Recensione del libro "Il codice da vinci" di Dan Brown

Parigi, museo del Louvre. Il curatore Jacques Saunière è stato ritrovato senza vita, nella posizione del uomo vitruviano di Leonardo Da Vinci. Accanto al corpo son stati trovati degli indizi misteriosi e una richiesta: Trovare Robert Langdon.
Il professore ora è tra gli indiziati e il maggiore sospettato dalla polizia parigina, ma quest'ultimo, insieme alla nipote del curatore, Sophie Neveu, riuscirà a mascherare il vero assassino.

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fonte pixabay

La mia opinione

Se si aggiungono degli elementi intriganti ( il santo Graal, il lato oscuro della chiesa, i templari, l'arte misteriosa di Leonardo Da Vinci), un protagonista simpatico e una trama scorrevole, il libro non è tanto malvagio.

Non è un'opera che si dimentica facilmente, ed è anche diventato un best seller in breve tempo.

Dan Brown ha ammaliato milioni di persone con questo libro, unendo il mistero con il santo Graal, tema che affascina da sempre, fino ad arrivare alla pittura, con il suo linguaggio visivo.

C'è un però. Questo libro ha scatenato numerose polemiche. La polemica è dovuta al fatto che nelle prime edizioni c'era una nota dell'autore che affermava che i fatti riportati erano veritieri, tutto basato su molte ricerche.

Molti studiosi, compreso lo studioso di religioni italiano Massimo Introvigne, chiesero all'autore di dare le prove delle sue ricerche o di cancellare la nota.
Ovviamente Dan Brown scelse di cancellare quella nota. Il danno ormai era fatto, molte persone credettero alle cose descritte dall'autore, tra cui i fatti tra Maria Maddalena e Gesù, il Santo Graal, i misteri della chiesa cattolica e via dicendo, tutto questo diventò di moda, a tal punto che la gente che lo lesse, si credette esperta in questo campo.
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L'autore non pensava di diffondere in alcun modo nessuna verità con la pubblicazione di questo libro, e se lo pensava, avrebbe dovuto rivedere le sue fonti.

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