"Tutto il mondo è un palcoscenico, e tutti gli uomini e le donne solamente degli attori."
Cominciamo da una citazione estremamente famosa del grande William Shakespeare che più o meno tutti conoscono. Intraprendere un ruolo è una cosa che a volte viene automatica e a volte è frutto di costruzione, pensiero e duro lavoro. Ma nonostante tutto, sempre un ruolo resta, sempre una fantasiosa interpretazione del nostro ego e del nostro pensiero che a volte si rivela molto più fragile e molto più falso di quello che realmente alberga dentro ognuno di noi. Non credo che esista persona che possa negare quanto affermato da Shakespeare, che il vostro ruolo ve lo siate costruiti da soli o che sia frutto di come e dove siete stati cresciuti.
L'ispirazione per questo post mi è venuta da una chiacchierata con alcuni amici tenutasi qualche giorno fa, il tema era come sono fatte le persone alla base, se siano buone o cattive. Tutti abbiamo concordato sul fatto che con ogni probabilità non esiste nessuno che sia totalmente buono o totalmente cattivo, ma sicuramente una delle due parti che coesistono dentro di noi può prevalere e ridurre l'altra al lumicino.
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Un'altra grande citazione che fino ad oggi mi era piaciuta è attribuita a François de La Rochefoucauld e recita: "Ci sono dei malvagi che sarebbero meno pericolosi se non fossero assolutamente capaci di bontà." Che i malvagi siano pericolosi non vi sono dubbi, che sarebbero meno pericolosi se non fossero assolutamente capaci di bontà? pure, specialmente perché mostrare quella bontà per secondi fini può essere un'arma letale e può costruire una facciata di buonismo e alto livello di moralità che non rappresentano minimamente il soggetto. Vero, questi malvagi sarebbero meno pericolosi se non potessero servirsi della bontà in alcun modo, ma è possibile un caso del genere?
Secondo il pensiero razionale esposto in precedenza no, anche dentro al più malvagio dei malvagi alberga un briciolo di bontà, che non ha in genere lo scopo di portare equilibrio e magari prevalere ma piuttosto di supportare il lato oscuro della personalità che ne fa uso.
Quindi, per quanto la citazione mi sia sempre piaciuta, è a mio avviso utile solo ed esclusivamente a fare una riflessione, ma non descrive in alcun modo un essere umano, perché il malvagio al 100% non esiste. In effetti siamo noi stessi, tramite la scelta del nostro ruolo (su questo palcoscenico immenso) a far prevalere la parte malvagia o la parte buona; non solo per come vogliamo essere ma anche ad uso e consumo dei nostri obbiettivi e delle nostre idee.
Ma quindi, meglio chi è malvagio e si spaccia per buono facendo completamente finta e indossando una maschera ancora più colorita degli altri, oppure meglio quel malvagio che dichiara la sua indole e sfrutta quel poco di bontà solo nei momenti in cui ne trae vantaggio?
A primo occhio potrebbe sembrare la stessa cosa, perché sia il finto buono che il cattivo seguono la stessa indole, eppure c'è una differenza enorme. Il malvagio puro sfrutta la bontà solo ed esclusivamente quando gli fa comodo, non indossa la maschera della bontà costantemente, in particolare non va sbandierando idee morali, correnti del pensiero umanitario più altruistico possibile, ideologie che vanno di moda e via dicendo. Al contrario il finto buono è quello che va in chiesa ogni domenica, che tiene dei discorsi lunghi e pomposi su quanto lui/lei sia una persona di tutto rispetto, su come sia importante salvare questo, salvare quello...ecceta eccetera. In effetti sono fortemente convinto che sia il finto buono ad essere il peggiore, perché non mente principalmente agli altri ma a se stesso. Trasportato, per scelta o per mancanza di facoltà mentali, da una ideologia all'altra, da un moral high ground all'altro; non fa altro che sedersi sulla sedia che odora di santità e gode del supporto altrui e di tutto quello che ne deriva, almeno fin quando la maschera non crolla rovinosamente a terra, rivelando il volto di un malvagio che tutto vorrebbe essere meno che se stesso.
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