"La stampante", diciassettesima puntata

Trascorsero alcuni giorni in cui Clarissa lavorava con grande solerzia e, contemporaneamente, cercava di studiare per l’esame di avvocato.
Non le andava di perdere tempo in chiacchiere cosicchè le sue uniche conversazioni in studio erano quelle con Ludmilla, la stampante.
“Cara mia – diceva- troppi pranzi in questo periodo. Per carità, non sono ingrassata, ma mi sento piena di spazzatura. A parte Rita, le altre conversazioni a tavola sono state deprimenti. Nasi senior, maschilista e prevaricatore; Linda, nevrotica e vanesia; Marco, indeciso e poco volenteroso; Nasi jr, frustrato e bigotto. Le segretarie, oche pettegole.
Lasciamo perdere Bruno Dondi … con lui mi rifiuto proprio di pranzare.
Che banda! Meno male che ci sei tu, Ludmilla, fedele e precisa”
“Clarabella!” echeggiò improvvisa la voce dell’avvocato Dondi.
“Ma che fai, parli con la stampante? Non ho capito cosa dicevi [meno male, pensò Clarissa], ma ti ho sentito borbottare. Sei messa male, ragazza. Esci, vai al cinema, trovati un fidanzato.”
[E dai! Pensava Clarissa furibonda]
“Sì, va bene, avvocato, ci penserò”.
E, nel pronunciare queste parole, frettolosamente raccolse i suoi documenti ed uscì dalla stanza, mentre Dondi scuoteva il capo con un sorrisetto ironico.
Negli ultimi tempi, comunque, alcune cose erano cambiate.
I Nasi la consideravano di più.
Il maturo avvocato la incitava a studiare e le esprimeva spesso parole di elogio. Federico, invece, da quando erano passati al tu, era diventato più confidenziale. A volte le sembrava quasi che la corteggiasse. Ma di sicuro si sbagliava. Lei, comunque, rispondeva sempre brevemente a qualsiasi domanda o considerazione, era sfuggente. Non aveva nessuna intenzione di creare equivoci.
Linda, invece, era sempre più isterica e svagata.
Ma quella davvero fuori di sé era Piera. Aveva perso il controllo più di una volta, con le segretarie, con Marco e perfino col vecchio Nasi.
Quest’ultimo, palesemente, non la sopportava.
“Clarissa, la tua collega mi sembra sempre peggio e già partiva male. Però, almeno prima riusciva a produrre qualcosa, ora litiga e urla e non fa un caxxo”
Questi discorsi imbarazzavano terribilmente Clarissa, anche perchè corrispondevano al vero, ma lei non voleva partecipare a chiacchiere e diffamazione. Proprio no. Certo, Piera, nei suoi panni, non avrebbe avuto tutto quel riguardo, ma ciò non le importava.
Essere corretta era qualcosa che aveva imparato in famiglia fin dalla nascita e non sarebbe mai diventata né un’oca rabbiosa né uno squalo competitivo.

(continua)

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