Un week end particolare

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Questo week end è stato davvero particolare. Nella giornata di Sabato la prima parte ho dedicato parte delle mie energie alla casa e hai cani, dove la fatica era maggiore. Tentavo di pulire mi ritrovavo le zampate sui pavimenti appena puliti e ancora da asciugare, poi il tentativo di fare il minestrone e via dicendo.

Mentre la seconda parte andai dal compagno ad aiutarlo in negozio. Di solito prima di iniziare a lavorare vado a prendermi un caffè al bar, i primi 4 della mattina non mi bastano per carburare, e gli dico: "Io vado a prendermi un caffè, vuoi qualcosa?". Nel frattempo entrò un cliente cui aveva subito un appuntamento e aveva sentito uno stralcio di conversazione e il mio compagno gli dice: "vede? Questa me la devo sposare e lei va sempre al bar, prima di aiutarmi!".

Mi giro e gli faccio: "E bé? non capisco il nesso tra andare a prendere un caffè e il matrimonio, vai a lavorare e spara poche cavolate".
La commessa è abituata a queste faide, che manco lo sono, dato che tra me è lui c'è tanta ironia, ma il cliente era allibito, mi guarda e dice: "Se lei fosse mia moglie o la mia compagna e mi avesse risposto così le avrei detto di tacere e andare a lavorare".

Il mio compagno stava per alzargli le mani, io mi avvicino e gli stacco dalla testa la parrucca, senza dire nulla. Solo un leggero imbarazzo aleggiava nel negozio, con la conseguenza che il mio compagno gli disse di cercarsi un'altro ottico, e che lì non era più il benvenuto.

Era più indemoniato lui che io, non me l'ero pressa per la cafoneria del signore (se così lo si può definire), ma lui si. Nonostante la differenza d'età, due stili di vita e di lavoro diversi, è il mio angelo custode, e se qualcuno mi tratta come una pezza non esita a diventare cattivo, ed è la persona più calma, composta e brava che io non abbia mai conosciuto.

Come diceva Bud Spencer alias Carlo Pedersoli:

“Non c'è cattivo più cattivo di un buono quando diventa cattivo.”

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Dopo il caffè mi misi al lavoro e dare una mano alla commessa e al compagno. Tra un cliente e l'altro, tra un thé e la toilet, la giornata era quasi conclusa e il tempo di fare la doccia e andare a mangiare un boccone fuori con gli amici in un sushi bar in centro.

Io e un amico in comune avevamo già in mente di farli spaventare e non poco. Entrambi, fanatici della saga di Star Wars ci siamo vestiti molto simili ai Jedi . Abbiamo portato con noi le nostre spade laser, la mia blu e la sua verde, nascoste molto bene.

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fonte pixabay

Dopo cena e una grossa abbuffata di sushi, nigiri e altro, usciamo per le vie del centro. Il piano era di rallentare un secondo, nasconderci dietro un albero.

Passarono pochi minuti e ovviamente la nostra assenza si fece sentire, e si voltarono.

I loro visi erano molto preoccupati, il primo pensiero era che ci avessero fatto del male; ci superarono, e noi prendemmo le nostre spade laser e li seguimmo con passo felpato.

Io arrivai alle spalle del mio compagno, Nicolas (il complice) dietro la sua ragazza.
Quatti quatti arrivammo alle loro gole, le spade erano alla giugulare e le accendemmo gridando: "luridi felloni della morte nera, arrendetevi alla forza e alla luce".

Lo spavento generale e noi, come due cretini io di 30 anni e Nicolas di 45, ridevamo a crepapelle.
Per poco non eravamo single.

La domenica passò con i musi incavolati dei nostri compagni e varie lavate di capo!

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