Una storia mai scritta: Recensione

Con questa Recensione partecipo al contest "Una Storia Mai Scritta" di @serialfiller.

Una storia mai scritta: Recensione

Il romanzo breve in nove capitoli di @serialfiller si struttura come una storia sperimentale che tenta di seguire il filo logico di una narrazione unica attraverso capitoli vincolati a rispettare un tema settimanale a sorpresa non sempre del tutto pertinente all’argomento originario.
Nonostante la sfida si sia rivelata talora ardua, l’autore è riuscito a portare a termine una storia interessante e ricca di spunti di riflessione. Il clone protagonista della storia è l’Io narrante che, attraverso digressioni e riflessioni, ci accompagna verso il faticoso sviluppo della trama, dove un distopico futuro fatto di cloni in adorazione della dea Dolly ha sostituito l’unicità dell’essere umano, vendendosi in cambio dell’immortalità. Libero di selezionare i propri ricordi, il clone si innamora invece proprio di quella imperfetta e caduca umanità da cui l’immortalità della clonazione tenta di allontanarsi, e decide quindi di modificare il futuro attraverso un viaggio nel passato volto a distruggere o quanto meno attenuare gli effetti devastanti del culto della dea pecora.

La trama è semplice, ma efficace, e riesce a creare la giusta suspance per tenere il lettore incollato fino all’ultima pagina, in attesa di scoprire se a perire sarà il clone, che si dissolverà nel nulla del mai-accaduto, o se stesso e l’umanità, assorbiti dalla pallida utopia dell’immortalità.
Il finale aperto regala al lettore la possibilità di interrogarsi circolarmente sull’epilogo della vicenda: se da un lato la mancanza di un ulteriore capitolo toglie la voce al clone facendo sperare la sua non-nascita, ovvero la riuscita degli intenti del protagonista, dall’altro l’ineluttabile concretezza dei capitoli già esistenti potrebbero essere un indizio o del fallimento del clone o di una sua cattura da parte dei Pirati dell’Anima.
I capitoli sono inoltre costellati di ambiguità e paradossi, tipici dei “viaggi nel tempo”, ad esempio il dubbio di essere stato il clone stesso, modificando erroneamente il passato, a determinare il futuro distopico e catastrofico dal quale egli proviene e che disprezza.

La narrazione non sempre è fluida, e si presenta talora parzialmente slegata dai capitoli adiacenti, a causa probabilmente della necessità di rispettare il tema della settimana. I primi capitoli, inoltre, mostrano un tono a tratti meditativo e molto misterioso, che pone le basi teoriche della narrazione ma a volte rischia di annoiare. Tuttavia questo espediente riesce a creare un’atmosfera oscura e surreale dall’effetto talora disturbante che induce attivamente il lettore alla riflessione sui grandi temi di etica trattati, stimolandolo ripetutamente attraverso le numerose citazioni artistiche e letterarie che catturano l’attenzione e creano vivacità.

Nel complesso una storia di fantascienza ben riuscita, che esplorando una delle infinite possibilità cui il progresso e la tracotanza umana potrebbero, un giorno, condurre, si erge a monito per la riflessione sul percorso che l'essere umano deciderà di intraprendere nella sua folle corsa verso la vita eterna.

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