Eravamo alla metà degli anni '80. Il 1985 pareva essere un anno felice per la famiglia Oriali.
Il genietto matematico di sesso femminile, la brillante Ombretta, stava per sposarsi con il fisico.
Ornella, invece, aveva terminato gli studi musicali e, nel frattempo, aveva anche studiato le lingue straniere, per cui aveva in previsione a breve una partenza in tour per tutta Europa. Avrebbe esercitato sia la musica (aveva scritture in varie capitali europee) che le lingue.
Orietta, per contro, non aveva in progetto altro che continuare a lavorare con la madre. Ogni giorno diventava più abile e fantasiosa con i vestiti da sposa. A ventisei anni, era una sarta da cerimonia rifinita e, inoltre, come soleva dire sua madre, era una ragazza veramente assennata. Niente grilli per la testa, capricci, desideri strani. Lavoro e operosità erano le sue caratteristiche. Oltre a una tranquillità olimpica che non sembrava essere scalfita da alcunchè.
A giugno Ombretta si sposò e andò a vivere definitivamente a Pisa.
Subito dopo Ornella partì per la sua avventura musicale che sarebbe durata almeno un anno e Orietta rimase da sola con i genitori nella grande casa su tre piani, compreso il pianoterra dove si trovava l'atelier.
Lo zio Oscar (con la O anche lui) lavorava come capostazione e poi aveva hobby tutti maschili, tipo il calcio (vedere le partite), il biliardo e la partita a poker del giovedì. In realtà, dopo la nascita della terza figlia, la sua famiglia aveva preso un a piega talmente improntata a quella maggioranza femminile creatasi.
Così il padre delle graziose fanciulle si era ritagliato sempre più spazi esterni, dato che casa sua era invasa prima da bambole e case di Barbie, poi da trucchi e vestiti di ogni tipo e, per giunta, anche i due bagni erano quasi sempre occupati, tanto che Oscar talvolta si faceva la doccia al diurno della stazione.
Ora la situazione era un po' cambiata, tanto più che Orietta era molto riservata e raramente portava amici a casa, mentre le altre due avevano un quantità incredibile di conoscenze e amicizie di vario grado e portavano a casa ogni giorno almeno un'amica o un amico.
(continua)