In Cina è stato inaugurato un ponte sul Fiume delle Perle, ed è lungo 55 km. Viene chiamato ponte marino, e unisce Hong Kong, Zhuhai e Macao.
Nel mese di novembre 2017 si sono verificate le ultime gettate di calcestruzzo. A fine ottobre 2018, quindi da nemmeno un mese, poterono circolare le prime vetture.
Il costo dei lavori è di 20 mld di dollari.
Questo ponte è qualcosa di veramente unico, se i dati ingegneristici sono veri. Il materiale principale è di acciaio, circa 400.000 tonnellate, ed è in grado di resistere a terremoti di magnitudo 8, a uragani ed a eventuali scontri con navi da carico.
Dato che il fiume delle Perle è una delle aree più trafficate è stata necessaria la costruzione di un tunnel sotterraneo, di circa 6,7 km, per poter lasciare il transito alle navi mercantili.
Guo Xinglin, uno dei coordinatori , ha dichiarato che per il tunnel sono stati posizionati 33 giganteschi tubi. Ogni tubo è lungo 180 metri, larghi 38 e alti 11, il cui peso è di 80 mila tonnellate. Il materiale è stato costruito sull’isola di Guisham
Sono state costruite due isole artificiali, il che non è stato per nulla semplice realizzarle, ancorate su acque poco profonde, per permettere al tunnel di avere due punti di sbocco.
Una delle due isole son state rese necessarie 120 cilindri di cavi d’acciaio, di 55 metri di lunghezza e un peso non inferiore di 550 tonnellate, più di un Boeing 747.
Il ponte è strutturato in una sezione a tre campate strallate, in cui l’altezza varia tra i 280 metri e i 460 metri.
Dato che il ponte è aperto al traffico, con limitazioni giornaliere, non è consentito superare i 100 km orari. E’ stato anche realizzato un sensore, collegato con le forze dell’ordine, in cui il suo funzionamento rileva se il conducente ha un malore, colpo di sonno o sbadiglia troppo, mentre è alla guida.
Dopo aver visto i dati tecnici messi a punto in tempi davvero da record, passiamo alle critiche.
Molti ingegneri esterni hanno avuto modo di constatare che una delle isole è stata in parte sommersa dal fiume nel mese di aprile.
Questo ha destato parecchie preoccupazioni per l’integrità strutturale dell’isola, ed è stato deciso di monitorarla, per garantire che il lavoro sia di qualità e i requisiti.
Gli ingegneri assicurano la regolarità del progetto e che l’affondamento era voluto.
Ovviamente non è il principale problema, ma anche gli ambientalisti si son fatti sentire; secondo loro questo ponte può aver danneggiato la fauna marittima, e sono stati prontamente rassicurati che l’impatto ambientale è quasi nullo.
Questo ponte era davvero necessario?
Sono state poste molte critiche su questa domanda, a partire dal fatto che per la realizzazione sono deceduti 11 persone e 245 feriti, per mancanza dei requisiti di sicurezza.
Molti si sono chiesti se questo ponte era realmente necessario. Molti sostengono che possa abbattere i costi e tempo, collegando città di alto valore economico ed incentivando il turismo.
La controparte ha ribattuto che bastava, ed era sufficiente, il trasporto aereo, marittimo e ferroviario.
Tra cui anche Claudia Mo ha voluto dire la sua, affermando che questa costruzione ha più valore politico che economico.
Per finire, il ponte non è accessibile a tutti. A quanto riportato dal Guardian chi proviene da Hong Kong deve essere provvisto di permessi speciali, pagare una percentuale di tasse oppure donare soldi ad un’associazione di volontariato.
Sono consentiti i bus privati, ma per il momento il trasporto pubblico no, solo commerciale.