Su le Maneskin!

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Alla fine hanno vinto i Maneskin.
Erano loro i favoriti ma erano, al tempo stesso, anche coloro i quali non avrebbero mai dovuto e potuto vincere.
Hanno portato il rock a Sanremo, quello duro e puro, e lo hanno fatto sia con la canzone vincitrice, sia con la cover di "Amandoti" straordinariamente arrangiata insieme a Manuel Agnelli degli Afterhours.
La vittoria dei Maneskin, checchè se ne pensi è stata un momento di straordinaria rivoluzione per Sanremo e per la musica italiana.
Giovani, aggressivi, liberi.
I Maneskin possono non piacere, e a me fino a quando non li ho ascoltati sul palco dell'Ariston nella serata delle cover non avevano mai fatto impazzire, ma sono indubbiamente una ventata di aria fresca che spazza via in un colpo solo le Amoroso e i Fedez di questo mondo.
I Maneskin, ed Amadeus che ha creduto in loro, sono la dimostrazione che non serve essere rapper, trapper, hippopper, youtuber, tiktokker per essere bravi e di successo, anzi, la sensazione è che appena i Maneskin si saranno tolti di dosso gli strascichi da talent e i consigli non richiesti di quelli che li vorrebbero più soft e targettizzati verso il grande pubblico, allora forse potremo riavere tra noi un rock italiano di altissimo livello.
Ed è stato proprio un "finto rapper" come Willy Peyote a dare la mazzata definitiva al mondo finto dei finti artisti da like e visualizzazioni grazie alla sua canzone "mai dire mai" che ha colto nel segno quest'epoca di cambiamenti e di prodotti preconfezionati che vanno dalla musica alla serialità, passando per la moda e la cinematografia.
E' stato un Sanremo musicalmente molto dimenticabile. Gli artisti son sembrati spenti e le canzoni scialbe.
Qualche eccezione c'è stata ed è stata sempre all'insegna dell'innovazione, la spensieratezza e il ritmo.
Pensiamo a Lo Stato Sociale o Colapesce e Di Martino, Toffolo o Comacose, Madame o La Rappresentante di Lista. Semisconosciuti che hanno portato un pizzico di brio e divertimento.
E' stato un festival molto brutto ma date le circostanze temo che non si potesse fare di meglio.
E allora grazie e applausi a Fiorello ed Amadeus che, nonostante il covid e l'assenza di pubblico, sono riusciti a farci staccare la spina per qualche giorno.
Ode a loro e arrivederci all'anno prossimo.
Nel frattempo "su le Maneskin" e zitti e buoni

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