Ritorno a Kasiha
Capitolo Terzo
Il tempo non cancella il dolore
“Riservata! Alla cortese attenzione del Capitano di Vascello John Thompson”.
“Forse è la volta buona che lo mandano in pensione”
“Perché non lo scopriamo subito? Andiamo al Fisherman's Bar, avrà sicuramente passato la notte da Sally”, rispose Miller.
“Quanti petti ha visto questa schiena, comandante?!”, esclamò Miller.
Colto alla sprovvista, Jo sobbalzò e la sigaretta andò perduta spargendo il suo prezioso contenuto sul pavimento.
“Miller porca troia, sei il solito cretino! Smith è successo qualcosa?
Com'è andato il pattugliamento?”
“Niente di particolare Jo, i lavori della raffineria proseguono ed il molo è quasi pronto. I pescherecci di Alyangula sono ancora tutti in mare e cos’altro? Ah sì, per finire devo darti questa””, rispose Smith porgendo la busta al suo comandante. Poi continuò abbassando quasi d’istinto il tono della voce: “Sembrano esserci novità dalla casa madre... Non l’ho aperta comunque, è riservata a te”
“Il venti di questo mese devo andare alla direzione del personale, pare che mi hanno mandato in pensione. Dice che presto verrà nominato il mio sostituto”
Passò qualche interminabile secondo, poi finalmente Sally ruppe il silenzio.
“Jo, era quello che aspettavamo da un bel po’ di tempo, non è così? Finalmente ce ne andremo via di qua e magari faremo quel viaggio all'isola di Kasiha!”
Gli dette un bacio schioccante sulle labbra e si allontanò verso la cucina, lasciandolo in compagnia di Smith e Miller.
“Kasiha? Mai sentita”, disse lo sceriffo.
“Miller è una lunga e vecchia storia di guerra che non vorresti sentire, dammi retta”, smorzò immediatamente Jo.
“Certo che sei proprio un tipo strano, fattelo dire vecchio”, borbottò Miller.
“Per la miseria, allora questo è il mio ultimo mese da comandante, un goccio di whisky per festeggiare ci sta tutto! Vi unite a me?”
I due lo fissarono negli occhi per un attimo con un’aria strana, quella di chi si sorprende ancora una volta a stupirsi di fronte alla normalità. “No, grazie”, disse lo sceriffo con voce quasi schifata, prima di fare un eloquente cenno con la testa al cognato. “Fai il bravo Jo”, aggiunse prima di prendere commiato dal retro del Fisherman's Bar.
Finì l’intera bottiglia di whisky e si addormentò in veranda.
UN TEMPO PICCOLO
Diventai grande in un tempo piccolo
mi buttai dal letto per sentirmi libero
vestendomi in fretta per non fare caso
a tutto quello che avrei lasciato
scesi per la strada e mi mischiai al traffico
rotolai in salita come fossi magico
toccando terra rimanendo in bilico
diventai un albero per oscillare
spostai lo sguardo per mirare altrove
cercando un modo per dimenticare
dipinsi l'anima
su tela anonima
e mescolai la vodka
con acqua tonica
poi pranzai tardi all'ora della cena
mi rivolsi al libro come a una persona
guardai le tele con aria ironica
e mi giocai i ricordi provando il rischio
poi di rinascere sotto le stelle
ma non scordai di certo un amore folle
in un tempo piccolo
ingannai il dolore con del vino rosso
buttando il cuore in qualunque posto
mi addormentai con un vecchio disco
tra i pensieri che non riferisco
chiudendo i dubbi in un pasto misto
dipinsi l'anima
su tela anonima
e mescolai la vodka
con acqua tonica
poi pranzai tardi all'ora della cena
mi rivolsi al libro come a una persona
guardai le tele con aria ironica
e mi giocai i ricordi provando il rischio
poi di rinascere sotto le stelle
ma non scordai di certo un amore folle
in un tempo piccolo
e mi giocai i ricordi provando il rischio
poi di rinascere sotto le stelle
ma non scordai di certo un amore folle
in un tempo piccolo
TIROMANCINO/FRANCO CALIFANO
Continua...
Ritorno a Kasiha
Capitolo Primo L'uomo giusto
Capitolo Secondo Groote Eylandt