- l’attivazione della circolazione sanguigna e l’ossigenazione dei tessuti;
- la stimolazione del metabolismo e del sistema neurovegetativo;
- una maggiore energia fisica e mentale;
- uno stimolo all’espulsione delle tossine attraverso il sudore;
Anche nel mondo animale, per alimentare le trasformazioni chimiche all'interno delle cellule, gli organismi hanno bisogno di un apporto di energia, energia utilizzata per risolvere le reazioni chimiche e memorizzare, elaborare le informazioni essenziali per la continuazione della vita. Esistono due tipi di organismi: chemotropi, che ricavano energia tramite processi chimici, ed fototrofi, che riescono a sfruttare l'energia ottenuta dal sole.
L'energia ricavata dal sole però non può essere sempre a disposizione dell'organismo, per questo motivo gli esseri viventi hanno sviluppato la capacità di accoppiare reazioni chimiche, in questo modo reazioni esoergoniche forniscono energia a quelle di natura endogenica.
Ma com’è possibile che accada ciò?
Lo scopo è quello di aumentare l'efficienza energetica all'interno dell'organismo. Le reazioni di natura endoergonica richiedono un input di energia, mentre le reazioni esogene rilasciano energia, accoppiando insieme queste reazioni, abbiamo in finale un processo chimico reso spontaneo, ovvero che può verificarsi in seguito ad un cambiamento di energia, sfruttando un momento transitorio durante i due processi. Negli organismi fototrofi l'energia del sole prende nome di energia potenziale.
Dopo questa piccola visione generale la domanda che mi sono posto è, in che modo le nostre piccole api trovano giovamento dal sole?
Ebbene i benefici che traggono le api dal sole sono molteplici; come ogni essere vivente che non abita le profondità marine, il sole è fonte di calore e stimolo all’interno dell’organismo. Gli alveari vengono esposti verso sud per beneficiare degli effetti dell’energia solare fin dalle prime ore del mattino, e permettere, di conseguenza, alle api di bottinare fiori con un maggior quantitativo di nettare e, allo stesso tempo, la presenza di rugiada garantisce una fonte d’acqua costante.
L’orientamento dell’ape e la sua capacità di spostarsi per lunghe distanze tracciando rotte precise, nasce tenendo riferimento della posizione del sole rispetto a quella dell’ape, durante il volo l’ape cambia traiettoria seguendo un angolo rispetto al sole che viene variato continuamente per compensare lo spostamento del sole. Anche in situazioni di maltempo grazie alla percezione dei raggi UV comune negli Artropodi, le api riescono ad orientarsi mantenendo come punto di riferimento il sole.
Anche i muscoli delle ali subiscono un forte stimolo da parte dell’energia solare come viene dimostrato anche all’interno dello studio ”the response of honey bees to variations in solar radiation and temperature”, dove si osserva un volo maggiore da parte delle api in relazione all’intensità della radiazione emessa dal sole e non al calore circostante. A differenza degli altri insetti che vedono il complesso dell’ala direttamente annesso al muscolo, nelle api le ali sono collegate al torace e vengono mosse tramite compressione e decompressione dei muscoli sottostanti, muscoli che occupano la quasi totalità del torace dell’ape. L’attività di questi muscoli è disconnessa dalle ali, in questo modo, stimolando il movimento di questi ultimi, possono aumentare e diminuire la propria temperatura, aspetto molto importante in un insetto ectotermo che vede legata la propria abilità nel volo alla temperatura interna sempre superiore ai 30°.
Per questo motivo le api riescono a spingersi in volo anche a temperature inferiori agli 8° in presenza della luce diurna che aiuta questo processo di attivazione muscolare e garantisce una temperatura in volo superiore ai 30°, per mezzo di una conduzione passiva che vede il capo dell’ape come fonte di energia per riscaldare i muscoli del torace e viceversa in caso di necessità per dispersione.
Oltre i benefici legati alla biologia dell’ape, negli ultimi anni, la lotta alla varroa ha mosso apicoltori e ricercatori nelle direzioni più disparate. Come riportavo in un altro mio post, uno tra gli ultimi brevetti legati al controllo della varroa, nasce da apicoltori italiani in seguito ad una ricerca tedesca che vedeva un’alta mortalità della varroa a temperature al di sopra dei 40°, tramite l’ausilio di telaini termici.
Fonti:
EnergyandMetabolism
Pollination on the Dark Side: Acoustic Monitoring Reveals Impacts of a Total Solar Eclipse on Flight Behavior and Activity Schedule of Foraging Bees
THE RESPONSE OF HONEY BEES TO VARIATIONS IN SOLAR RADIATION AND TEMPERATURE
beeculture
Hyperthermia -a non-chemical control strategy against varroa
thermosolarhive
Experience-with-thermosolar-hive
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Immagine di mia proprietà, realizzata da @pab.ink un ringraziamento speciale al team di @DaVinci.art