L'illusionista, visione di gioco impressionante. Classe 1984 e colonna portante del Futbol Club Barcelona per 22 anni, tra giovanili e prima squadra, punto fermo della nazionale spagnola. Il soprannome usato ad inizio articolo per Don Andrés, ed ecco subito un'altro, è abbastanza chiaro, riusciva a far credere ai propri avversari di voler fare una cosa per poi farne tutt'altra, nascondeva il pallone e lo faceva riapparire poco dopo, anche se per i suoi rivali era ormai troppo tardi, aveva inventano la giocata ed era già lontano dal poter essere contrastato. Giocate, invenzioni, numeri, gol e ed assist spettacolari, un giocatore davvero unico nel suo genere, difficile far paragoni con giocatori passati. Una perla rara, nel Barca ha vinto tutto, un palmarès invidiabilissimo il suo: 9 campionati spagnoli, 6 Coppe del Re, 7 Supercoppe spagnole, 4 Champions League, 3 Supercoppe UEFA e 3 Coppe del mondo per club.
Altrettanto invidiabili sono i successi ottenuti con la propria nazionale, quella Spagnola, con la quale è riuscito a vincere 2 campionati europei , una confederations Cup e soprattutto un mondiale, traguardo mai raggiunto prima da nessuna selezione del proprio paese nella storia del calcio. In quasi 20 anni trascorsi nel club del suo cuore, è sempre stato una bandiera per il popolo blaugrana, quando la scorsa estate ha deciso di lasciare il club per recarsi in Giappone a giocare con i Vissel Kobe, era stato cercato dagli rivali del Real Madrid, squadra per la quale tifava da bambino. Proprietario di un'azienda vinicola, una passione che condivide con un altro grandissimo centrocampista, Andrea Pirlo, è un alieno in campo ma umano nella vita di tutti i giorni e come tutti anche lui ha delle paure, come quella di volare, proprio come il padre. È considerato un giocatore talmente straordinario che gode la stima di ogni giocatore sulla faccia della terra, persona pacata e mai sopra le righe, nel suo paese natale Fuentealbilla, gli è stata dedicata una via che ora porta il suo nome, talmente è alta la stima nei suoi confronti da parte dei suoi compatrioti.
Versatilità a 360°, capace di ricoprire tutti i ruoli del centrocampo, ultimamente giocava come esterno perché i suoi compagni di reparto, Xavi e Busquets, erano capaci esclusivamente a fare diga e creare gioco davanti alla difesa, lui no, Andrés è capace di fare semplicemente tutto, capace di accelerare o rallentare a piacimento il gioco della squadra. Uno dei momenti più importanti e significativi della sua carriera è stato il gol che al 93' in semifinale tra Chelsea e Barcellona è stato soprannominato Iniestazo, ha qualificato la squadra guidata da mister Guardiola per la finale poi vinta a Roma. Il secondo è il gol al 116' della finale del Mondiale 2010 tra Spagna e Olanda, un gol che ha fatto vincere per la prima volta nella storia una coppa del mondo alle furie rosse, che in quegli anni avevano senza alcun dubbio i giocatori più forti in praticamente ogni reparto del panorama mondiale. Di quest'ultimo gol dice di “aver sentito il silenzio” nel momento in cui stava per colpire il pallone: concentrazione allo stato puro, è riuscito ad annullare qualunque interferenza che avrebbe potuto avere con l'esterno.
Sfiora di un soffio il pallone d'oro, che avrebbe ampiamente meritato soprattutto dopo la vittoria del mondiale. Il 2009 è per lui un anno storico, vince tutto ma proprio tutto ciò che è possibile vincere con la maglia di un club nell'anno solare, Campionato, Coppa e Supercoppa nazionali, Champions League, Supercoppa europea e Coppa del Mondo per Club... Sextiplete!!! Sei trofei di fila per coronare una carriera strabiliante nel migliore dei modi, nessuno può vantare questo traguardo strabiliante, nella storia del calcio non era mai successo che una squadra dominasse il settore calcistico in quella maniera, un record da capogiro che fa del Barcellona una della squadre più forti mai esistite del panorama mondiale da quando è nato il calcio.
Vi lascio in maniera egregia, con le sue magie, vere e proprie opere d'arte di un campione che ha fatto parlare di se quasi esclusivamente con le sue splendide giocate sul campo, un esempio di umiltà e carattere che dovrebbe essere d'esempio per le generazioni future.
