Lo scontrino che vedete riportato nella foto qui sopra si riferisce all'esecuzione di un piccolo lavoro che ho commissionato ad una nota azienda di articoli per ufficio, che realizza anche timbri personalizzati, come il mio che vedete nel secondo scatto sottostante.
11,20 euro è il costo della modifica del suddetto timbro, precisamente di 3 righe, a causa del mio cambio di lavoro, dell'indirizzo e della denominazione, costo che avevo capito di aver già pagato mercoledì scorso.
Il timbro doveva essere pronto per venerdì, dopo due giorni, ma presentandomi nel punto vendita mi dissero che sarebbe stato pronto per lunedì.
Ieri pomeriggio vado a ritirarlo, viene verificata la corretta esecuzione del lavoro, e mi vengono richieste, da un'altra persona, questi "famosi" 11 euro e 20 centesimi.
Rimango interdetto, ero sicuro di aver pagato già, rileggo mentalmente l'accaduto e, contrariamente a quanto avrei fatto in altri tempi, faccio presente che ritengo di aver già pagato, in quanto mercoledì scorso con il suo collega avevo acquistato un blocco di fatture cartaceo (sono in contabilità forfettaria) più la riparazione del timbro, pagando 17 euro e 75 centesimi, mostrando a gesti il formato del blocco fatture, continuando anche a cercare lo scontrino.
Secca replica del tizio....
"Il mio socio è ammalato, è inutile che lei cerchi lo scontrino (forse perché non riporta le voci specifiche...) perché il computer mi dice che lei deve pagare, per cui fa fede quanto riportato.
"Mi scusi, ma quanto costa il blocco fatture?"
"Se è quello che dico io, 6 euro e 55".
Non trovavo lo scontrino, anche se contava poco, ma guarda caso 6 e 55 più 11 e 20 faceva proprio 17 e 75, l'importo che io ricordavo.
"Io pago, ma sono sempre più convinti che l'ho già pagato, se per cortesia, per principio, può verificare con il suo socio, sarei molto contento".
"Con tutti i clienti che abbiamo, si figuri se si ricorda, anche se comunque normalmente facciamo pagare le riparazioni prima, comunque il computer parla chiaro, la riparazione deve essere ancora pagata.
Ho smesso di questionare, ma sinceramente un'ostinazione così in tanti anni di vita non l'avevo mai vista, ci sono rimasto male, ero, ed il verbo non è casuale, loro cliente da alcuni anni ma non c'è problema, pur attraversando ancora un periodo triste, economicamente parlando, non entrerò mai più in quel negozio, e, come ho fatto con voi, senza citare direttamente l'azienda, dal vivo, a tu per tu, farò loro una bella pubblicità negativa, non si trattano così i clienti.
Il piccolo consiglio che mi sento di darvi è quello di verificare sempre la corretta trascrizione dei rapporti commerciali, alla luce di questa mia banale disavventura, fornendovi possibilmente di prove a vostro favore, soprattutto quando ci sono di mezzo i soldi, la fiducia è una cosa seria, questi "signori" con me se la sono giocata.