Tanto tuonò che piovvE, anche se la pioggia di gol è solo un miraggio.
L'Italia s'è desta e soprattutto parrebbe aver trovato uomini ed assetto giusto o almeno ad essa congeniale.
Un 4-3-3 "piccolo" con tanta qualità e con gli uomini più talentuosi in campo.
In un Italia cosi priva di talento è fondamentale aggrapparsi a quei pochi che hanno caratura internazionale o proprietà tecnico-tattiche di livello assoluto.
In quest'ottica è una novità importante vedere il doppio playmaker con Jorginho e Verratti insieme. La coppia di registi in campo l'Italia diventa meno aggressiva ma più imprevedibile e non è un caso che dai loro piedi partano le occasioni più pericolose con delle verticalizzazioni che forse solo 10-15 centrocampisti al modo sono in grado di fare.
Immagine priva di diritti di copyright
A fare da "cane da guardia" al loro estro Mancini ha trovato un Barella che promette di diventare un top player in 2-3 anni abbinando corsa e talento a centrocampo.
La difesa con Biraghi e Florenzi sugli esterni ha trovato spinta e grinta e la coppia Chiellini - Bonucci da garanzie dettate da esperienza e affiatamento.
Insigne e la sua 10 stanno finalmente garantendo prestazioni come quelle che vediamo ogni settimana col Napoli.
Chiesa cresce partita dopo partita ed in attacco Immobile deve solo trovare la forma e l'assetto giusto ma ha dimostrato di poter essere la punta che serve.
Resta un'Italia con poche speranze di essere grande da subito ma con un'età media molto bassa nell'11 iniziale è importante puntare su un nucleo e su un assetto tattico sul quale lavorare per rendere al massimo.
Lo 0-0 col Portogallo ci estromette dalla Nations League ma ci dice che siamo abbastanza solidi dietro, molto propositivi a centrocampo, vivaci in attacco ma poco cinici.
La strada è quella giusta, vediamo dove porterà.