Negli ultimi tempi ammetto di aver preso qualche chiletto: le vacanze di Natale onestamente non mi hanno aiutato e qualche "stravizio" me lo sono concesso. Si parla di dolci, qualche birra in più del solito e sicuramente un apporto in generale di carboidrati maggiore rispetto alla quotidianità.
E' arrivato quindi il momento di rimettersi in forma e magari tornare ad indossare le scarpe da corsa, anche se fuori le temperature non invogliano certamente, sia che l'uscita sia prevista al mattino presto o la sera al ritorno dal lavoro. Questi d'altronde sono i range di tempo a disposizione per inserire un po' di attività fisica nella mia giornata.
CORRERE! CORRERE! CORRERE!
Ci sarebbero molte altre attività come il nuoto, ma la piscina in inverno con l'acqua fredda mi intimorisce maggiormente del vento e della pioggia esterni. Quindi preparo la mia attrezzatura e le mie scarpe.
Durante il mio solito tracciato con le mie cuffiette musicali alle orecchie, nella monotonia del percorso, spesso penso a molte cose. Alcuni giorni fa ho iniziato a riflettere proprio sulla corsa ed al mio obiettivo che mi sono posto: perdere peso. Non mi sono posto un obiettivo esatto, ma mi sono voluto impegnare nel farlo.
Riflettendo però ho iniziato a pensare: perdere peso significa anche diminuire il quantitativo calorico assunto con l’alimentazione quotidianamente, ma come posso fare se comunque devo correre e mantenere il mio status energetico elevato?
La domanda sembrerebbe fatta da un provetto maratoneta che consuma così tante energie da dover fare bene i conti, ma anche io nel mio piccolo percepisco alcune volte cali di energia, soprattutto adesso che sono tornato ad allenarmi periodicamente.
Il dubbio è quindi MENO CALORIE O PIU' MOVIMENTO?
Il dubbio che affrontiamo quando occorre ridurre la massa grassa nello sportivo di qualsiasi tipo di disciplina è l'instaurarsi di una debolezza che limita l'allenamento. La massa grassa tende infatti ad accumularsi nel sottopelle (oltre che in altre aree dove non se ne vedono gli effetti). Per comprendere meglio questo concetto basta pensare ad una fetta di prosciutto in cui la parte magra si trova vicino all'osso ed è il muscolo, mentre la parte grassa esternamente. Tale grasso sotto pelle è solo un peso in più per chi corre. Esso svolge un ruolo protettivo dal freddo e dai traumi, ma comporta un appesantimento del corpo, che implementa la fatica nel corridore e per ridurlo esistono essenzialmente due strade: ridurre l'apporto calorico o aumentare la spesa energetica.
In un gioco di semplici somme e sottrazioni si intuisce come aumentando il consumo e riducendo l'assunzione sia possibile dimagrire.
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Uno studio scientifico degli anni 50-60, condotto da Rodolfo Margaria, ha dimostrato come la corsa in pianura permetta un consumo di calorie costante in base ai chilometri percorsi, ma indipendentemente dalla velocità mantenuta durante l'attività. La spesa secondo un qualcosa di molto simile ad una formula matematica e piuttosto approssimata, può essere:
Peso corporeo (Kg) * distanza percorsa (Km)= numero Kcalorie consumate (Kcal)
In un esempio pratico: un atleta di 70Kg in una corsa in pianura di 5Km consuma mediamente 350Kcal.
Ciò significa che se dopo la corsa, a cena con gli amici mangia una pizza margherita ed una birra (totale chilocalorie 700) ha esattamente assunto il doppio delle calorie consumate con un apporto energetico finale di +350 Kcal.
Capite quindi come sia difficile per il runner portare il corpo a bruciare più calorie di quelle introdotte, dato che basta un pasto per compensare.
E per dimagrire cosa possiamo fare?
Affidarsi ad un nutrizionista od un medico dello sport permetterà di aiutare a dosare la spesa energetica giornaliera, proponendo un programma alimentare studiato per farvi consumare una miscela di cibi a minor capacità "ingrassante" e farvi ridurre così la massa grassa, senza avere importanti cali energetici in allenamento.