Ero arrivata troppo presto all'appuntamento perciò salii nella terrazza panoramica che mi aveva suggerito il cameriere. Avevo viaggiato nel pomeriggio dopo il lavoro per arrivare a fare cena a Milano con lei, la mia migliore amica.
La vista da lassù era magnifica. Le luci della città e gli ultimi suoni della giornata, misti al tramonto inoltrato, rendevano tutto molto magico.
Scavalcai il muricciolo e mi sedetti con le gambe penzoloni sul vuoto, sui tetti della città.
Mi sistemai meglio la sciarpa, faceva proprio un gran freddo.
Attaccai gli auricolari al telefono e feci partire la playlist.
Non c'è modo migliore per ingannare il tempo.
Infilai le mani in tasca, e lasciai vagare gli occhi e la mente...
Uno strano formicolio aveva invaso le mie mani. Le tirai fuori dalle tasche e le guardai. Sembravano normali. Forse era il freddo pensai. Poi il formicolio si espanse, abbracciando tutto il braccio fino alle spalle. Continuai a pensare che fosse il freddo. Invece all'improvviso accadde qualcosa di strano. Sentii come un pizzico, sul dorso della mano. Una piuma saltò fuori dal nulla. Piano piano, pizzico dopo pizzico, la mia mano si riempii di piume. E poi tutto il braccio, fino alla spalla, squarciandomi gli abiti. E lo stesso avvenne all'altra mano e al braccio. Scattai in piedi. Ma che diavolo stava succedendo pensai! Mossi una mano..o meglio, quella che sentivo come mano ma che effettivamente non lo era. Mi guardai. Due immense ali bianche avevano preso il posto dei miei arti. Era una sensazione stranissima. Era strano vedermi quelle ali, ma sembravano una parte naturale di me. Ero a mio agio. Mossi un braccio e questo movimento mi alzò un po' da terra. Cosa? Sul serio? Potevo volare? Mossi con delicatezza entrambi le braccia e mi alzai ancora un po' dal muretto. Non ci potevo credere! Era stupendo! Cominciai a muovere più velocemente le braccia e mi alzai ancora di più. Il tetto del palazzo cominciò a farsi sempre più piccolo. Stavo volando! Stavo volando! Chiusi gli occhi e aumentai la velocità dei miei movimenti. Mi piegai leggermente in avanti e... ..cominciai a volare sopra la città. L'aria fredda mi toccava le guance arrossate. Entrava tra le piume delle mie ali. Di nuovo quella strana sensazione. Sentivo il vento tra le piume, come un tocco dolce sopra le mie braccia. Sembrava che io l'avessi sempre fatto. Volai. Volai senza meta. Seguivo prima una luce, poi un'altra, poi un'altra ancora. Mi sentivo leggera, libera, infinita. Quando sentivo le braccia stanche, mi fermavo ed era il vento, col suo respiro, che mi portava dove volevo. Era magnifico. Mi sentivo un tutt'uno con quelle ali. Sembravo esser nata per fare quello. Ripresi le forze e continuai a volare, osservando il cielo farsi scuro e lasciare spazio alle stelle...
Qualcuno mi tolse l'auricolare.
"Ehi..."
Mi voltai. Il vento le scompigliò la chioma rosso fuoco. Era lei.
"Ehi!" le risposi sorridendo.
"Che ci fai quassù? È freddo.." e guardando di sotto aggiunse "e pericoloso!"
"Stavo volando.." risposi con semplicità.
Scosse la testa e sorrise. Era abituata alle mie follie.
Quanto mi era mancata!
Scavalcò il muretto e si sedette accanto a me. Mi guardò sorridendo e prese l'auricolare che giaceva penzoloni sulla mia spalla.
Se lo portò all'orecchio e si avvicinò a me.
Restammo ancora un po' li sedute sul muretto. Godendoci la meraviglia del ritrovarsi e il calore della nostra amicizia.
Intanto la musica si diffondeva unendo le nostre anime in quella città luminosa.
Now we all wanna be happy, happyland
No matter what we do we, happyland
We all wanna be happy, oh
In happyland
Happyland - Måns Zelmerlöw
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Racconto ispirato dal Gabbiano di @isakost...
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