Alla scoperta del cappellaio MATTO!!!!!!!!

immagine CC BY-SA 2.0
Autore: xploitme

Conosciamo tutti la figura dell'eccentrico personaggio frutto della mente di Lewis Carroll che dona ad "Alice nel paese delle meraviglie" un tocco di follia in più, ma forse non tutti conosciamo da dove si origina la sua creazione e a quale personaggio è stato ispirato. Oggi è ormai noto con il volto del famoso attore Johnny Depp, come possiamo riconoscere dalla foto qui di fianco, dopo la rivisitazione cinematografica del racconto da parte del tetro regista Tim Burton nel suo "Alice in Wonderland". Ma il cappellaio matto nasceva più semplice, con abiti eleganti senza troppi accessori e con una follia "umana". Il primo disegno che presentò questo personaggio chiave del racconto di Carroll, fu disegnato dal vignettista inglese John Tenniel, che nel 1865 ci regalava il cappellaio matto dalla quale poi presero ispirazione i disegnatori futuri. Abiti eccentrici ma semplici, con un enorme cappello (cilindro) che riportava la scritta "In this style 10/6", con in mano una merenda e una fumate tazza di tè. La scritta che ritroviamo sul cappello va ad indicare il prezzo che era di 10 scellini e 6 pence, che in quell'epoca corrispondevano ad una cifra di tutto rispetto.

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Ed eccolo qui, il primo cappellaio matto!! Ma veniamo all'origine del personaggio. A primo impatto potrebbe sembrare decisamente intuitivo del perchè il cappellaio sia matto, ma dietro una facciata così evidente c'è una piccola storia legata al loro lavoro nell'epoca vittoriana in Inghilterra. I cappelli erano all'ultima moda ed il lavoro di cappellaio era parecchio diffuso. Il materiale usato per la composizione del cappello era il feltro, materiale che per essere lavorato era trattato con prodotti tossici, come ad esempio l'arsenico ed il mercurio. Proprio quest ultimo dava problematiche al sistema nervoso, deteriorando alcune funzioni. Quindi con il continuo utilizzo del mercurio, il cappellaio iniziava ad accusare sintomi come amnesia, disturbo dell'umore, schizofrenia, allucinazioni, manie di persecuzione, bipolarismo. In poche parole il cappellaio diventava matto e da qui nacque l'espressione "mad as a hatter" che letteralmente sta per "matto come un cappellaio". Inoltre i capelli del cappellaio con il tempo assumevano una strana colorazione arancione fluorescente, dovuta proprio al continuo utilizzo di queste sostanze. I cappellai, prima di ultimare i loro lavori, li provavano e questo faceva si che i componenti tossici presenti andassero a depositarsi sul capo del povero cappellaio matto. L'avvelenamento da mercurio è un fenomeno silenzioso e lento ma decisamente devastante.

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Il mercurio va a legarsi allo zolfo che è presente nella cisteina e nella metionina, ovvero due di alcuni amminoacidi che vanno a costituire gli enzimi. Come sappiamo gli enzimi sono proteine che hanno la funzione di modulare la velocità con la quale avvengono le reazioni chimiche. Il legame mercurio-zolfo va quindi a inibire irreversibilmente l'enzima, con la conseguente causa di disfunzioni che portano alla distruzione delle cellule nervose. I danni evidenti sono appunto quelli descritti prima nella sindrome del cappellaio matto. Nonostante tutto, ancora oggi possiamo parlare di avvelenamento da mercurio. Questa problematica è un argomento ancora attuale anche se non passa più per le mani dei poveri folli cappellai. L'utilizzo di mercurio è oggi molto usato per svariati impieghi e le industrie ne utilizzano a tonnellate. Ad esempio è molto utilizzato nell'odontoiatria, nell'estrazione dei metalli preziosi, in elettronica e in altri numerosi campi.

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La tecnologia ed i sistemi di smaltimento procedono sempre verso il futuro, ma non sono ancora oggi di totale efficienza. Infatti piccole quantità di mercurio sono disperse dai vapori delle industrie, da rifiuti ospedalieri e senza alcun dubbio dalla nostra forte ignoranza nel non partecipare attivamente alla raccolta differenziata. La dispersione di batterie e di altri prodotti come i termometri porta una buona dispersione del mercurio. I vapori sono senza dubbio la prima via di avvelenamento tramite l'inalazione diretta, ma la via sicuramente più preoccupante è l'alimentazione, una via che si nasconde facilmente. Infatti tutto il mercurio che si deposita sul suolo viene incanalato dalle piogge fino al raggiungimento dei nostri fiumi, laghi e mari. Finiti in queste acque vanno a depositarsi sul fondale dove tramite determinati batteri sono trasformati in materiale organico. Questa trasformazione rende questi materiali solubili nei grassi con il grosso rischio di un bioaccumulo del mercurio nell'essere vivente che lo inghiotte. Da qui inizia la lunga catena che parte dal plancton che inghiotte 10 atomi di mercurio ed arriva fino a noi che ne inghiottiamo 300.000 atomi. In parole povere, nonostante il grande giro, ecco che il mercurio va ad accumularsi nel nostro organismo. Il processo che abbiamo appena descritto e che è facilmente intuibile nell'immagine, prende il nome di biomagnificazione.

Nessun allarmismo, ma, ehi, è bene sapere cosa assumiamo prima di diventare un pò tutti dei cappellai matti!!!!!!!!!!!!!


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