Ricordo di un Natale innevato - Contesteem: Speciale Natalizio

Sebbene il Natale sia passato e l'Epifania abbia portato via ogni festa, il Contest di @serialfiller resta aperto, e con questo racconto-ricordo intendo partecipare alla prima traccia: "Un racconto di vita vera di una vostra esperienza natalizia possibilmente inerente a cenone della vigilia di Natale o pranzo Natalizio. Che sia stato in viaggio o in famiglia o in altre collocazioni poco importa basta che sia vostro per quanto romanzato possa essere."

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Se devo pensare al ricordo di un Natale speciale (inteso, in senso lato, come intero periodo delle feste), mi viene in mente fra i mille ricordi tutti uguali di gesti e tradizioni che si sovrappongono negli anni, quell’anno in cui nevicò tanto che restammo quasi tre giorni imprigionati in casa.
Era il Natale di due o tre anni fa, quando la mia numerosa famiglia si era finalmente riuscita a radunare a casa dei miei genitori, dove il ritorno di tutti e cinque figli, foss’anche a ferragosto, è sempre un po’ un Natale.
Le feste trascorrevano come sempre in un baleno, fra pranzi e cene coi parenti, e come sempre in queste occasioni, ci si sente quasi inseguiti e si attende quel momento in cui ci si può fermare e riposare per poter godere di quello che è attorno a noi. Quell’anno, però, era attesa un’ondata di gelo e neve che puntualmente bussò alle nostre porte l’antivigilia di Capodanno. Ora, non so se sono i cambiamenti climatici, lo spostamento dell’asse terrestre o le tempeste solari, ma da qualche tempo i fenomeni atmosferici in Sicilia sono un po’ estremi nella loro manifestazione, con bombe d’acqua, bombe di calore, bombe di neve, trombe d’aria e tempeste di vento che non si erano mai viste prima del nuovo millennio.
Ricordo che in 24 ore nevicò ogni fiocco che solitamente veniva nevicato in due mesi, col risultato che ogni cosa si bloccò, ma proprio fisicamente, strada e macchine incluse! Metto qualche foto per comprendere l’entità della nevicata.

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Data la situazione, ovviamente, ci ritrovammo piacevolmente costretti in casa, che dato il periodo di festa per fortuna non era sguarnita di nulla, e fummo ben felici di trascorrere nell’ozio più indisturbato il nostro Capodanno.
Con mia mamma e le mie due sorelle (di cui una ancora bambina, all’epoca avrà avuto 7 o 8 anni) decidemmo di passare insieme un po’ di tempo unendo l’utile al dilettevole, così iniziammo ad impiastricciare in cucina, impastando prelibatezze perché il nostro Cenone, per quanto intimamente familiare, fosse degno di questo nome. I prodotti da forno, ovviamente, fanno felici tutti e scaldano il cuore, le pance e gli occhi oltre a fornire una bella occasione di creatività e divertimento che ci ha permesso di trascorrere più di un pomeriggio in compagnia gli uni degli altri.

Ecco il risultato delle nostre fatiche:

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E’ stato veramente bello, per una volta, trascorrere delle giornate riscoprendo quello che, secondo me, è il vero senso della festa: trascorrere del tempo vero e genuino con i propri cari, magari avere modo di guardarli negli occhi e scambiare un dialogo reale e non di circostanza con loro, senza fretta, senza stress, senza imposizioni.
Viviamo vite così spesso infarcite di tutti quei “devo” in mezzo ai “voglio”, che diventano infine insostenibili e fastidiose anche le cose belle che sono invece nate per dare gioia e respiro al nostro spirito.
Ecco: quell’anno, bloccati dalla neve e non disturbati dai “si deve” che il periodo natalizio talvolta impone, si è creato uno dei miei ricordi più belli, quello di un momento in famiglia semplice ma speciale come pochi.

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Piccolo cammeo:
Il ricordo-tradizione di Natale a me più caro e tenero è quello di fare ogni anno, a fine novembre o ai primi di dicembre, l’albero di Natale con la mia sorellina (21 anni più piccola di me) fin da quando lei aveva tre anni. E’ una tradizione solo nostra, un momento magico che è cresciuto nel tempo insieme a noi, ma che è sempre rimasto speciale come una cosa che appartiene solo a noi due sorelline, cementando indissolubilmente la nostra sorellanza.

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