Cari steemies,
c'è un libro che amo tantissimo. L'ho letto per la prima volta all'università, per il corso di Scenografia, e non l'ho mai più lasciato.
C'è l'ho quasi sempre a portata di mano e oggi mi ha ispirato per il contest ART EXPLOSION WEEK 36: Theme CITY di @juliakponsford.
Non è detto che Kublai Kan creda a tutto quello che dice Marco Polo quando gli descrive le città visitate nelle sue ambascerie, ma certo l'imperatore dei tartari continua ad ascoltare il giovane veneziano con più curiosità che ogni altro suo messo o esploratore.
Comincia così Le città invisibili di Italo Calvino.
Sono descrizioni di città senza luogo e senza tempo, hanno nomi di donna e raccontano di desideri, visioni, angosce, memorie e simboli.
Ho pensato di raccontarvi la mia personale città invisibile.
[L'immagine e il contenuto sono di mia proprietà]
Le città e i segni. PRISCILLA
[L'immagine e il contenuto sono di mia proprietà]
Ogni edificio ha impressi i nomi dei suoi abitanti.
[L'immagine e il contenuto sono di mia proprietà]
Ci sono colori e spessori che disegnano l'architettura.
[L'immagine e il contenuto sono di mia proprietà]
E antenne sui tetti che testimoniano la presenza di vita e la connessione con l'esterno.
[L'immagine e il contenuto sono di mia proprietà]
Se qualcuno lascia il suo appartemento, il suo nome viene segnato in rosso e quel posto non viene mai più occupato.
La città verrà nel tempo cancellata da macchie rosse sempre più grandi. E quando questo accadrà, quello che si potrà vedere di Priscilla sarà solo una città dissanguata e senza vita, sotto un sole di feltro e tra gli alberi rinsecchiti.
L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.
Io scelgo il secondo e voi?
A prestissimo!
Isa
Dear steemies,
there is a book that I love so much. I read it for the first time at the university, for the stage design, and I never left it.
I almost always have it at my fingertips and today I was inspired by the contest ART EXPLOSION WEEK 36: Theme CITY by @juliakponsford.
Kublai Khan does not necessarily believe everything Marco Polo says when he describes the cities visited on his expeditions, but the emperor of the Tartars does continue listening to the young Venetian with greater attention and curiosity than he shows any other messenger or explorer of his.
Thus begins Invisible Cities by Italo Calvino.
They are descriptions of cities without place and without time, have names of women and tell of desires, visions, anguishes, memories and symbols.
I thought about telling you about my personal invisible city.
The cities and the signs. PRISCILLA
[The image and the content are owned by me]
The first thing you notice when you get to Priscilla are the signs on the facades of the buildings.
Each building has the names of its inhabitants.
There are colors and thicknesses that design architecture.
And antennas on the roofs that testify to the presence of life and the connection with the outside.
If someone leaves his apartment, his name is marked in red and that place is never occupied again.
The city will be erased over time by ever larger red spots. And when this happens, what you can see of Priscilla will be only a blighted city without life, under a sun of felt and among the shrunken trees.
[The image and the content are owned by me]
See you soon!
Isa