Words of Life, Words of Music - Episodio 3. I giardini di marzo. Nostalgia, sentimenti e mancanza di coraggio con Lucio Battisti [ITA-ENG]

Hi guys, this is the second episode of the series "Words of life, words of music". I hope that you like this kind of post! If any of you want that I talk about a specific song, just tell me! The post has been written both in Italian and in English.

I GIARDINI DI MARZO

Nostalgia, sentimenti e mancanza di coraggio con Lucio Battisti

A marzo arriva la primavera, i giardini si “vestono di nuovi colori” e, insieme ai fiori, sbocciano nuovi amori. Immagino che molti di voi avranno già capito il titolo della canzone di cui parlerò nell’episodio di Words of Life, Words of Music di questa settimana: I giardini di marzo, di Lucio Battisti (le cui parole sono state scritte da Mogol).

La canzone, divenuta un classico della musica italiana, è un miscuglio di nostalgia, sentimenti e mancanza di coraggio. Partendo da ricordi d’infanzia, per poi spaziare in un presente dove il tempo non esiste, il testo ci trasmette emozioni che a molti di noi potrebbero anche sembrare famigliari.

Le prime due strofe dipingono immagini di infanzia e adolescenza del narratore (Mogol le descrive come autobiografiche), presentando due aspetti in particolare: la povertà e la solitudine (più esplicitamente, l’incapacità di mescolarsi con gli altri). La povertà si intravede nei “soldi che erano già finiti” e nella madre che indossa sempre gli stessi vestiti (meravigliosa la metafora dei fiori del vestito “non ancora appassiti”). Il narratore/ragazzo è solo, cerca il coraggio di imitare i compagni ma, non riuscendoci, torna “a giocar con la mente e i suoi tarli”.

BattistiLucio.jpg
This photo has been taken from Wikimedia commons, By Poigne.

La nostalgia del passato lascia spazio, nel ritornello, ad un presente indefinito dove dilaga la passione. Una passione immensa nel cuore del narratore che assume la forma della natura e dell’universo. Una passione che, però, non è accompagnata dal coraggio necessario per esternarla e vivere (“ma il coraggio di vivere, quello ancora non c’è”).

Nella terza strofa l’amore inespresso trova la sconfitta. L’amata si innamora di un altro uomo, lei chiede aiuto al narratore, il quale non ha rivelato il suo amore e si trova così distrutto, quasi ucciso. Le parole dell’amata, infatti, sono talmente forti che per il protagonista equivale ad essere ucciso (“dicesti: tu muori”).

Il cantante (o meglio, Mogol) non può far altro che andare avanti e immergersi nelle sue passioni, avvolgersi nella sua anima, nelle interminabili praterie e colline, in un fiume azzurro sotto un cielo immenso, dove però manca ancora il coraggio di vivere.

Termino lasciandovi il testo della canzone e una breve descrizione riassuntiva. Spero che il post vi sia piaciuto!

TheBigPas

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Testo de I giardini di marzo

Il carretto passava e quell'uomo gridava gelati
Al ventuno del mese i nostri soldi erano già finiti
Io pensavo a mia madre e rivedevo i suoi vestiti
Il piu' bello era nero coi fiori non ancora appassiti

All'uscita di scuola i ragazzi vendevano i libri
Io restavo a guardarli cercando il coraggio per imitarli
Poi, sconfitto, tornavo a giocar con la mente i suoi tarli
E alla sera al telefono tu mi chiedevi perché non parli (mm, mm)

Che anno è, che giorno è?
Questo è il tempo di vivere con te
Le mie mani come vedi non tremano più
E ho nell'anima
In fondo all'anima cieli immensi
E immenso amore
E poi ancora, ancora amore, amor per te
Fiumi azzurri e colline e praterie
Dove corrono dolcissime le mie malinconie
L'universo trova spazio dentro me
Ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è

I giardini di marzo si vestono di nuovi colori
E le giovani donne in quei mesi vivono nuovi amori
Camminavi al mio fianco e ad un tratto dicesti "Tu muori"
"Se mi aiuti, son certa che io ne verrò fuori"
Ma non una parola chiarì i miei pensieri
Continuai a camminare lasciandoti attrice di ieri (mm)

Che anno è, che giorno è?
Questo è il tempo di vivere con te
Le mie mani come vedi non tremano più
E ho nell'anima
In fondo all'anima cieli immensi
E immenso amore
E poi ancora, ancora amore, amor per te
Fiumi azzurri e colline e praterie
Dove corrono dolcissime le mie malinconie
L'universo trova spazio dentro me
Ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è


CanzoneI giardini di Marzo
AutoreLucio Battisti, Mogol
Data di uscita1972
AlbumUmanamente uomo: il sogno




Episodi precedenti

[ENG]

I GIARDINI DI MARZO

Nostalgia, feelings and lack of courage with Lucio Battisti

In March, spring arrives, the gardens “si vestono di nuovi colori” and, together with the flowers, new loves blossom. I imagine that many of you will have already understood the title of the song I will talk about in this weekly episode of Words of Life, Words of Music: I giardini di marzo, by Lucio Battisti (whose words were written by Mogol).

The song, which has become a classic of Italian music, is a mixture of nostalgia, feelings and a lack of courage. Starting from childhood memories, and then wandering into a present where time does not exist, the text instill emotions that many of us might even seem familiar to.

The first two verses paint images of the narrator's childhood and adolescence (Mogol describes them as autobiographical), in particular presenting two aspects: poverty and loneliness (more explicitly, the inability to mingle with others). Poverty can be glimpsed in the "soldi che erano già finiti" and in the mother who always wears the same clothes (wonderful metaphor of the flowers of the dress "non ancora appassiti"). The narrator/boy is alone, he seeks the courage to imitate his companions but, failing to do so, returns “a giocar con la mente e I suoi tarli”.

Nostalgia for the past leaves space, in the refrain, for an indefinite present where passion spreads. An immense passion in the heart of the narrator that takes the shape of nature and the universe. A passion that, however, is not accompanied by the courage necessary to externalize it and live ("ma il coraggio di vivere, quello ancora non c’è").

In the third verse, unexpressed love finds defeat. The beloved falls in love with another man, she asks the narrator, who has not revealed her love for her, for help, and he is destroyed, almost killed. The words of the beloved, in fact, are so strong that for the protagonist it is equivalent to being killed ("dicesti: tu muori").

The singer (or rather, Mogol) can not help but go ahead and immerse himself in his passions, wrap himself in his soul, in the endless prairies and hills, in a blue river under an immense sky, where however the courage to live is still lacking.

TheBigPas

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