Il giorno dopo Piera era di umor nero. Non salutò nessuno, tanto che l’avvocato Nasi borbottò. “Certe donne andrebbero ridimensionate. Pensano di essere fenomeni e invece …”.
Clarissa tacque, anche se Nasi senior si era rivolto a lei.
Dopo il pranzo in cui aveva messo le cose in chiaro, lui aveva cambiato atteggiamento.
Pur nei limiti della sua misoginia, la considerava di più e le dava spesso incarichi di un certo peso.
“Cerca di passare l’esame, signorina, così poi ti associamo allo studio”
“Avvocato, grazie, farò del mio meglio”
“Ma sai che guardo quella serie TV, The good wife, quell’avvocatessa che ha il marito puttaniere. Mi ricorda un po’ te, seria, preparata, decisa”
Clarissa era strabiliata.
“Grazie ancora, avvocato. Anch’io guardo quel telefilm. Alicia è bravissima, mi sta facendo un gran complimento”
“Meritato. Direi che sei meglio di quel coglione di mio figlio”
Eccoci- pensò Clarissa, sperando che nessuno avesse sentito.
In quel mentre suonarono alla porta dello studio e, dato che le segretarie erano impegnate, Clarissa andò ad aprire.
Le comparve davanti una donna sui quaranta, con i capelli raccolti in uno chignon, che indossava un tailleur di alta sartoria.
“Buongiorno, tu devi essere Clarissa”
“Sì, con chi ho il piacere?”
“Sono Rita Nodali, la moglie di Bruno”
“Ah, molto piacere” rispose la ragazza “Però, l’avvocato non c’è. Credo che debba trattenersi in tribunale ancora un po’”
“Peccato – rispose l’altra- Oggi sono uscita prima da scuola – insegnava lettere alla scuola media – e ho pensato di passare e magari pranzare con mio marito”
Strano, pensò Clarissa, non era mai successo in quasi due anni.
“Però, guarda, dato che ormai è ora di pranzo, potresti farmi compagnia, andiamo al ristorante greco, qui vicino. Poi provo a chiamare Bruno e sento se può raggiungerci”
Clarissa era imbarazzata. Un altro pranzo no, non ce la poteva fare, ma poi con una sconosciuta…
Ma l’altra non le lasciò alternative e pochi minuti dopo si incamminavano insieme verso il ristorante.
(continua)
