La situazione era critica, le informazioni venivano date solamente ai diretti interessati, e l'unica persona al momento che era autorizzata a riceverle era la madre, il padre era venuto a mancare pochi anni prima a causa di una grave malattia del sangue.
Marina era poco più di una sconosciuta per la madre di Claudio, riuscì a sapere per vie traverse che il ragazzo era vivo, anche se la prognosi era riservata e le condizioni erano gravi, al momento versava in coma farmacologico, con tutta una serie di complicazioni da valutare, certamente si era in presenza di trauma toracico plurimo, con sospetto collasso polmonare, fratture a livello del bacino e probabilmente a livello degli arti, grosse tumefazioni ovunque, con zona genitale particolarmente esposta, ma almeno era vivo, quello era il primo successo e la cosa più importante.
Le giornate scorrevano lente e inesorabili, le condizioni di Claudio erano in lento e costante miglioramento, dopo una decina di giorni passati nel reparto di Rianimazione venne trasferito nel reparto speciale di Traumatologia, con limitata possibilità di visita, concessa solo a 3 persone appositamente nominate, con accesso consentito singolarmente.
Dopo un'altra decina di giorni Claudio riusciva ad avere alcuni periodi di veglia, il personale medico, vista la grande capacità di recupero del ragazzo, incominciò a ridurre progressivamente la quantità di sedativi da somministrare al paziente, eliminando qualsiasi forma di ventilazione assistita.
Claudio ricordava perfettamente la madre, ma era l'unica eccezione a tante zone più o meno nebulose che aveva, il casco integrale aveva protetto adeguatamente la scatola cranica, ma qualcosa era ugualmente successa, privando il ragazzo di una buona parte della memoria, anche se i medici erano abbastanza fiduciosi di un suo completo recupero, visto come stava evolvendosi il quadro clinico generale, nessun particolare dell'incidente, buio totale, non sapeva assolutamente per quale motivo si trovasse in quelle condizioni.
Nei periodi sempre più estesi in cui rimaneva vigile senza l'assistenza della madre, Claudio sapeva, in un certo qual modo, che c'era una persona, della quale non rammentava le dinamiche di conoscenza, ma che era importante, probabilmente una figura femminile, di questo era quasi certo, ma era tutto quello che al momento sapeva, finché una sera sentì delle voci provenire dal corridoio, qualcosa di familiare, qualcosa di amichevole, qualcosa di piacevole, qualcosa che non sapeva definire, quando.......
"Marina, Marina, Marina!!!", improvvisamente un bagliore nella sua mente, l'interruttore si era alzato, la voce della ragazza aveva diradato le nuvole che albergavano nella sua mente, ripristinando una buona parte dei ricordi del ragazzo, finalmente, dopo poco più di un mese, le sequenze della sua vita incominciavano a trovare la giusta collocazione temporale, e l'emozione di riscoprire l'esistenza della ragazza fu incredibilmente forte.
La ragazza stava discutendo animatamente con un'infermiera, aveva riconosciuto anche la voce di quest'ultima, in quanto da alcuni giorni si prendeva cura della sua persona, soprattutto nelle primissime ore del mattino, quando si presentava asettica e severa nella sua stanza, sistemando la sua postazione di riposo, non dimenticandosi di provvedere alla pulizia delle sue parti intime, con molto vigore e rigore.
Marina cercava di superare lo sbarramento dell'infermiera, che ribadiva il ferreo concetto che la ragazza non aveva il permesso di accesso alla stanza, non ci fu nulla da fare, la allontanò progressivamente dal corridoio, fino a chiudere definitivamente il portone di accesso, ritornando verso la guardiola lanciò una strana occhiata verso Claudio, che provò ad accennare una breve replica ma senza successo, l'operatrice sanatoria proseguì verso la guardiola.
La mattina seguente, poco prima delle 6, la medesima infermiera si presentò nella stanza, svegliandolo in modo brusco, ormai era una prassi, si ritrovava sempre lei, con i suoi metodi poco ortodossi, movimenti rapidi e professionali, ma privi di qualsiasi grazia e cortesia, al punto tale che procurava continui e lacinanti dolori al ragazzo, soprattutto quando si dedicava alla pulizia delle sue parti intime, dove dava il meglio di sé in termini di insensibilità.
"Mi fa male, cazzo, mi fa male, non può fare più piano??"
"Non è colpa mia se sei pieno di pesti e lividi, e poi poche storie, voi uomini siete sempre dietro a lamentarvi per ogni cosa, dovreste partorire, forse allora conoscereste il vero valore della parola dolore, basta un nulla per farvi aprire la bocca, tra poco ho finito, stringi i denti e non ti lamentare più".
Claudio pativa le pene dell'inferno durante quelle operazioni di pulizia, quando armeggiava intorno al suo gruppo familiare vedeva letteralmente le stelle, era il momento in assoluto più duro di tutta la sua giornata.
Poco dopo le 9 passò il primario in visita con tutta la sua equipé, Claudio chiese la procedura per l'accesso al reparto, il medico rispose in maniera abbastanza approssimativa, ma l'energia stava fluendo nuovamente nel corpo del ragazzo, che afferrò al volo un lembo del suo camice, bloccandone la dipartita.
"Ho chiesto la procedura di accesso, lo voglio sapere, ora, subito, chiaro?!?!"
Il medico, con un po' di disappunto, disse all'infermiera di portare un modulo con una penna al ragazzo, sottolineando di non aiutarlo nella compilazione, perché se aveva tutta quella forza per afferrare il suo camice, sarebbe certamente riuscito a scrivere autonomamente.
Claudio squadrò il primario, avrebbe potuto tacere, ma l'espressione e l'inflessione utilizzata dal dottore non erano affatto amichevoli, per cui passò decisamente all'attacco:
"Le ho solo fatto una richiesta, nulla di più, chiedere è lecito, rispondere, nel suo specifico caso, è cortesia e dovere al tempo stesso".
Incidente chiuso alla meno peggio, nel pomeriggio Claudio consegnò il foglio compilato a sua madre, indicando il nome di Marina e chiedendole di portarlo in guardiola, alla richiesta di spiegazioni il ragazzo disse solo di restare tranquilla, sapeva quello che faceva, aveva bisogno di quella ragazza, di sentirla vicina e che avesse l'accesso alla sua stanza, senza problemi.
La notte arrivò, e Claudio riuscì a prendere sonno abbastanza facilmente, per poi svegliarsi verso le 5, aspettava la sua aguzzina mattiniera per la sistemazione del letto, ma per sua sorpresa passarono le 6, anche le 7 senza che si vedesse nessuno, finché alle 7 e 50 un'altra infermiera venne a dare il buongiorno.
"Buongiorno", rispose sintetico il ragazzo.
"Buongiorno, come sta questa mattina??"
"Insomma, non c'è male, rispetto a qualche giorno fa, anche se mi sto preparando al peggio".
"Scusi, a cosa si riferisce??"
"Nulla, nulla, faccia pure quello che deve fare".
L'infermiera, con molta cautela, abbassò le lenzuola, guardando attentamente i genitali del ragazzo, quindi iniziò a pulirlo con mano vellutata, spostando delicatamente gli attributi da una parte all'altra, cercando di limitare al massimo l'insorgenza di un qualsiasi dolore, diverse zone erano coperte di lividi vari, dovevano essere estremamente sensibili e vulnerabili.
Terminato anche il crollo delle flebo e riassettato il letto, rivolse un sorriso al ragazzo e lo salutò, ma Claudio la fermò.
"Scusi, ma cosa ha fatto??"
"In che senso?"
"Ho fatto tutto quanto, tutto quello che andava fatto?"
"Sì, certo, penso che lei abbia già abbastanza dolore, per cui ho provveduto a fare il minimo indispensabile, quel versamento sotto ai testicoli non mi piace per niente, le porto un po' di ghiaccio avvolto in un panno, se lo gradisce".
Claudio ebbe un attimo di commozione, cercava di dire qualcosa ma aveva la bocca impastata, l'infermiera lo incoraggiò finché il ragazzo non riuscì a tirare fuori il rospo, cercando di spiegare i modi bruschi e scontrosi della sua collega.
"Molto strano, davvero molto strano, lei ha veramente male, ci vuole molto tatto in situazioni come la sua, è strano anche l'orario in cui la mia collega veniva a farle visita, di solito si passa verso le 8, come ho fatto io, il motivo per cui sono venuta questa mattina è perché nella consegna ho visto che non era passato ancora nessuno."
"Almeno da 4 giorni viene sempre lei, e le assicuro che questa mattina dall'inferno sono passato al paradiso".
"4 mattine sempre prima delle 6?? Mi faccia verificare una cosa, vengo subito".
La solerte infermiera ritornò dopo pochi minuti, con un'espressione seria.
"E' molto strano, la mia collega ha fatto due cambi per essere sempre presente di prima mattina, almeno per 2 mattine sarebbe dovuta mancare, il turno di questa notte l'ha saltato perché ha avvisato che stava male."
Claudio ringraziò vivamente la donna, raccomandandole di non dire nulla a nessuno, aveva già in mente un piano per il momento in cui la sua collega avrebbe ripreso l'attività lavorativa......
Continua....