiuti in Italia è influenzata da diversi fattori, tra cui il modello di consumo, lo stile di vita, il livello di reddito, la distribuzione territoriale della popolazione e le politiche pubbliche. Tra questi, il modello di consumo è quello che ha maggior peso, in quanto determina la quantità e la qualità dei beni e dei servizi richiesti dalla domanda. Secondo l'ISPRA, il consumo pro capite degli italiani è aumentato del 2% tra il 2018 e il 2019, mentre il PIL è cresciuto solo dello 0,3%. Questo significa che gli italiani consumano più di quanto producono, generando così una maggiore quantità di rifiuti. Inoltre, la produzione di rifiuti in Italia è superiore alla media europea, che si attesta a 487 kg pro capite. Tra i Paesi dell'Unione Europea, l'Italia si colloca al settimo posto per produzione di rifiuti urbani, dopo Cipro, Malta, Danimarca, Germania, Lussemburgo e Francia.

Tuttavia, se si considera anche la produzione di rifiuti speciali (quelli derivanti dalle attività economiche non domestiche), l'Italia sale al secondo posto con 143 milioni di tonnellate nel 2018, dopo la Germania con 226 milioni. Secondo uno studio di REF Ricerche, ogni anno si producono più di 80 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, con una crescita del 21,5% nel decennio 2010-2020, superiore alla flessione dell'8,2% del PIL nello stesso periodo. In Italia, i rifiuti speciali rappresentano il 46% del totale dei rifiuti prodotti nel Paese. La maggior parte dei rifiuti speciali proviene dalla gestione delle acque e dei rifiuti stessi (42,2 milioni di tonnellate), seguita dalla manifattura (23,4 milioni di tonnellate) e dall'edilizia (7,9 milioni di tonnellate). Lo studio di REF Ricerche individua diverse cause che spiegano questo fenomeno. Una di queste è la mancanza di una disciplina efficace dei sottoprodotti e dell'End of Waste, ovvero i processi che consentono di riutilizzare i materiali e gli scarti come materie prime seconde. Per questo motivo, l'Italia produce più rifiuti speciali rispetto ad altri Paesi europei: 42 kg per ogni 1000 euro di PIL, contro i 32 della Spagna, i 35 della Germania e i 33 della Francia.

Video (ISPRA Streaming - Dirette@ISPRAVideoStreaming)
Rifiuti speciali. Cresce il riciclo, cala la discarica
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In conclusione
Gli studi riportati sopra (aspettando ulteriori dati) offrono una fotografia preoccupante della situazione dei rifiuti in Italia, che evidenzia il mancato disaccoppiamento tra la crescita economica e l'impatto ambientale. Si tratta di un problema che richiede un intervento urgente e coordinato da parte delle istituzioni, delle imprese e dei cittadini, al fine di garantire uno sviluppo sostenibile e competitivo del Paese. Questo richiede anche un cambiamento radicale a livello culturale, normativo, tecnologico e organizzativo.

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