La stella cometa (@kork75)

La stella cometa

Mancavano pochi minuti alla recita di Natale, all'asilo parrocchiale erano già tutti in trepidazione. I bambini nei lori abiti di scena provavano le loro battute, mentre le maestre e alcune mamme controllavano che tutto era in perfetto ordine. I “mezzani” ci avevano messo due settimane, per preparare il tutto.
Priscilla di cinque anni appena compiuti, era la “stella cometa”. La sua mamma, con il telefonino in mano registrò una "history" da condividere, “Amore mio raccontami qualcosa. Ok?”.


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“Ciao, mi chiamo Priscilla è da poco ho cinque anni e oggi sono la “Stella Cometa”. Quando abbiamo scelto i ruoli per la recita, eravamo tutti felici e contenti. Franco più di tutti, in piedi sulla sedia continuava a ripetere “Io sono George”. Penso che sia ancora convinto di essere il fratellino di "Peppa Pig" e non un pastorello. La mia amica Simona fa "l’Angioletto". Perché lei? Volevo essere io un angioletto. Quel vestitino rosa con le alette, mi piace tantissimo. Come mi dice sempre mio fratello “Priscilla pensa agli affari tuoi!”, subito ci sono rimasta male, ma poi mi è passata la delusione. Suor Giovanna ci ha raccontato la storia della nascita di Gesù Bambino. Una storia antichissima di tantissimo tempo fa. Gesù non è nato all'ospedale come il mio cuginetto Tommaso, ma in una stalla. Alla maestra Cristina ho chiesto perché a Natale siamo tutti più buoni, tranne Franco. Franco l’altro giorno mentre coloravamo i disegni di Natale, mi ha pitturato il grembiulino di rosso. A casa la mamma, mi sgridò tantissimo, ma la colpa non era la mia. Perché mamma mi sgridavi? Poi però, sai che sono brava, allora abbiamo scritto la letterina a Babbo Natale, insieme. L’hai spedita vero? Lo sa che mi piace la bambola quella che dice le parole?


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Torniamo alla recita, bello il mio costume? Giallo, con una lunga coda e ho anche la coroncina, sono contenta di essere una stella. Simona deve recitare una poesia lunghissima. Invece io, sono una bambina di poche parole a pensarci bene meglio la “Stella Cometa” che deve fare solo avanti e indietro e cantare la canzoncina. Cantiamo a “Natale puoi”, noi volevamo cantare, “Faccio quello che voglio”. Le risate alle prove, quando Franco mentre cantavamo partiva con un, “Con questa voce qua, Pa pa ra ra pa pa ra pa pa pa ra ra pa pa pa ra ra”. Le suore e le maestre lo sgridano sempre, ma a me sta simpatico, forse un giorno sarà il mio fidanzato, ci devo ancora pensare. Tutti gli altri bambini sono pastorelli e animali. Il "bue" e "l’asinello" li fanno Giada e Michele. La mamma di Giada, non voleva che lei fosse il "bue", perché suo fratello gemello Luca, che nella recita fa un pastorello, tutti i giorni la chiama “Bu”, facendogli le corna. A me “Bu” fa morire dal ridere, Giada invece piange, una volta si è fatta la pipi addosso perché non voleva andare in bagno; ma questa è un'altra storia. Mamma, adesso devo andare sta per cominciare la recita.”.

Un fragoroso applauso accompagnò l’apertura del sipario.

A Natale puoi (Alicia)

A Natale puoi
fare quello che non puoi fare mai:
riprendere a giocare,
riprendere a sognare,
riprendere quel tempo
che rincorrevi tanto.
È Natale e a Natale si può fare di più,
è Natale e a Natale si può amare di più,
è Natale e a Natale si può fare di più
per noi:
a Natale puoi.

FINE

Con questo racconto, con Il tema e l'ambientazione proposti da @road2horizon partecipo a "theneverendingcontest n° 14 S4-P3-I1 - Contest".

Tema
Filosofia infantile
Ambientazione
Asilo

Saluti @Kork75

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