Lacrime di Autunno (racconto)

INTRODUZIONE

Ho scritto questo racconto di getto, ero in preda ad uno dei miei moneti "UP"-- dopo l'ultimo libro che scrissi, edito dalla Hoepli, "La Principessa delle stelle ed il suo servitore" smisi di scrivere. Ora con #steemit mi è venuta voglia di ricominciare. Scusate per gli errori di battitura, sepro non siano troppi :)
Da circa tre anni vivo in un paese del Varesotto chiamato Cislago, qui la zona è piena di castelli, alcuni abbandonati altri invece abitati, quello di Cislago è abitato da una contessa, il racconto me lo ha "suggerito" un signore che tutti chiamano "Il barbone"... dopo diversi mesi che ci incrociavamo gli ho offerto da bere e siamo diventati amici.. allora mi sono fatto raccontare la sua storia, storia che ha ispirato questo racconto.
Le fotografie sono fatte da me con il telefonino, tutte scattate a Cislago.
Buona lettura

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IL VAGABONDO

La vuoi guarire quell'ansia che ti mangia l'anima?
la vuoi controllare quella tristezza che ti erode il cuore?
disse il vecchio al vagabondo.

Il vagabondo non alzo neanche gli occhi, si soffermò ad osservare le mani del vecchio.
Non c'erano segni di grandi fatiche tra le sue rughe.
Ma il colore della sua pelle era strano, come ambrato, sembrava che il sole lo avesse
cullato con grazia fin da bambino.

Come se il freddo non lo avesse mai toccato, neanche nell'anima.
Il vagabondo conosceva bene il vecchio, e con paura lo evitava...

Il vecchio era l'unico del paese capace di leggerGli l'anima...
...e lo faceva con leggerezza, con allegria.

Il vagabondo aveva davvero tanta paura del vecchio, aveva piu paura del vecchio che delle malelingue del villaggio "brutte puttane" - pensava il vagabondo tra se e se mentre si preparava il giaciglio per un'altra notte di freddo nel parco del castello - almeno la Contessa lo lasciava dormire tranquillo.

A quelle brutte e perfide malelingue si era abituato, poi loro che nè sapevano del dolore.. pensava tra se e se..
io si che so cosa vuol dire soffrire.. il dolore piu grande.. io lo so cosa vuol dire perdere una persona che ami..
e perderla per sempre.. pensava.. ma si era abituato.. si era abituato anche al dolore.. "pensava"

Cosi mentre il freddo e la nebbia, come in un sogno, avvolgevano l'intero parco, ora che la fontana svuotata aveva cessato di far rumore, ora che il parco si era assopito dopo le urla dei bambini, ora che solo il freddo la faceva da Signore spaccandoti le ossa.. Ora il vagabondo "pensava" e mentre si copriva, cercava di nascondersi dal vecchio...

Quel vecchio che lentamente, ma inesorabilmente, aveva iniziato a camminare verso di lui per poi
soffermarsi a porGli quella stupida domanda:

La vuoi guarire quell'ansia che ti mangia l'anima?
la vuoi controllare quella tristezza che ti erode il cuore?

Che diamine.. "pensava il vagabondo" Certo che vorrei guarire..
ma no si può, e poi pensò: "che coglione questo vecchio di merda!"

Ma quel vecchio arrivava da lontano, e nonostante fosse in città da circa 42 Lune, nessuno sapeva da dove arrivasse.

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IL VECCHIO!

Il vecchio ti tagliava le mani con il suo sguardo.. avevi un'istintiva reazione a nasconderLe
di fronte a quel cumulo di barba e capelli disordinatamente arruffati in un pasticcio irrimediabile.

Il vecchio si fidava sempre di tutti, ma sapeva creare dei limiti spazio-temporali in grado di allontanarTi la malinconia.

Il vecchio rideva della malafede della gente, rispondeva a tutti allo stesso modo; Un giorno capirete che siamo ugualmente responsabili!

Il Vecchio sembrava non avesse un'età precisa..

Il vecchio aveva la nebbia del nord negli occhi....

Eppure a volte nei giorni di primavera, quando Aprile cede il passo
a madama Estate e le permette di entrare a curiosare tra i campi del Signore...
in quei giorni.. i suoi occhi brillavano di allegria..

Quando arrivò qui in città?
Erano giorni strani quelli.. il mondo stava cambiando e il vecchio lo sapeva..
pareva fosse arrivato dal futuro, e nonostante la sua seppure sofferta età,
aveva ancore il candore di un bambino in quegli occhi strani.

Il vagabondo lo ricorda bene il vecchio, una volta era nel parco con la sua bicicletta e stava bestemmiando contro l'intero cielo...

Il vecchio si avvicinò e gli chiese... cos'hai, ti è morto il cuore per essere cosi arrabbiato?

Ed il vagabondo lo osservo.. e mentre il suo intero corpo avrebbe voluto scagliarsi contro il "vecchio"
per massacrarlo di botte.. il cervello aveva - "fermato" - spento - ogni movimento.

Mi è capitato personalmente di guardare il vecchio negli occhi,
mprovvisamente c'è solo lo sguardo del vecchio nei tuoi occhi
e quello sguardo è talmente buio e profondo da far tremare anche
il piu coraggioso dei cavalieri del tempio.

Il vecchio aveva occhi intensi e tristi, scuri, persi in una notte senza steel...
seppur in tutta quella profonda notte la luce fosse un'utopia
....in lontananza appariva un debole luce.

Poi lentamente la luce diventava sempre piu intensa al punto tale che di colpo
i suoi neri e desolati occhi senza vita diventavano grigi.. in seguito, sfumando in una serie infinita di note si
trasformavano in scintillanti occhi verdi, e quando finalmente preso da quella specie di ipnosi aprivi le palpebre...
ti rendevi conto che avevi sognato...

il vecchio era capace di ipnotizzarti con lo sguardo

"dicevano"

ma il vagabondo lo sapeva che non era un'ipnosi...
non era perdita di conoscenza..
bensì acquisizione... espansione...
improvvisamente stavi guardando dentro di te.....

ILLUSIONE

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Ecco cosa gli fece il vecchio al vagabondo.. gli diede una chance... gli offri una via di fuga.. ma in quel preciso momento,
in quel preciso istante in cui il vecchio gli donò le chiavi della navicella spaziale per volare in un altro mondo....
il vagabondo si nascose.

Ebbene, il vagabondo ebbe paura.
Fu invaso dalla piu subdole delle paure.
Fu bloccato dal bisogno estremo di circondarsi di inutile odio e risentimento al solo scopo di
continuare a vivere un'esistenza senza luce.

Il vagabondo aveva bisogno di quell'illusione, di quel finto star-bene-solo-quando-si-sta-peggio, solo se si fa sacrifici, solo se si soffre.

Il vagabondo aveva bisogno di sentirsi fuori norma, aveva bisogno di esistere come sinonimo di se stesso, come esempio lampante di un perfetto fallimento, non cercava vie d'uscita, neanche cercava scuse, perchè gli piaceva quel suo piccolo imperfetto mondo dove tutto e tutti potevano essere incolpati tranne lui.

Il vagabondo aveva bisogno dell'illusione di considerare il lavoro come una parte importante della vita, e aveva bisogno di sentirsi inadeguato, aveva bisogno di scendere all'inferno ma non per risalirne rinato, bensì per restarCi a gozzovigliare ancora un pò con qualche demone di turno, uno di quei demoni che ti fa sentire grande, l'alcol per esempio, oppure qualcosa che ti faccia sentire vivo ancora un pò.

Il vagabondo, aveva anche lui bisogno di quelll'illusione paradisiaca chiamata potere,
e anche se avesse potuto esercitarlo solo con qualche ratto di fogna, il vagabondo aveva bisogno di quel sogno momentaneo di potere.

Il vagabondo non voleva rinunciare a tutta quella merda che lo stava soffocando...
perchè il vagabondo sperava che in un modo o nell'altro sarebbe saltato
dall'altra parte del fiume anche lui come tutti.

Al sud del grande estuario, dove è sempre estate, dove c'è tutto quello che vuoi.

Il vagabondo sapeva che se semmai non fosse riuscito, nella sua vita, a fare il salto tannto agognato....
non sarebbe stata colpa sua, ma colpa della gente, del mondo, del freddo, della notte e spesso e volentieri anche di DIO.

Perchè il vagabondo era cosciente del fatto che se uccideva un ratto con le sue scarpe sporche di merda
avrebbe sentito le sue vene pompare sangue al cuore, sputare siero al cervello, invadere di sogni l'ippotalamo.
Insomma avrebbe ricominciato a provare quel piacere adrenalinico che si riceve solo dalla morte di un altro essere vivente.

Che importa come lo fai, se con due bombe, con un twitter o con una scarpa sfondata.
Noi esseri umani siamo la razza superiore, lo dice la legge della natura.

Siamo migliori e piu intelligenti di qualsiasi specie.
siamo potenti ed inarrestabili e lo siamo solo per un'ideologia o religione..

Ebbene.. il vecchio ti distruggeva tutte queste certezze, non si sapeva come facesse.. il vecchio parlava e basta..
ma quei colori.. quei colori che emavano i suoi occhi erano impossibili da evitare.. e dopo cosa sarebbe successo?

E se il vagabondo si fosse davvero perso nell'iride dello straniero cosa sarebbe successo?
E poi, come avrebbe fatto il vagabondo a rinunciare all'esistenza di Dio..

Si sarebbe ritrovato improvvisamente da solo in un universo paradisiaco e perfetto ma senza nessun Dio da incolpare..
avrebbe dovuto fare i conti con le sue reposabilità, avrebbe dovuto confrontarsi con i suoi errori, avrebbe dovuto vivere senza bugie, senza scuse, senza colpevoli e senza inquisitori, senza vinti nè vincitori... che inutilità
Pensò il vagabondo.... e il dominio?? dov'è il dominio!

LA MORTE NERA

E mentre il vagbondo cercava sempre piu nervosamente di evitare lo sguardo del vecchio, un rumore assordante e invadente iniziò a rimbombare in tutto il parco.

Sembrava di assistere ad un esplosione senza rumore... tutto si attenuava ma nello stesso tempo entrava nelle orecchie
come un martello pneumatico.. bumbumbumbumbumbumbumbum sempre piu forte... poi improvvisamente il silenzio completo..

E questa volta il vagabondo decise che era arrivato il momento di guardare il vecchio in faccia, senza paura......

Gli uccellini sugli alberi si fermarono, un piccione con un ultimo colpo d'ala si nascose dietro un cespuglio, una
leggera brezza soffiando dal sud riscaldò l'intera panchina.. la bicicletta carica di borse di plastica e vecchie riviste divenne rossa fiammante, con luci colorate che si alternavano come sugli alberi di natale quell'odore di pavimenti sporchi, di marciapiedi incatramati svani lentamente.

Il vagabondo improvvisamente iniziò a percepire odori e profumi differenti.. che mai aveva assaporato con la sua mente
era come ascoltare una musica talmente bella da aprirti le vene.. è difficile da spiegare..

Ma immaginate che il vostro odore si disperda in una nuvola che volteggiando si allontana da voi....

La vostra mente può solo rimanere confusa.. è come vivere una proiezione astrale.. am solo con gli odori.. capite...

"IL VECCHIO MI STA RUBANDO L'ANIMA" Pensò il vagabondo...

Gli odori ora inziavano ad andare in accordo con i suoi umori...
flebilmente.. il giorno scivolava oltre la collina del parco.. ed improvvisamente un ragazzo che stava correndo giu dalla china del bosco antico si soffermò agitando le gambe come se una forza lo facesse correre sul posto ininterrotamente....
Poi e guardando negli occhi il vagabondo gli chiese: " Vuole chiamare un'ambulanza? Mi sembra che questa volta purtroppo Luigi si è addormentato per sempre"

Il vagabondo stava per rispondere....

Ma improvvisamente la frase del ragazzo, il rumore della sua voce, i suoi gesti anche i colori della sua maglietta
gli apparivano diversi, erano piu brillanti, piu chiari.. inoltre per qualche strano motivo non sentiva piu quel bruciore incessante alla bocca dello stomaco, anzi.. sentiva e percepiva ogni singolo muscolo del suo corpo, come se l'incidente al braccio non fosse mai accaduto, mentre in tutta questa confusione cercava di fare mente locale sul da farsi..
il ragazzo appoggia la mano sul braccio del vagabondo.. ed in quell'istante questi si sveglia.

Il vagabondo bestemmiando e bofonchiando parole straniere a caso smuove i cartoni che lo coprivano
e si mette a sedere sulla panchina, sputacchia una paio di "scatarroni" e poi guarda il ragazzo ed il vecchio.

Li osserva a lungo.... quasi li stesse analizzando.

Poi sospirando, raccoglie quei quattro stracci e dice: "Caro il mio Luigi, questa volta la vita ti è andata di culo!

Il vagabondo Si incamminò verso l'uscita del parco e ridendo urò al Vecchio: Luigi ma come cazzo hai fatto a vivere in queste condizioni e con questo catorcio di corpo per tutti questi anni, mi ci vorrà un bel pò per risistemarlo, stai attento al "mio" perchè mi servirà quando morirai" Ciao Luigi.

E il vagabondo si allontanò... quella fu l'ultim avolta che videro Luigi.. si vociferava che avesse superato il confine verso la piana deigiganti per addentrarsi nella foresta dei destini.. quella al sud del mondo.. dove la vita nasce.
Vi chiederete ed il vecchio?? Che fine ha fatto??

Ebbene Luigi lo sa bene che fine ha fatto il vecchio, infatti ora non si parla altro che del vecchio in paese....

Pare abbia iniziato ad andare in chiesa, ha smesso di andare in giro di notte per i boschi... chissà poi a che fare.... ora ha imparato anche il dialeto del villaggio.

A volte a vederlo al bar...... se non fosse per il fatto che non beve un goccio di alcol da quel giorno che lo incontrai al parco..

A volte, ho come la sensazione di parlare ancora con il mio caro amcio Luigi.

Chissà....

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