Mi ero ripromesso di non parlarne vista la difficoltà e di limitarmi forse a postare delle foto delle pagine con dei di passaggi particolarmente significativi. Ma il mio entusiasmo per il Doctor Faustus di Thomas Mann è talmente grande che non riesco a reprimere la voglia di scriverne. Quello che vi dirò non ha pretesa di organicità per due ordini di motivi: non sono né un germanista, né un filosofo, né un musicologo e in secondo luogo non l'ho manco finito, sono ancora al Capitolo XXX. La lettura va ovviamente lenta vista la complessità ai limiti dell'impossibile dell'Opera. Complessità che mi spinge ogni tanto a leggere considerazioni della critica.
Si tratta di un Opera potentissima, una delle più significative del XX° secolo. La struttura narrativa è assolutamente non banale: si tratta della narrazione della vita del compositore Adrian Leverkühn scritta negli anni 40 (in piena seconda guerra mondiale) dall'amico d'infanzia Zeitblom. Tranne che nel cruciale XXV capitolo dove Mann sceglie di riportare alcune pagine del diario dello stesso Adrian. Questa costruzione narrativa scelta dal grande scrittore tedesco è davvero ingegnosa e per nulla narcisistica; ma funzionale alle intenzioni dell'autore consentendo di tracciare un parallelismo tra la Germania guglielmina (quella dove si svolgono le vicende riguardanti Adrian) e quelle della Germania hitleriana (quelle in cui il suo amico Zeitblom scrive le vicende). Dunque una scelta che permette a Mann di scrivere la disperata denuncia (denuncia? O presa di coscienza?) sulla natura e sul destino ineludibile del popolo tedesco.
Il romanzo fonde con rara maestria viaggio individuale del personaggio narrato e destino collettivo del popolo tedesco. Un'alchimia perfetta che fonde micro e macro. Temi fondamentali dell'Opera sono sicuramente l'Arte e la Musica nel tentativo di rivelare il mistero deò massimo miracolo dell'Uomo: la creatività.
Chi è l'artista? Cos'è la scintilla della creazione? Cos'è l'opera creata? Cosa distingue il capolavoro dall'opera dozzinale? Cos'è il Canone artistico e come viene rotto (memorabili le pagine sulla dodecafonia)?
In parallelo alle vicende di Adrian e del suo patto faustiano, corre la descrizione storica e il destino altrettanto faustiano del Popolo Tedesco sempre combattuto, e in eterno e precario equilibrio (in attesa dell'inevitabile caduta), tra Apollo e Dionisio (Nietzsche vi ricorda qualcosa?).
Un'opera senza tempo e dunque straordinariamente attuale: strepitoso il XIII capitolo dove Mann spiega l'idea di Unione Europa dei tedeschi. Ma se Mann ha scritto questo romanzo nel 1943, nel suo esilio californiano con l'Europa ridotta a campo di battaglia, come ha fatto a parlare dell'Unione Europea? Non saprei, forse l'autore nella sua permanenza a Palestrina incontrò il Diavolo esattamente come il suo personaggio Adrian Leverkühn.
Un opera perfetta. Un capolavoro disperato.