Delle cose successe nel periodo in cui non ho scritto una in particolare mi ha portato a riflettere su come uno spot pubblicitario potesse avere un effetto a valanga nell'opinione pubblica, tale da finire su articoli di giornale e scatenare discussioni sui social. Lo spot in questione è l'ultimo realizzato da Gillette, nota marca di rasoi e altri oggetti per la cura personale, se siete tra coloro che ancora non hanno avuto l'occasione di vederlo non vi basta che scrivere gillette nella ricerca di youtube ed è uno dei video più recenti con svariati milioni di visualizzazioni (lo trovate sul canale ufficiale della Gillette).
Faccio una piccola premessa: penso che chiunque si occupi di business e crei del materiale di marketing non debba usare tale materiale per spingere narrative politiche, razziali o comunque per "schierarsi" con un gruppo in particolare. La trovo una cosa particolarmente scorretta e che tende a lungo andare a creare divisione da un lato e "brutta" pubblicità dall'altro (seguendo il principio che tutte le attenzioni sono le benvenute).
Ma passiamo allo spot vero e proprio, dal titolo "The best men can be" ovvero il meglio che gli uomini possono essere. Questo si apre con frasi come "il movimento metoo" (sul quale ce ne sarebbero di cose da scrivere, ma servirebbe un post a parte), "toxic masculinity" ovvero mascolinità tossica; in quel che sembra un dito puntano nei confronti dello spettatore in forma di accusa, si susseguono scene di ragazzi che si rincorrono, si picchiano, scene televisive poco plausibili come quella dell'uomo che palpa la domestica mentre il pubblico se la ride. Il messaggio è semplice, se sei un ragazzo o se sei un uomo sei con ogni probabilità una persona pericolosa, cattiva e che va riformata completamente (ma non era uno spot sui rasoi?).
Public domain.
Ecco torniamo al tema principale, perché in questo spot di rasoio non se ne vede nemmeno uno, ma nemmeno una schiuma da barba, niente di niente. Praticamente se non ci fosse il nome della compagnia sotto al video non si capirebbe nemmeno cosa vogliono vendervi.
Ed è questo uno dei motivi (secondo me) che hanno portato molte persone a condannare e/o criticare duramente questa mossa di maketing che sembra più un'agenda socio/politica piuttosto che un classico spot pubblicitario come quello storico dell'imbianchino per strada con un pennello gigante, impossibile dimenticarselo. Invece che puntare alla presentazione del prodotto, oppure a una frase d'effetto, o a qualche battuta divertente ci si sposta su un territorio del tutto diverso.
Insomma, devo ammettere che sono stanco di questa propaganda anti maschile che ha preso sempre più piede negli utimi anni, dai cartelloni sulla violenza (che commettono solo gli uomini) alle leggi di genere (particolarmente in certi paesi) per finire appunto alle operazioni di marketing che non fanno altro che gettare benzina sul fuoco. Posso affermare, con orgoglio, di non aver mai alzato un dito su una donna e di sentirmi sempre più inquadrato come "il cattivo" della storia e solo perché appartengo al genere maschile. Se questo trend non cambierà e si continuerà a fomentare la narrativa di "un genere è buono, l'altro è cattivo" sarà come infierire su un avversario già steso a terra che chiede all'arbitro di fermare l'incontro perché impossibilitato a difendersi, nell'indifferenza generale.
Credo che ci siano persone pessime sia tra gli uomini sia tra le donne, credo che sarebbe l'ora di porre fine alle rivalità ed esaltare invece il completamento che scaturisce dall'unione piuttosto che dalla competizione a ogni costo.
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