C'è una bellissima camminata, non molto lunga, ed il panorama è imperdibile. Cosi facciamo come con il lancio della monetina: se quando il bus arriva a Villa Cerro Castillo c'è un po' di sole scendiamo, se invece piove proseguiamo verso Coyaique. Testa: c'è il sole, per cui con armi e bagagli scendiamo alla ricerca dell'ennesimo hostal.
Il paese è veramente piccolo e non si vede quasi nessuno in giro. Troviamo alloggio all'Hospedaje Andreita, economico, alquanto basico come si dice qui, dove la signora Gabriela ci accoglie con calore, anche se la camera non è delle migliori, con qualche buco sulle lenzuola e il bagno gelato! Ci dicono poi che una migliore sistemazione poteva essere il Camping La Auracaria ma la fretta, si sa, a volte è cattiva consigliera! In ogni caso non perdiamo tempo a parlare di design, molliamo tutto e andiamo a cercare il sentiero indicato da Fabio. La riserva è privata per cui paghiamo qualche pesos l'entrata, ci registriamo e ci incamminiamo.
Il Parco è un Santuario della Natura della Regione Aysen ed è stata creata per proteggere l'huemul, il cervo autoctono del Cile. Purtroppo non ne abbiamo visto neanche uno, solo mucche e conigli.
Ci sono momenti nella vita in cui senti che sta per succedere qualcosa, fai i conti con i tuoi limiti e decidi che è ora di superarli. Non siamo esperti montanari, altro che passeggiata, caro Fabio, ci abbiamo messo quasi 4 ore solo a salire!! Il paesaggio è magnifico e vario: dai primi pascoli al bosco, alla bassa vegetazione di arbusti in fiore.
Dopo due ore arriva il peggio: una salitina niente male, sentiero stretto di pietraia in cui si fa un passo avanti e due indietro, con sferzate di vento freddo: ci stiamo alzando di un bel pò. Ma oggi non si molla, vogliamo arrivare in cima. E' una sfida con sé stessi, il fiato corto, le gambe fanno male, ma l'uomo non demorde, si aggrappa al suo bastone e continua la lotta.
Alla fine arriviamo: la Laguna Chiguay è più bella e azzurra che in qualunque cartolina e il Cerro Castillo dall'alto dei suoi 2675 metri ci guarda con sufficienza e ci sembra di toccarlo. Siamo fortunati: il sole va e viene e le nubi offuscano a tratti la perfezione della sua vista. Sembra un luogo vergine, intatto, speriamo che quassù non arrivi mai il turismo di massa, che rimanga il rispetto, la sacralità, il dialogo con la madre terra.
Ci sediamo dietro un grande masso per ripararci dal vento e ci godiamo questo regalo che la natura ci offre, in un silenzio quasi mistico in cui ti sembra di connetterti con l'Universo intero. L'uomo e la natura hanno vinto insieme, o almeno così ci piace pensare.
Torniamo indietro di corsa, abbiamo fatto tardi, laggiù ci daranno per dispersi! Sapete no? Quando iniziate a scendere veloci e sembra non finire mai, quando le ginocchia piegate tengono tutto il peso e la fatica e implorano pietà. I custodi, quando ci vedono arrivare chiudono il registro, e urlano “los italianos han llegado!!” e si vede chiaramente che sono felici che l'attesa sia finita!
Stanchissimi, andiamo nella nostra stanza-tugurio ma ancora una volta non ci facciamo troppo caso: ci stendiamo sul letto e ci addormentiamo.
Va bene Fabio, grazie per la dritta!
Le foto sono dell'autore