Felice si incamminò verso l'origine di quel vociare, percorrendo lo stretto corridoio che conduceva alla stanza da gioco, svoltato l'angolo si ritrovò davanti 4 baldi giovanotti, che conosceva di vista, un paio di ragazzi con qualche precedente penale, non proprio raccomandabili, gli altri 2 erano dei mezzi balordi, non era il classico tavolino da educande.
Stavano giocando a Texas Hold'Em, i Call, Raise, All-in che aveva sentito dal bancone del locale erano inconfondibili...
Si avvicinò lentamente al tavolo, stavano giocando in modalità cash-game, il classico gioco a soldi, con tanto di fiches colorate, il più aggressivo dei ragazzi l'apostrofò subito:
"Che cazzo guardi, vecchio?!?!?"
"Nulla, ho sentito dei suoni familiari e mi sono avvicinato".
"Vuoi farti inculare un po' di soldi?? Cerchiamo sempre nuovi polli da spennare, o sei troppo morto di fame per giocare, oppure sei un coglione che non sa tenere le carte in mano??"
L'uomo guardò attentamente i ragazzi in faccia, la voglia di sedersi al tavolo era forte, era relativamente tranquillo di poter essere lui a spillare loro qualcosa.
"Quanto sono i bui (puntate obbligatorie di due giocatori prima della distribuzione di ogni mano di carte)?"
"50 centesimi/1 euro, morto di fame."
"Vorrei 20 euro di fiches, per favore".
"20 euro, non ti vergogni??"
"Ho solo questi, di più non posso permettermi di perdere, mi dispiace".
I ragazzi si scambiarono qualche occhiata, e rapidamente decisero di fare accomodare Felice al tavolo.
Adottò una strategia di gioco simile al tight-aggressive, consistere nell'entrare in gioco solo con mani molto buone, rilanciando fisso pre-flop (prima della distribuzione al centro del tavolo delle 3 carte comuni), per poi andare in all-in in caso di board favorevole (il totale delle carte comuni sul tavolo), nel giro di qualche decina di minuti, nonostante dei tentativi di barare dei balordi, era riuscire ad accumulare fiches per una cinquantina di euro, oltre alla posta iniziale di gioco.
Passate un altro paio di orette, Felice sfiorava, con alti e bassi, la somma di 100 euro, non credeva ai suoi occhi, aver trovato quell'allegra combriccola di donk (giocatore scarso e somaro) era stata una vera fortuna, si stava facendo tardi e decise che era ora di ritirarsi.
"No, non te ne puoi andare proprio adesso, che abbiamo appena iniziato a giocare...", disse il malandrino del tavolo.
"Ho una moglie che mi aspetta per cena, se non rientro si preoccupa".
"Telefonagli, e dille che sei impegnato per un po'."
"No, davvero, già sono stato troppo, sarà già in pensiero, preso dal gioco non mi sono accorto dell'ora, facciamo così, vi lascio un po' di fiches, sono sopra di un'ottantina di euro, mi date i miei 20 euro più un biglietto da 50, e siamo a posto così."
Il ragazzo con più pelo sullo stomaco lo guardò fisso negli occhi, e senza battere ciglio, con tono fermo e determinato...
"Facciamo così, lasci tutte le fiches sul tavolo e ti scavi dal cazzo, prima che ti riempio di botte, vecchio di merda."
"Non scherziamo, ho fatto una proposta ragionevole, ho vinto onestamente e voglio essere pagato."
Il ragazzo spostò la giacca che indossava, sotto al maglione aderente si disegnava la sinistra forma di un ferro del mestiere, un segno evidente che non scherzava affatto...
Felice diede un ultimo sguardo al monticello di fiches che aveva vinto e che si era sudato, sfoggiando un'ottima capacità di padronanza del gioco, quasi tre ore passate a raggranellare ogni singola posta di gioco, una vincita, un piccolo gruzzoletto per fare un po' di spesa, tutto svanito, tutto sparito, e con 20 euro di perdita netta, trattenuti dai bastardi maledetti.
Mestamente si alzò dal tavolo, chinando la testa si voltò, incamminandosi lentamente per lasciare la stanzetta da gioco,
cuore affranto e tristezza totale, 20 euro svaniti, per colpa di quei bari malavitosi, ma quello dotato di un briciolo di coscienza propose di ridargli almeno i suoi soldi, il capo della piccola gang lo chiamò:
"Morto di fame, fermati."
Continua