per amor dei nostri figli
per amor dei nostri figli
sebben che siamo donne
paura non abbiamo
per amor dei nostri figli
in lega ci mettiamo.
Così cantavano le donne proletarie agli inizi del '900.
Diciamocelo, mie belle: in questo giorno ci siamo ripetute e abbiamo sentito tutto e anche il suo contrario. A tutte noi fa piacere ricevere gli auguri dai nostri uomini, che siano compagni, amici, figli o padri. Io ho l’abitudine però di fare gli auguri anche agli uomini, in specie ai più giovani, come mio figlio o i miei alunni. Gli auguro di trovare sulla loro strada donne di valore e, se non lo fossero sempre, di avere la capacità di aiutarle a tirare fuori il proprio meglio.
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Proseguirei con Artemisia Gentileschi:
pittrice figlia di pittore, subì uno stupro da parte di un amico di suo padre quando era ancora molto giovane. Affrontò un processo lungo ed umiliante che portò il suo nome e le sue vicende intime sulla bocca di tutta Roma, nei primi anni del 1600. Nonostante le sue traversie, dovute ovviamente in gran parte al fatto che era una donna, è una delle più apprezzate artiste di età barocca.
Ancora oggi Rosa è nota come the mother of the Civil Rights Movement.
Potremmo andare avanti con altri nomi eccezionali della storia e della scienza, magari più noti perché più vicini nel tempo:
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Ora in realtà io però vorrei cantare un'ode a tutte le donne sconosciute che ogni giorno, nelle loro piccole vite comuni, fanno cose eccezionali. A voi, a me. Certo, andare in orbita con un casco e i guantoni lunari è una cosa che non capita a tutte, così come vincere premi Nobel. Ma io mi chiedo sempre quanta forza di volontà, quanta pazienza, quanto sconfinato amore siano necessari per affrontare certi viaggi della vita, in confronto ai quali anche Marte diventa il quartiere accanto: un figlio malato, un marito depresso e violento, un datore di lavoro che ti licenzia perché da diversi mesi non hai più il ciclo e la tua pancia è diventata evidente. Vite "normali", dice. Tanto normali che alcune di queste, tante, troppe, sono state spente da quei normalissimi compagni o ex compagni che non riuscivano ad accettare che quelle donne non fossero più, non fossero mai state loro proprietà.
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A tutte loro, che da questo mondo avrebbero avuto bisogno di ben altro che di una mimosa, oggi va il mio pensiero.