"Quando e come l'hai conosciuta?"
"L'anno scorso l'ho vista per la prima volta su Facebook." rispose l'uomo.
Era provato.
Era stanco.
Da più di 12 ore lo tenevano seduto lì a fargli le solite domande. Aveva fame. Aveva sonno.
Aveva deciso di parlare.
Non ce la faceva più.
"E cosa hai fatto?"
"Niente. Cosa potevo fare? Io sono un uomo di cinquant'anni sposato, lei una ragazzina. Abitavamo a 50 km di distanza. Cosa potevo fare? Niente."
"Come l'hai contattata allora? Cosa hai fatto?" ripeté l'uomo davanti a lui.
Era arrabbiato. Era triste. Era consapevole.
Ma non ce la faceva più.
"Ho creato un profilo falso. È stato semplice. I ragazzini di oggi sono stupidi. Mettono tutto su Facebook. Conoscevo le sue passioni, le sue fantasie, le sue paure e delusioni. Sapevo dove e quando andava in giro. Sapevo chi erano le persone che frequentava, gli amici e le amiche. Sapevo di chi era innamorata e di chi piangeva. Non è stato affatto difficile sapete? Aprite un contatto qualsiasi, anche il suo. E saprete chi c'è dall'altra parte dello schermo."
"Ma lei non sapeva che c'eri tu dall'altra parte dello schermo..." gli disse l'uomo fulminandolo con uno sguardo d'odio.
"No, certo che no. Non avrebbe mai parlato con me la signorina. Un uomo. Un ragazzo di 17 anni invece andava bene. Ascoltavano la stessa musica, avevano le solite cazzate in testa, parlavano del nulla come tutti i ragazzi di oggi."
"E poi? Cosa hai fatto dopo che l'hai contattata?"
"Abbiamo chattato per mesi. Whatsapp, Messenger, Instagram, Telegram. Tutto era utile per parlare. L'avevo conquistata, si era fidata. Avevo tutti i contatti necessari. E perché mai non avrebbe dovuto? Oggi è così, tra ragazzi ci si tiene in contatto con tutto, ovunque, sempre. Era tutto normale."
"Ma non avete mai parlato al telefono?"
"No. Avrebbe sentito la mia voce. Avrebbe capito che non era un ragazzino, ogni volta inventavo scuse per non chiamarci. Che poi era facile. Due paroline dolci, e si calmava, si distraeva, e non ci pensava più."
Sospirò. Lo stomaco gli si contorceva. Alzò lo sguardo e lo tenne fisso verso l'uomo davanti a lui. Non poteva sembrare debole.
"Quanto è andata avanti questa storia?"
"Otto mesi. Si. Otto mesi."
L'uomo davanti a lui si guardò le mani. Strette in un pugno fremente.
Ogni tanto alzava lo sguardo, rabbioso ma deciso. Calmo quando parlava. Era davvero spaventoso.
Così abbassò lo sguardo. Quasi intimorito, ma non lo era. Voleva solo farglielo credere.
"E poi? Come siete arrivati ad incontrarvi l'altra sera?"
"L'abbiamo voluto entrambi. Già da qualche settimana avevo chiesto qualche foto privata diciamo, ma non aveva accettato. Si vergognava. E la cosa era strana, eccitante e deludente al tempo stesso. Finché una sera parlando, abbiamo deciso di incontrarci. Ci sarebbe stata una festa nel paesino che divide le nostre città. Lei e le sue amiche ci andavano. E ovviamente anche io con i miei amici ci andavamo."
"Quali amici? gli chiese l'uomo alzando un sopracciglio.
"Oh nessun amico. Io ci andavo. Ma ovviamente a lei avevo detto che andavo con gli amici. Col gruppo che mi ero inventato. Nel mio profilo c'erano tante foto con loro. Lei ci aveva creduto."
"Dove hai preso quelle foto? Chi è quel ragazzo?"
"Boh. Un ragazzo preso a caso su internet. Un ragazzino americano. Ho cambiato il nome, preso alcune foto e il gioco è fatto. Cinque minuti ed ero un'altra persona. Lui era un'altra persona."
"Torniamo a ieri sera. Come hai fatto a presentarti lì visto che lei si aspettava quel ragazzino?"
"È stato molto facile. La mattina le ho scritto dicendole che mi si era rotto il motorino e che la sera alla festa ci avrebbe portato mio padre. Niente di sospettoso.
Mi sono presentato nel punto concordato, vicino al parco, presentandomi come il padre del ragazzino. Le ho detto che era andato a prendere al bar le sigarette mentre la aspettava e che io a mia volta avrei aspettato con lei il suo ritorno per non lasciarla sola" fece una pausa, e ripensando alla sera prima continuò quasi sussurrando "quando ci siamo stretti la mano per le presentazioni tremava e aveva le mani fredde. La cosa mi ha molto eccitato. Ci siamo seduti e stavo per metterle una mano..." si fermò di colpo.
"Cosa stavi per fare avanti? Dillo!"
L'uomo lo guardò minaccioso.
"Ci saremmo baciati. Le avrei detto la verità e lei avrebbe capito. Ormai erano mesi che ci parlavamo a cuore aperto. Lei mi amava. E io amavo lei. Era iniziato tutto come un gioco, un passatempo. Invece le cose poi sono cambiate. Quando le esprimevo i miei sentimenti ero sincero. E io. Io e solo io. Io la volevo. Lei era mia!"
"Scommetto che questo passatempo che ti divertiva molto non era la prima volta che lo facevi vero? Quante altre ragazzine hai raggirato?" gli chiese un uomo con un fuoco negli occhi disarmante.
"Nessuna. Solo lei."
"Vedremo. Ma se avrai torto anche mezzo capello ad una sola ragazza, o avrai fatto questo tuo giochino con qualche altra ragazza o qualcun altro, per te si metterà molto molto male."
L'uomo seduto di fronte a lui spense il registratore e si alzò.
Aveva ottenuto la sua confessione.
Si sistemò la divisa e lo guardò dritto negli occhi. Per la prima volta in quelle lunghe tredici ore vide nei suoi occhi un barlume, una luce diversa.
"Sai perché sei qui? Sai cosa ti ha fregato? Hai sottovalutato quella ragazzina. Hai sottovalutato questa generazione e hai demonizzato il loro mondo e i loro mezzi. Quella ragazzina ha parlato di te fin da subito con i suoi genitori e fin da subito loro sono stati sull'attenti. I vostri mesi di conversazioni sono sempre stati pilotati. Dietro quel pc quella ragazzina non era sola. C'erano i suoi genitori. C'ero io. Lei non è mai stata tua. Tu parli di amore. Ma cos'è per te l'amore? Cercare su internet ragazzine? Le abbiamo trovate le foto sul tuo computer. Cos'è l'amore per te? Raggirare ragazzine nascondendoti dietro un ragazzo per nascondere il mostro che sei? Cos'è l'amore per te? Mandare ad una ragazzina foto e video mentre ti masturbi? Cercare di convincerla a fare altrettanto? Chiamarla, messaggiarla e stolkerizzarla a tutte le ore. Questo è amore per te? Adescare una ragazzina in un parchetto per dimostrarle poi qual è il tuo amore? È questo per te l'amore?
Immagine Creative Commons CC0, fonte
L'uomo in divisa si avviò alla porta e prima di uscire si voltò verso l'uomo seduto in manette.
"Hai una figlia poco più grande di quella ragazzina. E se dietro quel pc ci fossero tua figlia e un uomo che le professa il tuo stesso tipo di amore?"
Partecipazione al theneverendingcontest
n° 9 S4-P2-I1.
Tema
L'amore in internet
Ambientazione
Giorni nostri
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