Quante volte in vita nostra abbiamo sentito esclamare da qualcuno: "Ah povera Italia!"
Oggi vi voglio raccontare di un episodio che mi è capitato qualche giorno fa in università. Non farò il nome, altrimenti rischierei di screditarla ed ovviamente non è quello che voglio. Ma quello che è accaduto se da una parte mi ha fatto molto arrabbiare, dall'altra mi ha fatto riflettere. Al tempo stesso sono sicuro che episodi del genere non capitino solo nella mia università, ma anche in altri atenei.
Ero in segreteria studenti, aperta pensate un po', per "ben" due ore al giorno! Cosa assurda! Vicino allo sfruttamento di quelle povere persone che ci lavorano! Arrivo a mezz'ora dalla chiusura, faccio quello che dovevo fare, non dopo pochi problemi e mi appresto ad andare via. Ad un tratto vedo dei ragazzi che arrivano per avere delle informazioni, in perfetto orario di apertura. La segretaria con tutta la sua arroganza e sfacciataggine li respinge dicendogli:" Ragazzi ho da fare e devo chiudere lo sportello. Andate via." Senza dare ulteriori spiegazioni chiude lo sportello e si barrica dentro la sua stanza. Ci sono rimasto malissimo, come se mi trovassi io al posto loro. Avrei voluto sfondare la porta per lasciarli entrare. Cioè, non solo lo sportello aperto per "ben" due ore al giorno non fregandosene minimamente di chi è pendolare, ma viene chiuso anche prima del previsto? Assurdo!
Io sono sempre stato dell'idea che nella vita il rispetto debba essere reciproco, altrimenti non vale niente. Non esiste che chi ha una posizione "gerarchica, sociale" superiore non porti rispetto dall'alto della sua presunta superiorità. Bisogna avere rispetto di tutti, dal bambino di 5 anni all'anziano di 90, ma solo se questo è ricambiato. E lo stesso deve essere anche in ambito universitario. Sappiamo benissimo l'importanza che professori e ogni singolo componente degli atenei hanno per il futuro di noi giovani, ma anche loro devono capire che gli studenti sono i loro clienti e quando i clienti non sono soddisfatti fanno scelte diverse, facendo in alcuni casi andare a picco le aziende.
Ho fatto questo esempio con l'università, ma in Italia siamo pieni di questi casi in tutti i settori. Siamo un popolo creativo e caldo ma allo stesso tempo svogliato e furbo. Se solo sfruttassimo a pieno le nostre potenzialità, chissà di cosa staremmo parlando...