Il concetto di confine è alquanto vasto, ma interessante!
Nei nostri viaggi ne abbiamo visti e superati di ogni tipo: geografici, territoriali, nazionali, fisici, mentali, linguistici, culturali, politici, di genere, di cittadinanza...
Frontiere brulicanti di viaggiatori in attesa di un timbro sul passaporto, dogane semideserte all'alba e nel mezzo una striscia di terra di nessuno.
Etimologicamente parlando la parola “confine” deriva dal latino cum finis (confinante) e indicava il segno che tracciava la fine della proprietà di un campo. Resta il fatto che la parola è una convenzione, un costrutto sociale, e costruire confini è anche l'unico modo per l'uomo per poter andare oltre essi, per potersi chiedere cosa o chi ci sia dall'altra parte. Ed è così che nasce la rappresentazione di alterità o altro da sé, che purtroppo troppe poche volte è letto nella sua caratteristica ricchezza di essere diverso, ma viene invece quasi sempre identificato nel suo limite negativo di essere fuori, estraneo, nemico.
Immagine CC0 creative commons
Ma quante volte siamo andati “oltre”?
Una linea che separa, sbarramenti, cancelli, muri, recinti di filo spinato, fossati …
abbiamo attraversato proprietà private, abbiamo rubato le mele dall'albero del giardino del vicino, abbiamo invaso la privacy di qualcuno.
Quante volte abbiamo aperto porte che non era lecito aprire? quante volte abbiamo provato a scavalcare muri per vedere oltre? quante volte abbiamo invaso spazi altrui anche se non ci era stato chiesto? quante volte abbiamo camminato nelle vite degli altri in punta di piedi per non disturbare? Penso a quante invadenze egoiste imponiamo agli altri per la nostra gioia personale, ma anche a quante volte la nostra intromissione nella vita altrui ha portato felicità e siamo convinti che sia meglio sfondare qualche porta chiusa e dimostrare la nostra presenza con forza piuttosto che andarsene senza insistere dopo aver bussato così delicatamente che nessuno è venuto ad aprire.
Quindi il nostro messaggio è “no confini, please”, ma se ci sono abbiamo il coraggio di superarli, di tendere le mano, di abbracciarci sulla linea. Superiamo i nostri limiti, andiamo oltre le apparenze, oltre le finte credenze, oltre i pregiudizi.
In partecipazione a:
Contest : una parola! - sezione narrativa - di @fulviaperillo